Da tempo si legge sulle “cronache” che
nella nostra città regna l’immobilismo.
Ma quale immobilismo! Ma di che
immobilismo parliamo? Magari si potesse parlare di immobilismo! Purtroppo si
deve parlare di corsa. Certo, corsa ma … all'indietro.
Quella che una volta era la Città del Vasto, ora sembra
essere meno di una borgata. Forse potremmo parlare di favela. E la colpa non è
solo della politica ma di tutti i cittadini. Si subisce supini quello che si
continua a chiamare "immobilismo" ma che invece è "decadimento".
Se realmente Vasto fosse immobile si
sarebbe in grado di assicurare almeno ciò che fino a qualche tempo addietro la
città garantiva. Invece si rotola all'indietro e, aggiungo, senza nemmeno
riuscire a vedere il punto d'arrivo.
Sembra di essere, come Attilio Regolo,
chiusi in una botte irta di chiodi che rotola dalla collina verso il mare (e
anche geograficamente la metafora è corretta). Noi però non abbiamo nemmeno
la fierezza morale o l'onorabilità dell'eroe dell'antica Roma.
I nostri amministratori, abbacinati dalla
politica e dall'insulso culto delle loro persone, esposti allo specchio del
caos nazionale nella loro inettitudine, non sanno proporre alcunché e
nemmeno operare l'essenziale. I cittadini di contro si limitano al lamento
continuo.
Dal Palazzo municipale fra un po’ ci
diranno che “a settembre” … Dei cittadini nondimeno nessuno ricorderà che ogni
anno passato ci hanno detto che “a settembre” ...
Ora qualcuno mi chiederà: “cosa dovrebbe
fare il cittadino?” Io rispondo:
“ribellarsi”. Una bella manifestazione di piazza, atta ad “esortare” chi è
stato eletto a lasciar perdere le chiacchiere e a fare almeno “l’essenziale”.
Con disincanto tuttavia credo che i nostri
amministratori possano stare tranquilli.
Quel giorno è lontanissimo. Magari … “a
settembre”.
Nessun commento:
Posta un commento