Se avrò dei nipoti, come farò a
dire loro che da ragazzo mi sono tanto divertito? Come farò a dire loro che ci
sono riuscito con poco, sopportando e accontentandomi? Come farò a dire loro
che pur divertendomi ho fatto il mio dovere e ho ottenuto i traguardi che mi
sono prefissato? Come farò a dire loro che il denaro è utile e necessario ma
non è il motivo per vivere? Come farò a dire loro che io ero considerato
“ricco” mentre quelli che dicevano di essere poveri (e avevano la stanza alla
Casa dello studente) giravano con le reflex al collo? Come farò a dire loro che
a vent’anni, senza arte né parte, io e due amici abbiamo firmato tre cambiali
da 500 mila lire per gestire una discoteca? Come farò a dire loro che molti mie
coetanei erano già vecchi a 18 anni? Come farò a dire loro che gli stessi miei
coetanei vorrebbero fare a desso quello che non sono stati capaci di fare a 18
anni? Come farò a dire loro che da giovane ho osservato gli adulti e li ho
divisi tra capaci ed incapaci? Come farò a dire loro che ancora oggi ricordo di
essere stato giovane e quindi riesco a distinguere i giovani veri da quelli già
vecchi? Come farò a dire loro che da giovane ho distinto le persone tra esempio
da seguire e esempio da evitare? Come farò a dire loro che a volte, anzi spesso,
mi sono sbagliato e sono stato capace di tornare sui miei passi? Come farò a
insegnare loro a rispettare, tra gli adulti che chiedono rispetto e
considerazione, solo coloro che lo meritano? Come farò a insegnare loro la
distinzione tra i cafoni arricchiti e le persone che hanno una dignità? Come
farò a far capire loro che un posto fisso spetta a chi ha le qualità per
occupare quel posto e non ai raccomandati incapaci? Come farò a far capire loro
che la “leccaculaggine” non è un corretto stile di vita? Come farò a indicare loro chi sa veramente insegnare
e chi invece crede di saperlo fare? Come farò a mostrare loro la differenza tra
istruzione e cultura? Come farò a mostrare loro la differenza tra chi fa
politica e chi si occupa di politica? Come farò ………
Come farò a dire loro che
l’esperienza che si possiede è quella che si dimostra non quella che si dice?
Come farò a dire loro che bisogna dimostrare di aver fatto le cose e non dire
di averle fatte? Come farò a dire loro che da adulti si può essere persone
rispettabili anche mantenendo il sorriso? Come farò a dire loro che in tanti,
per tutto il corso della mia vita, mi hanno preso in giro perché non sono mai
riusciti ad imitarmi?
Forse racconterò loro la storia
di mio nonno Paolo che un giorno mi disse: “Tinghe
sopra a uttand’anne ma pe’ la ggende so
sempre Paulucce di Stobbene. I li facce parlà, me facce ’na risate e facce
quelle che me sende de fa … lecitamende!”
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