martedì 9 aprile 2013

Abitare l’ambiente – 3



Di Giuseppe F. Pollutri

Dalla “sine-cura” al “chissené …”

     Quell’accrocco di colonnine Enel divelte e sbracate, perimetrate da transenne d’uso provvisorio (sic!), avvolto da larga fascia cellulosica, simil-carta da WC, è lì da gran tempo. Qualcuno lo ha scoperto solo ora, in realtà così appare e sta da fine estate dello scorso anno. Mesi e mesi, dunque, sono trascorsi inutilmente. L’erba intorno è cresciuta e poi fiorita, ma quella innovativa istallazione è sempre lì, mutata nel suo apparire solo dall’azione del vento sul fasciatoio sopra detto.
E’ stato scritto: “…per azione dei vandali, …forse nella notte”, ma non si sa di preciso. Talvolta, e in questo caso, i vandali e gli “svergognati” sono altri. L’Enel Spa che ha proprietà del materiale, ed esercizio dell’erogazione di corrente elettrica, il Comune - dall’Ufficio alle manutenzioni, al Dirigente e Assessore ai LLPP, allo stesso Sindaco -  che a quanto pare non vede e, se vede, come è a tutti evidente, poco o nulla …se ne cura. In altri posti e nel caso, si direbbe: “se ne sbatte”! Eppure, considerato il pericolo posto in essere dalla evidente presenza di corrente elettrica in quelle colonnine abbattute, viene da chiedersi come - inspiegabilmente - sia possibile che le stesse Forze dell’Ordine non siano intervenute (da quel che appare) affinché coloro che hanno diversi e pubblici doveri, non attuino gli interventi necessari. Difficile capirlo, tantomeno civilmente da accettare.

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     Non diversamente, è palese la sinecura - che parrebbe una semplice ‘mancanza’ ed è in realtà una negatività oggettiva di un pubblico amministratore - per un luogo che dovrebbe essere un perfetto esempio di un “Abitare l’Ambiente”, capace di conciliare bellezza naturale e ordinato insediamento antropico e urbano. Per restare ad un solo aspetto, in pieno centro alla Marina, in quello che è il primo nucleo storico e oggi una sorta di salotto turistico che fa perno sulla vecchia Rotonda, non si può non notare con sconcerto il come viene tenuto o lasciato al vandalismo e al degrado ciò che è arredo urbano comunale. Dalle pensiline delle fermate degli autobus, alle cabine telefoniche, alle balaustre in lastre …frangibili (!), ai cassonetti e cestelli di raccolta rifiuti, variamente lordi e lordati, sconnessi e sgangherati…
 Possibile - come non chiedersi - che occorra sempre un richiamo mediatico di un privato cittadino, cioè di chi potrebbe tranquillamente pensare che, in fondo, non è affar suo preoccuparsene, soprattutto nella consapevolezza che poi, del suo rilevare e dire, i pubblici funzionari e politici, alla ordinariamente praticata sinecura, aggiungeranno un esplicito o sottinteso “ma-chi-se-ne…”?!

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     Leggo in un promo a stampa del M5s d’Abruzzo, dopo un imperioso (.. ma privo di accenti) “ne a destra / ne al centro / ne a sinistra / ma aVanti”, l’annotazione: “Essere Indifferenti significa Essere Complici”. Giusto, e pur senza dirmi “un grillino”, è un avvertenza civica che sovente faccio mia. Ma, allora, mi pare evidente che, indifferenti che siano e possano considerarsi i nostri pubblici amministratori, molti e assai sono i loro complici, a Vasto.

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