Il testo
integrale della lettera datata 8 ottobre 2009.
Caro Alfredo,
anche se ci siamo incontrati
poche volte, mi permetto di chiamarti così confidenzialmente, perché, in
occasione della visita a Vasto di S.A.R. la Principessa Luciana
Pallavicini Hassan di Afghanistan, abbiamo avuto tempo per scambiare opinioni e
mi sono accorto di quanto ti stiano a cuore i destini degli abruzzesi e
dell’Abruzzo. Per questo uso questo tono palesemente amichevole, il tono di un
dialogo tra vecchi amici.
Mi riaggancio al tema sollevato
da L’Italia dei valori della provincia di Chieti, quello della trasformazione
dell’Abruzzo da “cuore verde d’Europa” a “cuore nero d’Europa”. Perché il
problema non è oramai limitato a questa o quella concessione rilasciata per
prospezione o coltivazione di idrocarburi.
A guardare i dati pubblici
diffusi dal ministero la situazione è drammatica. Il problema è che tutte le
voci che si sono levate contro queste “operazioni”, hanno prodotto
argomentazioni che dimostrano come in realtà il gioco non valga la candela.
Vale a dire, inquinare in maniera irreversibile l’Abruzzo non servirà a rendere
l’Abruzzo più ricco, o più autonomo energeticamente. Il petrolio è scarso,
ancora di più che in Basilicata, ed è di qualità pessima. Allora chi trae
vantaggio dalla distruzione di una fra le terre più belle del mondo? Nessuno!
Credo, solo qualche multinazionale che può assicurarsi un altro po’ di petrolio
da vendere nel momento in cui i prezzi torneranno a crescere.
Caro Alfredo, come vedi, non ti
scrivo una lettera piena di tecnicismi, ne di puntualizzazioni, ti scrivo da
Abruzzese, cosciente di vivere in uno dei paesi più belli del mondo.
Su quanto sia deleterio
continuare sulla strada dell’ “oro” nero, sarai stato bombardato di notizie.
Noi come Italia dei valori, ma non solo noi, tutte e dico tutte le associazioni
ambientaliste, di scopo, e chissà cosa dimentico ancora, da molto tempo ci
occupiamo e preoccupiamo per questa situazione. Tutti e ribadisco tutti hanno
evidenziato la catastrofe che seguirà all’eventuale scelta sbagliata.
Ad onor del vero, ho parlato
anche con persone che lavorano nel settore e queste sono favorevoli, sia alle
ricerche petrolifere che al centro oli. Giustamente guardano il loro
“orticello”. Bisognerebbe rassicurarle sulla conservazione del posto di lavoro
e sulla migliore qualità della vita di tutta la collettività. Non mi dilungo
oltre.
Sappiamo che queste vicende
tendono a subire brusche accelerazioni, ed ecco il motivo di questa lettera. Io
sono convinto che tu, sia da abruzzese, sia da Assessore allo Sviluppo
Economico, saprai operare nella giusta direzione, anche perché la tua delega
comprende “attività estrattive e minerarie” e quindi sarai circondato di
esperti in materia che potranno consigliarti nel migliore dei modi. Da te
aspetto una dichiarazione autorevole. Ti chiedo scusa se ti ho distratto dai
tuoi impegni ma ho sentito, il dovere di scriverti, poiché, come dice Antonio
Di Pietro, “non ci interessa “Chi” dice una
cosa buona. Se una cosa è buona noi la appoggiamo”.
E quindi, quando affermi:
“Non è
mio costume fare la politica del torcicollo, voglio guardare avanti, far
rinascere negli abruzzesi la fiducia verso il sistema politico per cambiare
radicalmente il rapporto tra politici ed elettori, non vogliamo tenerci
attaccati gli elettori con privilegi a breve, ma proporre opportunità,
occasioni e vantaggi di medio e lungo termine. A me interessano non le prossime
elezioni, ma la prossima generazione, alla quale vogliamo affidare un Abruzzo
che diventi l'economia di riferimento di un intera area più vasta; un
territorio capace di attrarre le competenze e le migliori conoscenze”
mi sembra tu vada nella giusta
direzione.
Cordialità
Francescopaolo D’Adamo
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