Mi aspettavo che i “media”, di
cui ha parlato Sua Eminenza il Cardinale Dionigi Tettamanzi nella conferenza
tenuta ieri sera al Teatro Rossetti di Vasto, riferissero entusiasti di (e su)
questo evento. Ciò non è avvenuto e credo di capire il perché. Nessuno avrà il
coraggio di dire quello che sto per dire e sono sicuro che nessuno, in buona
fede, potrà contestarmi.
“Partecipare alla conferenza su Chiesa e mondo alla luce del
Concilio Vaticano II è stato come partecipare alla proiezione del
film La corazzata Potemkin”.
Un dibattito colto, a volte altissimo
ma non coinvolgente. Non è bastata la consueta “briosità” nella conduzione di
Sua Eccellenza Arcivescovo Bruno Forte, non sono bastate neanche le sottili ma
troppo velate battutine del Cardinale, per trascinare o almeno coinvolgere
emotivamente il pubblico. Le domande poste probabilmente non corrispondevano
alle aspettative dei presenti. Le risposte destinate troppo agli addetti ai
lavori.
Due interventi imprevisti hanno,
per vari versi, movimentato quella che mi è sembrata una partecipazione troppo
statica da parte del pubblico, tuttavia, questi interventi mi sono sembrati fuori
luogo e, in quel contesto, fuori tema.
Come sua consuetudine Padre Bruno
ha concluso con quello che pare sia il numero che sempre lo accompagna: il
numero 3.
(n°1) Ha ringraziato gli
organizzatori e i partecipanti, (n°2) ha ringraziato Sua Eminenza e chi ha
posto le domande e infine (n°3) ha chiesto al pubblico se i prossimi incontri
debbano svolgersi nella stessa maniera. Tutti hanno risposto si (lo hanno fatto,
come ha chiesto Sua Eccellenza, per alzata di mano). “Maggioranza bulgara!” ha
scherzosamente sottolineato Don Bruno.
Mi permetterei di suggerire:
Sarebbe bene che le domande non fossero “tutte” preparate e che “molte” le
ponesse il pubblico.
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