Che bella la lingua italiana! Un
vocabolario così ricco che solo a conoscerne una piccola parte ti fa sentire … Emilio
Salgari.
Perché Salgari? Perché, come si
racconta, nei Paesi di cui parla nelle sue storie, lui non c’era mai stato ma,
viaggiando col pensiero e grazie alla sua fervida fantasia, immaginava e descriveva posti
meravigliosi. Come però descrivere luoghi e situazioni se non si ha un ricco
vocabolario?
Come al solito sto andando fuori
tema. Devo parlare di vacanze, villeggiatura, turismo e non di lingua italiana
ma divago perché mi viene da pensare che non conosciamo “affatto” oppure
abbiamo dimenticato le differenze tra le varie parole appena citate.
Certo la parola “vacanza”, può
includere le altre, se si decide di trascorrere questa in un luogo diverso da quello in
cui si vive, ma villeggiatura e turismo presentano nella lingua italiana
sfumature, per usare una parola di moda, assai differenti tra loro.
Sicuramente “viaggiando” o come
comunemente si usa, “navigando” in internet, chiunque potrà trovare articoli su
articoli in merito alle differenze tra le parole villeggiatura e turismo ed
anche tra villeggiante, bagnante e turista. Io tuttavia mi voglio limitare a
evidenziarne le differenze solo in merito al luogo in cui vivo: Vasto.
Vasto, in Abruzzo, è sempre stato
un luogo di villeggiatura. Fino a qualche anno addietro il suo motto per le
vacanze era: “Sole, Mare, Quiete”.
Questo motto è stato trasformato in: “Città di vacanza, d’arte e di cultura”. Quest’ultimo
non sarebbe male se, come il primo, non fosse interpretato come: “casa di
riposo” e che, per distogliere da questa “interpretazione”, si organizzano
manifestazioni assai sconclusionate, destinate a cogliere il momento, non ad
una evoluzione futura.
In merito all’uso della parola “Città”,
dico solo, per i denigratori, che Vasto il titolo di Città lo possiede
realmente dal 29 marzo 1710. Si dice infatti “Città del Vasto”; non per
dimensione o per numero di abitanti o per mentalità, ma per “araldica”.
Vasto avrebbe tutto il necessario
per avvalorare il nuovo motto ma purtroppo, se non si riesce a distinguere tra
le varie sfumature di cui ho accennato prima tra le parole villeggiatura e
turismo, si giunge al punto che si perdono i villeggianti, non si attraggono
turisti e si crea malcontento anche tra noi “bagnanti”.
Provo a spiegarmi.
Il villeggiante cerca riposo,
comodità e svago. Il turista cerca emozioni, sensazioni e novità. Vasto
potrebbe offrire tutto questo. Le spiagge, le scogliere, i panorami, i
monumenti, la storia, le tradizioni, la campagna, l’entroterra, il clima, la
gastronomia, aggiungete voi e ditemi cosa manca. Eppure non siamo capaci, come
una volta quando eravamo “solo” luogo di villeggiatura, di “attrarre”.
Vasto non attrae più perché: i
villeggianti sono disturbati dai frenetici tentativi di animazione ad ogni costo e i turisti non
trovano (nella giusta maniera) quel qualcosa di diverso, di insolito di
inconsueto che desidererebbero.
Le notti bianche e rosa, i
mercatini, le manifestazioni (più o meno) improvvisate, si svolgono ormai in
ogni luogo, perché a Vasto dovrebbero avere risalto tale da attrarre turisti? E
siamo sicuri che siano graditi dai villeggianti? Vasto vale e può offrire molto
più di una notte colorata. Vasto ha bisogno di parecchio altro. Soprattutto di
un modo, differente e moderno, di “interpretare” la città. Vasto ha bisogno di
un cambio di mentalità. Non dimentichiamoci che il tornaconto personale o di
categoria o di colore politico, danneggia tutti se si vuole progredire.
Mi si bollerà dicendomi che
aggiungo banalità e ovvietà alle banalità e ovvietà che da anni ormai si
“piaveggiano” (nel senso di mormorare *) tra i concittadini di ogni ceto,
istruzione, cultura e condizione.
Dovessi cominciare a fare
l’elenco di mancanze e di proposte arriveremmo al 2 novembre (data adatta al
mio pensiero). Cominciamo, però, a evidenziare la “imperfezione” di servizi e
di immagine, la gracile cura e la dilettantesca capacità nella organizzazione di
eventi, aggiungiamo la necessità di una corretta divulgazione “dell’offerta”
che la Città offre (o potrebbe offrire).
A proposito! Io come Salgari
immagino una Vasto dove …. (CONTINUA)
*Mi piace pensare che, come
mormorava il Piave della canzone, il popolo vastese mormori con senso di
un’orgogliosa voglia di rinascita. Per questo ho usato un inesistente termine quale
“piaveggiano”.
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