venerdì 30 novembre 2012

Sono molto triste


Da dove cominciare? Comincio dalla fine.
“Paulù me sa ca chella cosa nen serve chiù!” Dovevamo mettere un piccolo corrimano nella chiesa di Santa Filomena per permettergli di salire i ripidi gradini che portavano in sagrestia. “Dai Don Micchè che a primavera la facciamo!” Ma nei suoi occhi vedevo la stessa espressione che aveva mio padre qualche tempo prima di morire.
Come al solito ci siamo fatti quattro risate e ci siamo salutati. Pensavo di rivederlo e invece …
Don Michele Ronzitti a chi non lo conosceva e lo vedeva passare per le strade della città, con la sua tunica ed i suo immancabile berretto, sembrava uno di quei preti conservatori attaccati ad un passato senza ritorno. Invece era una mente così aperta che sbalordiva chi lo ascoltava parlare. Con una semplicità fuori dal comune riusciva a far capire a tutti, dal più umile al più colto degli ascoltatori, i suoi concetti, anche i più avvoltolati.
Al compimento del suo sessantesimo anniversario di sacerdozio, Don Michele che sin da piccolo soffriva di gravi problemi all’apparato respiratorio, disse di se: “Se sono arrivato ad oggi è forse perché Dio ancora non mi vuole. Spero perché pensi che io possa essere ancora utile quaggiù in mezzo a voi”.
Noi che lo abbiamo conosciuto da bambini ne siamo sempre stati affascinati. Mai un atteggiamento aggressivo, mai un atteggiamento alla “Don Gallo”. Sempre bonario ma quando le doveva dire sapeva come fare. Sapeva come farsi ascoltare. L’ultima sua presa di posizione sulla situazione del Genova-Rulli ne è la più recente testimonianza.
All’oratorio di San Giuseppe intratteneva noi bambini con le sue barzellette. Raccontate da chiunque altro queste non avrebbero fatto ridere nessuno ma dette da lui con quella sua cadenza uastarola e quella sua calda risata amorevole ci divertiva un mondo.
Non sono uno che scrive “coccodrilli” e quindi non avevo preparato niente su questo “illustre concittadino”. Oggi sono troppo triste e per quanto mi sforzi di sorridere come se io e “Don Micchele” - rigorosamente con due c – ci stessimo guardando, non ci riesco. Per questo mi fermo qui.
Ciao Don Micchè!

giovedì 29 novembre 2012

L'ultimo "Uastarolo".


Il due Aprile non riceverò più la telefonata che mi dice, puntuale ogni anno: "Frangischepà auguri". Forse era l'unico a Vasto che si ricordava dell'esistenza di San Francesco di Paola e della sua festa. Tutti gli anni si ricordava del mio onomastico e mi telefonava spesso spiazzandomi poiché nemmeno io a volte ricordavo quella ricorrenza. Sono cresciuto con lui, con lui è nato e si è sviluppato il mio amore per questa città.
Non mi dilungo oltre ... addio "Don Micchele"! Rigorosamente con due c.


Oggi esibizione dei socialisti i "coniglio" comunale

Noi che negli anni Settanta leggevamo "Playboy", abbiamo la visione facilitata.

L'amministrazione della pezza e del "taccarello".


Finalmente la svolta per il turismo.

In questi giorni si stanno ultimando i lavori di rifacimento della passeggiata dell'aeroporto a Vasto marina. I vertici dei consorzi degli albergatori e gli assessori ai lavori pubblici, al patrimonio, alla cultura e al commercio sovrintendono e controllano soddisfatti l'esecuzione di un progetto di ammodernamento che non è ardito definire avveniristico.

Infatti stiamo passando da così:
a così
Perdonatemi ma da tecnico del settore devo sottolineare anche dei dettagli che ai non addetti ai lavori potrebbero essere sfuggiti. Potete notare infatti l'utilizzo ALTERNATO del laterizio e del calcestruzzo.

Numerosi i cittadini che si fermano sia per osservare le ditte specializzate che in appalto stanno eseguendo i lavori, sia per informarsi sulle avveniristiche tecniche utilizzate. Da una stima del responsabile di cantiere i lavori dovrebbero terminare entro la primavera del duemila...eh!eh!eh!eh!

PS. Cos'è il "taccarello"? A chi non lo sa lo dico un'altra volta.

mercoledì 28 novembre 2012

Questa cosa mi incuriosisce.

Probabilmente ci sarò.

Si avvicina Natale

Caro Mimì ....

Ultima ma non "l'ultima".



Di un’opera ultima dello scultore ...diomedeo-aretuseo Gianfranco Bevilacqua

“Aretusa, ninfa d’acqua, donna archetipo d’amore”
(lettura e illustrazione critico-culturale di Giuseppe F. Pollutri) 

Utilizzando l’odierna tecnologia, con frequenti colloqui, e visualizzando lo studio siracusano dell’artista con una web-cam, ho potuto seguire, sia pure a distanza ma nelle sue successive fasi, l’elaborazione, sia tematica che tecnica, di una delle ultime opere in scultura create dal vastese-siracusano Gianfranco Bevilacqua: “Aretusa”. Del mito e del tema di riferimento il nostro se n’era occupato già qualche anno fa con l’opera “Alfeo e Aretusa” che qui mostreremo assieme alla sequenza d’immagini dell’ultimo manufatto.
A conclusione del colloquio a distanza con l’artista, ho elaborato una mia lettura della matrice culturale d’ispirazione e di postfazione sull’opera d’arte che ben volentieri metto a disposizione per i canali d’informazione ai quali viene indirizzata.
Per chi lo desidera: maggiori info ed altre visualizzazioni delle opere dell’artista, pittore e grafico oltre che scultore - definibile, per restare nel clima culturale evocato, un “diomedeo-aretuseo” - è possibile trovarle in Rete su http://gianfrancobevilacqua.blogspot.it/). GFP

lunedì 26 novembre 2012

Scarpasciudd



A CICCARONE SON RICRESCIUTI I PIEDI, STANOTTE ...
sabato 24 nov '12, campo Incoronata.

SHAFFAUSEN    ZURICH   2 - 1
arbitro Orazio Di Blasio

SCHAFFAUSEN ( Rossoblu ): Granata, Ronzitti F, Ronzitti N, Salvatore, Puddu, D'Adamo, Lemme, Ronzitti go, Ronzitti L, Angiolillo ( 2°t.Sboro R )

ZURICH ( Nerogialli ): Loreta, Isoardi, Di Marco, Ciccarone, Patriarchi, Bozzelli, Fanucci, D'Angelo, Sboro F, Frangione

Elettricità, e ' vìrre e vvàrre ', oggi all'Incoronata, per questo svizzero 10 vs 10, e comunque da inizio stagione, la prima vera partita  equilibrata , ma  maschia al punto giusto. Nei primi 45', 2 sole occasioni da gol, per i gialli: al 21', D'Angelo lanciato da Frangione manca la porta di poco con un fendente rasoterra; al 32' invece è Bozzelli, su assist di Sboro che manda alto sull'incrocio; nella ripresa, esce Angiolillo sostituito da Sboro Senior, e paradossalmente, avendo sostituito una punta con uno stopper, i blu segnano nelle uniche 2 occasioni; mentre i gialli li accerchiano ai limite dell'area (11' Frangione manda alto, 20' D'Angelo arriva sbilanciato sulla porta e manda fuori), al 29' su rinvio difensivo, rapido contropiede, Gogò Ronzitti triangola a centrocampo con Lorenzo e dal limite fulmina Loreta: 1-0. Dopo 5' il copione si ripete, stavolta è Gogò che libera sulla sx. Lorenzo Ronzitti, scatto bruciante e tiro conclusivo vincente: 2-0. Al 40', il maresciallo, dopo una serie di duri scontri e tackle ai limiti del regolamento, abbandona il campo' ciuppicànne': i gialli (in 9), dopo diversi tentativi, accorciano: Nicola Bozzelli 'ngucciàjjie' in una penetrazione a centroarea e sfruttando un rimpallo, riesce a centrare il bersaglio di destro: 2 - 1. Al 43', duro contrasto tra D'Adamo e Sboro, e il furente Paolo sbraita 'a ppàlle 'mbètte' verso l'arbitro: ristabilita la calma, le ultime 2 emozioni : fendente del blu D'Adamo, parato da  ... Gogò, e un missile di sinistro dal limite del giallo Sboro, che manca l'incrocio per un nonnulla. A fine gara, 16 dei 20 giocatori si sono ritrovati all'Hairy crab cove (covo del peloso ), per la prima cena: lo chef Soldano ha provveduto con la sua maestria a sbollire gli animi deliziandoci col seguente menu: sagnette con pelosi, e griglia selvaggia con arrosticini, costate di maiale e vitello, 'saggìcce e fficatèzze' e pollo. Il maresciallo, dopo aver annunciato il ritiro con la donazione a Ciccarone delle scarpette nuove (dimissioni non accettate, vogliamo l'autorizzazione del ministero degli interni, nulla osta della protezione civile e soprattutto il consenso di Patrizia -quello veramente difficile da ottenere-), ha ripercorso con Gogò i suoi trascorsi in promozione col Roccaspinalveti (unico giocatore col particolare ingaggio di ciambotto luculliano a ogni fine partita: " dapu', cànda è rruvuète Gogò, - aggiunge -, lu prusuduènde à fallùte ); i 2 ci hanno raccontato diverse parabole (indimenticabile quella della 'patologia scapolare provocata da uso intenso di manganello', e quella di 'Pecoracontinua da crociera' di Frangione, mentre Gogò ricordava un provvidenziale ricovero dentro una chiesa (assediati dalla tifoseria locale) dopo una focosa partita di pallamano a Giovinazzo): a proposito di Gogò - e qua abbiamo toccato il limite della decenza- ha stupito la platea pucciando (come un cornetto nel cappuccino) la costata di maiale e gli arrosticini dentro il piatto ricolmo di sugo di pelosi- mare e monti, maremàjie !. La serata, allietata dal chitarrista D'Adamo e poi da Patriarchi, ha ripercorso gli evergreen uastarùle con le cantate del solista Bozzelli e gli assoli del sorprendente armonicista Soldano, con la 'tartaruga' sempre in bella evidenza. Dopo l'ananas, le noci, e il brindisi finale col presidente Puddu, quando la serata volgeva al termine, i satollissimi 16 invitati sono rimasti a bocca aperta quando Gogò esclama a Soldano: "Peppì, ni stutuà li carvùne, 'ca arrète a la màchine tìnghe na' scaffètte di pesce". Ravvivato testé il fuoco, un paio di dozzine tra 'mirlùcce, riscùle e muzzuluìne' hanno trovato la loro ottimale collocazione ('ònti' 'nghi lu' pruddusuène e l'ùjjia nòve sulla griglia), e con questo coupe de foudre si è chiuso alle 12.45 il perverso percorso di (very) slow food gastronomico mare-monti-mare: da verme solitario.     
                         
 
Class.cannonieri: 14 gol : Ronzitti Gò  13 gol: Frangione    7 gol: Angiolillo, Ronzitti L    5 gol: D'Angelo   4 gol: Sboro, Serafini A   3 gol: Bozzelli, Cicchini, Frasca M, Storto   2 gol: D'Adamo FP, Reale, Sebastiani    1 gol: Fanucci, Piras, Salvatore

  

sabato 24 novembre 2012

Io però mi chiedo: "dove sono i cittadini?"



Comunicato stampa del Consigliere Comunale Progetto per Vasto, Andrea Bischia:
Ma il Sindaco dov’è ? Di fronte a tanta microcriminalità, di fronte a tanta paura che in questo periodo stà investendo la nostra città, il Sindaco a cosa pensa? Dove si trova? Voglio ricordargli che egli è il Primo cittadino e dovrebbe rappresentare la città e quindi assicurare quantomeno la qualità dei servizi e tutelare la sicurezza dei “suoi “ cittadini.
Dovrebbe almeno far sentire le proprie ragioni sbattendo i pugni sui vari tavoli Istituzionali proprio per garantire questi aspetti. Un buon Sindaco dovrebbe mettere in primis, nelle sue azioni amministrative queste azioni ancor prima delle beghe politiche che si stanno verificando in seno alla sua maggioranza.
Un buon Sindaco parlerebbe alla città facendo capire eventuali sforzi e misure per debellare o almeno attutire certi fenomeni che stanno condizionando la vita di tanti cittadini, invece nulla, il nulla, il Sindaco è assente , la città è allo sbando , i cittadini abbandonati e per nulla tutelati, quindi impauriti al punto da non uscire più di casa all’imbrunire, e questo grazie all’immobilismo e alla latitanza di questa amministrazione che dura da tanto, troppo tempo; cosa bisogna aspettare che Vasto inizia a passare alle cronache Nazionali solo per attività delinquenziali, frode e omicidi? Non si può far finta di niente e affermare che Vasto non è Beirut ( affermazione del Sindaco in seno al consiglio comunale), Vasto oggi è allo sbando e il timore di essere aggrediti in qualsiasi punto della città e in qualsiasi ora è all’ordine del giorno, non si può più scherzare, e il Sindaco non può più fare orecchie da mercante e bene che si svegli da quel torpore che lo ha caratterizzato in questi anni di Amministrazione.

Shabby chic.


Lo shabby chic è una tendenza d’arredo nata negli Stati Uniti. Il termine shabby significa trasandato, logoro.

Per arredare una casa in stile shabby chic ci vuole un talento  da artisti. I mobili e i complementi sono in larga parte di recupero o frutto di acquisti presso i rigattieri: sedie, credenze, tavoli un po' malandati, oggetti in disuso che, dimenticata la loro primitiva funzione, ne scoprono un’altra a sorpresa.
Privilegiate le superfici materiche e soprattutto le tracce lasciate dal tempo.

Io ho scoperto che sono sempre stato "shabby chic" ma non lo sapevo.  .... e non sono mai stato negli Stati Uniti. Quindi non ditemi che copio.

Domani


“L’ajjonda” (l’aggiunta)



Quando mi mandavano a comprare il pane quasi sempre, per raggiungere il peso giusto, mi davano “l’ajjonda” (non so se si scrive così).
Il pane si vende a peso e il fornaio alla pagnotta o al filone quando non raggiungeva il chilogrammo  ne aggiungeva un'altra fetta per compensare e raggiungere il giusto peso. Mentre tornavo a casa quella fetta fragrante, morbida, profumata mi attraeva e non resistevo: la dovevo mangiare. A volte mi capitava di prendere il pane anche per mia nonna o per qualche zia e invece di darmi la differenza in forma di pane, zia Juccia de “Lu Furnarille” (Del Frà) mi dava una pizzetta (di quelle croccanti che si piegavano in due. Costavano allora 30 lire) oppure dei panini all’olio (costavano 10 lire) o anche dei biscotti di quelli che erano buoni sia col latte che con il vino.
Mi ero accorto che questi “bis-cotti” venivano cotti due volte e a me piacevano quando erano morbidi di prima cottura. Zia Juccia lo sapeva e me ne metteva sempre qualcuno da parte.
Andare dal fornaio era interessante. Vedevo il vecchio “titolare” col bastone e la moglie seduti al caldo a dare “consigli”, osservavo le massaie che portavano a cuocere batterie di tegami di dolci oppure conigli o altro tipo di carni che sulla fornacella o sulla “cucina economica” era difficile cuocere.
Ascoltavo rumori come quello dell’aprire e chiudere il forno o quello della pala in legno che serviva per infornare o sfornare. Un rumore particolare, che a me piaceva molto, era quello delle 500 lire d’argento che battevano sul piano di marmo per capire se erano autentiche.
Certo non ci sono più i forni di una volta! (oppure sono io che non riesco più a “gustare” certi momenti)
Potrei dilungarmi a lungo, magari raccontando di Gino, un mio compagno di classe alle elementari che, la mattina presto, andava a imparare il mestiere di fornaio. Alle otto poi veniva a scuola e, alle otto e un quarto, dormiva come un angioletto. La maestra capiva … anche noi capivamo.

A Vasto c’erano tanti forni - ancora si “leggono” strade come via del Forno Rosso oppure spazi come largo dei Quattro Forni - e c’erano anche i fornai con i loro strani nomi.
Prima ho citato “Lu Furnarille” in corso Plebiscito ma l’elenco è lungo. C’era “Zi Punille” (Troilo - Armeno) che aveva due forni. Uno in via San Francesco d’Assisi e uno in via Santa Maria (dove ora c’è Stanisci). Sempre in via Santa Maria c’era “Ciuffulone” o “Truffulone”(Martella). Scegliete voi. Più avanti, a piazza Santa Chiara, c’era “La Scimmia” (Monteferrante). A Sant’Anna, proprio di fianco all’ingresso della chiesa, c’era “Zia Jetta” (Molino). In via Canaccio c’erano “Paparille” (Monteferrante) e “Biacille” (Saraceni). In largo dei Quattro forni se ne ricordano due: “Saracone” (Molino) e “Panepane” (Suriani). Al “Giardinetto” c’era “Cappuccelle” (Tana). Ricordiamo poi “La Ferrarese” e Bosco in corso Garibaldi, Ciffolilli in corso Mazzini (mi dicono che era denominato “Zia Rusine” ma io non lo so), “Lischitille” (Di Risio) in Via Ciccarone. … E “Pucciarille” addò statteve?
Non chiedetemi di più … vado a farmi un panino.

Se avete vostri ricordi, volete fare precisazioni o correggere “errori ed omissioni” fate pure.

venerdì 23 novembre 2012

Anche io portavo i pantaloni rosa.

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Ho cercato e ritrovato questa lettera inviatami da una ragazza romana nel lontano 1975. Lei dice che le sono venute le lacrime per le risate, poiché io allora usavo (tra l'altro) indossare pantaloni rosa mentre allo speaker radiofonico era sembrato impossibile che un italiano potesse indossare un pantalone di quel colore. 
Mi è tornata in mente questa lettera dopo aver letto del suicidio del quindicenne romano, troppo sensibile per poter resistere a tutti gli "stronzi" che non si fanno i fatti propri. 
Io per fortuna ho resistito a tutto (ai benpensanti, ai bulli, e ad ogni tipo di deficiente) poiché ero (e per qualcuno sono ancora) "un faccia di cazzo" o forse solo perché non ero sensibile come può essere un ragazzo nel 2012.

Noi che ... Don Felice.

I Rumori della politica vastese.

Della serie: "A noi Forattini ci fa un baffo!"

Qualche "maligno" suggeriva ....

Da Vastonotizie Corrado Sabatini, consiglieri comunale del Psi, continua a stupire. Dopo essere stato bersaglio di feroci critiche per aver allestito una cooperativa che gestiva per conto del Comune di Vasto la pulizia del Tribunale e dei bagni pubblici, oggi improvvisamente sconfessa il suo segretario politico Luigi Rampa ed i due colleghi del gruppo. Sabatini asserisce che non è questo il momento di chiedere un assessorato, semmai un rimpasto può essere valutato dopo le politiche. Parla a ruota libera il consigliere Sabatini che andrà a votare Renzi alle primarie. E’ evidente che la proposta socialista si sgonfia notevolmente, come aveva anticipato Vastonotizie in un articolo di due giorni fa. Lapenna i problemi non ce li ha con il Psi, ma all’interno del Pd dove sta giocando una partita a a scacchi per andare in Parlamento. Ed un Sabatini che gli corre in soccorso non gli serve, visto che non è credibile un consigliere comunale che ha sempre dichiarato pubblicamente di essere altro rispetto al sindaco. In molti si chiedono come mai l’ex assessore ai lavori pubblici con l’IdV, poi gruppo misto ed alla fine Psi, si sia convertito sulla via di Damasco. I maligni suggeriscono che Lapenna ce l’ha in pugno sulla vicenda relativa ad una costruzione immobiliare in via Santa Lucia, quella palazzina che sembra voglia sfiorare il cavalcavia del ponte sulla Istoniense. Una costruzione la cui regolarità è stata messa in discussione più volte anche da singoli cittadini che si sono chiesti se l’immobile avesse gli stessi requisiti approvati dagli uffici tecnici. Ecco perché Sabatini potrebbe avere più di una ragione, non politica, per frenare le richieste del suo partito e non far mancare a Lapenna quel voto che, in Consiglio comunale, l’avrebbe esposto a rischio imboscate.

giovedì 22 novembre 2012

Vasto e i Vampiri.



Volete appassionare i giovani di Vasto alla letteratura oppure, più semplicemente, alla storia della nostra città? Parlate loro di Vampiri. Parlando di “Dracula” sapranno chi è Bram Stoker e da questo autore conosceranno Dante Gabriel Rossetti. Dal Rossetti poi …

Il cimitero di Highgate

Il cimitero è stato teatro di una impressionante vicenda. Il poeta e pittore preraffaellita Dante Gabriele Rossetti (figlio del vastese Gabriele di cui la statua in piazza) alla morte di sua moglie Elizaheth Siddal, nel 1862, per un’overdose di laudano, volle mettere nella bara un libro di poesie che aveva scritto per lei. Poi, dopo sette anni, Rossetti scoperchiò la tomba della moglie, per riprendere il libro. La trovò perfettamente conservata, con i capelli rossi più lunghi di quando era stata sepolta. L’episodio fece scalpore, e pare che Bram Stoker ne abbia tratto ispirazione per il suo racconto The Secret of Growin Gold.

Tanto per fare un esempio di ricerca:

Finisce ottobre, arriva novembre, Halloween anticipa il giorno dei morti e Direzione Italia vi porta sulle tracce del poeta Dante Gabriel Rossetti e delle vicende che ispirarono Bram Stoker per Dracula, con un’anteprima di un reportage dall’oltretomba.

Nel 1862 la poetessa Elizabeth Siddal venne deposta nel cimitero di Highgate, a Londra. Era una donna avvenente e molto apprezzata come modella. Fu musa ispiratrice per suo marito, Dante Gabriel Rossetti, pittore e poeta britannico di chiare origini italiane: il padre, Gabriele Rossetti, era nato a Vasto, in Abruzzo. Al momento della sepoltura, l’artista volle deporre tra i rossi capelli della sua amata un libro di poesie. Sette anni dopo, riaprendo la bara per recuperare quel libro, trovò il corpo della donna in perfetto stato e con i capelli più lunghi di quando era morta. Il fatto fece scalpore ma fu pian piano dimenticato. Da quel momento, però, il cimitero iniziò ad essere avvolto da un fascino oscuro. L’atmosfera è resa decisamente più misteriosa dallo stile gotico utilizzato per lapidi, statue, mausolei e cripte. Passeggiando tra l’Egyptian Avenue e Lebanon Cyrcle sembra di essere all’interno di un romanzo di Mary Shelley e Bram Stoker ne trasse ispirazione per il suo Dracula: lo cita più volte e vi ambienta la caccia al vampiro di Lucy Westenra che appare tra le tombe con la sua vittima infante tra le braccia. Ma la fama del cimitero di Highgate è andata ben oltre la letteratura, si è intrecciata con la realtà e ha riempito le pagine dei quotidiani inglesi. Negli anni ’60 del secolo scorso, iniziarono una serie di strani avvistamenti, furono trovati animali con la testa tagliata e segni di riti satanici. La gente iniziò a credere al Vampiro di Highgate. Il fondatore della Briths Psychic and Occult Society, David Ferrant e il vescovo inglese Sèan Manchester iniziarono ad interessarsi alla questione e rapidamente si creò un movimento di fanatici cacciatori di vampiri: molti corpi furono riesumati, decapitati e trafitti con un paletto di frassino. Alla fine Ferrant fu condannato a 5 anni di prigione e il cimitero chiuso al pubblico. Dal 1975 l’associazione The Friends of Highgate Cemetery si occupa della sua gestione e delle visite guidate; il cimitero è rimasto un luogo di pellegrinaggi per appassionati del mondo gotico e dell’occulto. ©MarioFracasso 

Non solo quanto sopra descritto potrebbe incuriosire i nostri ragazzi, se non li lasciassimo solamente seguire i film con Robert Pattinson e Kristen Stewart, tuttavia i “professoroni” locali se parlano della nostra città, della nostra storia o delle nostre tradizioni, lo fanno annoiando sempre gli “ascoltatori” con i soliti luoghi comuni.
Dopo aver letto questo articolo in tanti diranno: “già lo abbiamo pensato”, “ci stiamo pensando da tempo”, “è in previsione” eccetera.
Chissà perché però certe cose le propongo sempre prima io e poi …. 
E intanto anche il centenario della morte di Bram Stoker sta passando e nessuno a Vasto l’ha collegato ai Rossetti. Un’altra occasione perduta.  Altro che politica o brodetti!

Piifffffffff!

Le pizze le ho vinte io.

Noi che ... Don Felice


In occasione del centenario della nascita di Don Felice Piccirilli il Centro Culturale Histonium in collaborazione con la Parrocchia della Cattedrale di S. Giuseppe ha organizzato una mostra fotografica sulla vita di Don Felice. I curatori in un momento di difficoltà e di sfiducia, come è senza dubbio l'ora presente, hanno inteso riproporre alla cittadinanza la figura di un uomo che ha dato tutto per gli altri a causa di Gesù. Innumerevoli le iniziative documentate dalla mostra che nei vari pannelli ripercorre tutte le tappe della vocazione del sacerdote. Una missione consapevolmente tesa a attualizzare il principio cristiano di sussidiarietà in funzione del bene comune, che si conclude con la malattia e la morte precoce. La mostra oltre a dettagliare la figura di questo testimone di Cristo, mette in evidenza come attorno a lui si sia mobilitato un popolo che riconoscendolo guida e pastore, è diventato protagonista della storia, presenza feconda e concreto segno di cambiamento nella società civile vastese.                                                                                                                                                               
Paolo Calvano e Beniamino Fiore





mercoledì 21 novembre 2012

Immagine inopportuna.

Certo è un caso l'accostamento dell'immagine (pubblicitaria) al titolo della notizia ma certe volte succede. Quello che invece disturba è l'eccessiva, direi morbosa, voglia di conoscere i particolari. Particolari che bisognerebbe, a mio modo di vedere le cose, lasciare ai "tecnici", nel rispetto del dolore di chi subisce una tragedia.

N.B. Quanto sopra detto non si riferisce a "Il Grillo" (sede dell'involontario accostamento) che svolge correttamente il suo compito relativo all'informazione.

martedì 20 novembre 2012

A Vasto avevamo capito già tutto.


Ci vuole un bel coraggio a prendersela con Nicole Minetti. Giuliano Amato su Sette propone “un’indennità di reinserimento. Due anni di vitalizio anticipato mentre cerca lavoro” al giovane politico non rieletto. Del resto poverino “Un trentenne eletto in Parlamento, dopo due mandati cioè a quarant’anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i sessantacinque? L’esodato di Stato?” dice Amato. Ma se questa affermazione vi pare incredibile, il pezzo di Pirone del Messaggero “La vergogna dei vitalizi: salvi gli assegni dei consiglieri regionali”, ci dimostra che né il governo tecnico né i politici di professione, sono ancora riusciti a correggere le storture inerenti il vitalizio dei consiglieri regionali. Hanno fatto praticamente una norma anti-batman, ma che rischia di non funzionare. Anzi, nonostante l'intervento, sembra che non si possa impedire ad una ottantina fra consiglieri ed assessori della regione Lazio di percepire il vitalizio a 50 anni. Pierangelo Ferrari deputato PD relatore del provvedimento in questione dice: “Ma davvero possono farlo? Questo dettaglio lo ignoravo”. Per questo motivo anche attraverso la nostra associazione “Amici di Nicole Minetti ovvero: credete forse di essere meglio voi?” vogliamo ribadire che il problema dei problemi in Italia é quello del sistema della selezione della classe dirigente. Perché l'attuale sistema di selezione é quello che produce sia i Batman che i Trota. L'attuale sistema produce sia i Maruccio che gli Scilipoti. Produce sia coloro che fanno leggi che consentono alla casta di andare in pensione a condizioni scandalose, sia coloro che vogliono abolire queste leggi ma non ne sono capaci. Allora la nostra domanda é: ma se non cambiamo il sistema di selezione, se non riusciamo a mandare ai vertici gente più preparata, quando li risolveremo i tanti problemi che abbiamo?


La TV vi annoia?

Una volta si diceva: "piove Governo ladro". 
Anche adesso piove eppure i fiumi sono asciutti. Cosa dovremmo dire: "Il Governo ruba l'acqua?"
Vi chiederete perché. Vi chiederete dove finisce l'acqua che pure copiosa scende giù. Qualcuno risponderà che non ne arriva abbastanza. Lo dice la TV? Quella stessa TV che mostra immagini di alluvioni? Vi chiederete  
... ma con calma. Non c'è fretta.

lunedì 19 novembre 2012

Politica locale


Ho sentito dire:

Vasto a confronto delle altre cittadine dell'Abruzzo ha perso dieci anni di crescita, ma "se si rimette in carreggiata ha un potenziale maggiore rispetto agli altri Paesi". Tutto questo grazie all'operato della mia amministrazione: ora Vasto e' "un paese più competitivo", capace di realizzare misure per attirare investitori e con i conti a posto. Tuttavia questo discorso vale per la situazione attuale, su quello che potrebbe accadere al termine del suo mandato, il sindaco Lapenna non si sente di garantire. "Non posso garantire per il futuro, sarei già contento se potessi migliorare il presente come credo stiamo facendo con lo sforzo di tutti", 
"Il nostro compito - dice il sindaco - e' quello di promuovere le imprese locali e favorire il sistema Vasto".

A Lapenna fa eco il Psi:

''Io auspico un Lapenna-bis, spero che Vasto continui ad essere affidata a mani capaci, ad una persona seria''. Lo afferma Corrado Sabatini, intervenendo su Piazza Rossetti. ''Molino e Del Prete sanno che li stimo'', chiarisce l’ex assessore, ma ''non voglio affidare il Paese a una destra che resuscita il rapporto con Desiati o a una sinistra che ha un rapporto politico con chi è contro l’ampliamento del Porto, le grandi opere pubbliche, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, le città satelliti. Tutte questioni sulle quali il Psi ha espresso posizioni diverse in Consiglio comunale.

Se Lapenna continuerà o meno ''saranno i fatti a dirlo'', dice Sabatini aggiungendo che c'e' però ''la necessità di continuare con l'agenda Lapenna. Per la prima volta si parla un linguaggio duro, impopolare. Lapenna - sono ancora parole di Sabatini - dice la verità, non ci sono più promesse e demagogia, dice che siamo messi male e che bisogna fare sacrifici''.

Purtroppo c'è chi intravede possibili vantaggi dal nostro comportamento e vuole accreditarsi, ma la nostra risposta sarà durissima. Ci scusiamo con tutti.

…… poi per fortuna mi sono svegliato.

... Non ha prezzo

Ritrovare per caso una "antica" compagna di scuola ... non ha prezzo.

Scarpasciudd


PER SABATO PROSSIMO, FATEVI 'GLI'ANALISI!
sabato 17 nov'12, campo Incoronata.

ATHLETICO MINEIRO   SAO PAULO   1 - 6
arbitro Orazio Di Blasio

ATHLETICO MINEIRO ( Rossoblu ):Granata, Isoardi (2°t.Patriarchi ), Ronzitti N, Ronzitti F, Serafini( 20'Di Marco ), Soldano, Vino, Ronzitti go, Bozzelli, Docuta

SAO PAULO ( Nerogialli ): Loreta, Antenucci, Di Marco( dal 20'con i blu ), Sboro, Di Foglio, Patriarchi( 2°t Isoardi), Fanucci, Sebastiani, D'Angelo, Ronzitti L, Frangione
   
Importanti defezioni (Puddu, Reale, D'Adamo, Cicchini, Lemme) e Scarpasciùdd' carioca, oggi, in un 10 vs.11 fino al 20' ( poi in parità ), poichè Silvano, precipitoso nel rientro dopo infortunio, 'ci aricàsche n'àddra vòdde' ed è costretto ad uscire: fino ad allora il punteggio era di 1-1. Al 9' il giallo Frangione smarca con un piatto liftato Lorenzo Ronzitti, libero da destra di centrare la porta di precisione: 0-1. Dopo 2 occasioni fallite dai gialli (D'Angelo da destra manda fuori di un soffio, Frangione conclude in tribuna), arriva il pareggio: Bozzelli lancia Gogò Ronzitti, che accentrandosi sfrutta un'indecisione (l'unica ) di Sboro e a volo, con una mappina di destro, tramortisce Loreta: 1-1. Dopo l'episodio di Silvano, la difesa dei blu si riassesta nei ranghi, ma al 29' Max Frangione, lanciato da Sboro, brucia i marcatori e segna l'1-2; i blu si rifanno minacciosi con un cross di Soldano, testa di Gogò, palla a fil di palo sx. Nell'intervallo il maresciallo, improvvisandosi dietologo, centellina gli inviti per sabato prox, escludendo categoricamente i'mangioni' ('vàtte a tirà lu' suànghe, 'ca mi sà chi ttu tì lu' culuesteròle hàdde!, tu ti li gàmma ggì-ttì sballète, tu a dà magnà sciapìte ca' ti trème li mène...) e concordando con lo chef il menù ('pi ppòche nin ji' calàve 'nu tuòcche' quando Soldano gli ha detto per scherzo che era impegnato col 'trappìto'); ad ogni modo, nel 2°t, scambio di maglie tra me e Isoardi (e questo, a fine partita è stato decisivo, a detta dei gialli, che ' m'arifricàvene bbòne bbòne'). Ordunque, la cronaca: al 10' Frangione triangola con Sebastiani, tunnel su Patriarchi, e il maresciallo solo soletto che da sx.segna l'1-3; a' stù pùnda què' i blu cominciano a dare battaglia, tra di loro, però: Bozzelli che 'acchiàppa a tòjjie a pitrànne' il tattico Vino, che a sua volta 'càle li cazzungìlle' ad un evanescente Docuta, mentre Soldano si diverte a 'còjje lì purtuhèlle' a bordo campo: in sintesi ecco il centrocampo dei blu); al 13' è invece Lorenzo Ronzitti che, senza interdizione, s'inserisce da centrocampo e da dx. stanga imparabile a rete: 1-4. Al 23', dopo una dormita di Di Marco, Pietro D'Angelo scatta sulla dx. e con un diagonale secco insacca l'1-5. E mentre il blu Gogò 'si ràtte ... la còcce, arriva l'eurogol al 35': dopo una respinta della difesa blu, Franz Sboro arriva dalla difesa e 'accòppe na' sàrdelle' di sinistro che coglie la traversa interna e termina dentro: 1-6. Orazio fischia il termine gara con largo anticipo, ponendo fine ad una partita divertente per entrambe le squadre solo nei primi 45'.
La prima cena stagionale arriva proprio al momento giusto: a sabato prossimo, architè!

Class.cannonieri:13 gol: Frangione, Ronzitti Go   7 gol:Angiolillo   6 gol: Ronzitti L  5 gol: D'Angelo   4 gol: Sboro, Serafini A   3 gol: Cicchini, Frasca M, Storto   2 gol: Bozzelli, D'Adamo FP, Reale, Sebastiani    1 gol: Fanucci, Piras, Salvatore D

domenica 18 novembre 2012

Aragonesi cercasi.




Un solo grido: "Forza Vasto"!

Principi e princìpi.


Da tempo a Vasto si confonde l'amministrazione della città con la politica. In questa maniera non funzionano né l'una né l'altra. Ma coloro che si credono "Principi" e non lo sono, non potranno mentire a se stessi ancora per tanto tempo. Chi non ha princìpi dovrebbe ......

N.B. Ho bendato i figuranti poiché non vorrei che costoro si "vedano" paragonati a coloro i quali mi riferisco. A proposito: so benissimo che principi (nel senso di morale, non titolo) si scrive senza l'accento ma ... meglio precisare.

sabato 17 novembre 2012

Commento spontaneo ma in chiaro (come si deve) al tuo post “Mentre noi ...in ansia”



Leggo: "Per ora non dice altro Luigi Rampa, segretario del Partito socialista di Vasto", e a leggerlo pare si dia per scontato che tale persona abbia titolo a interloquire, anzi e peggio a interventire presso il Sindaco e nell'Amministrazione di Vasto. Forse sarebbe bene sapere e far capire ai cittadini del perchè e per come gli eletti democraticamente a governare il Comune debbano trattare – ed è questo il caso - con un esponente di un partito che nessuno ha votato in quanto nelle ultime elezioni non ha presentato sua Lista alcuna.
Oggi si dice, anche a sproposito o per subdolo calcolo neo-elettorale: "non vogliamo più partiti", e qui stiamo ad occuparci e preoccuparci di un psi che - detto alla Grillo - è una specie di zombi di cui poi non si avverte alcun bisogno tra noi. Per fare che o cosa, per quali valori che gli altri (partiti o liste civiche) non avrebbero o non sostengono? Tanto per cominciare.

Capisco la consuetudine al "teatrino" in politica, ma credevo che la "prima republica" fosse già andata e che, visto che si ciancia persino di una "terza" (...ancora e ancora il teatrino), di certo si hanno oggi occhi nuovi e diversi sulla 'cosa pubblica' e nei confronti di chi sta in politica. Pensavo che potessimo essere ormai più freddi, più realistici e concreti, meno propensi a sorbirci tali intrallazzi e tali fandonie private, come fossero 'istituzionali'.
Quanto ai consiglieri che oggi si dicono "socialisti", ma che ancora non ci hanno detto del perchè e in quanto si sentono tali, e di quali esigenze, richieste civili e democratiche si sentano esponenti e portatori: il dichiarare e ammettere di aver sbagliato a farsi eleggere in altre liste elettorali..., può e deve significare soltanto - a mio avviso, certo - che dignitosamente devono lasciare l'incarico amministrativo ottenuto ad altri della lista di elezione. Ricordiamo, non inutilmente, che i primi di una lista vengono eletti anche in forza dei voti ottenuti dagli altri candidati. Lo si sa, ma occorre ricordarselo e farlo presente.

Riassumo, per un commento che rischia di farsi troppo lungo, sebbene per una questione che meriterebbe veramente un approfondimento, sia pure dialettico e a più voci:
·         il Psi, in quanto partito, è una aggregazione politica che non ha titolo ad avere rappresentanti in Consiglio;
·         il Sindaco e le altre forze politiche hanno da interloquire soltanto con i consiglieri eletti, quale che sia la loro scom-posizione fra i consilieri comunali;  
·         il signor Luigi Rampa, o chi per lui, quale rappresentante di un partito che non ha concorso alle ultime elezioni comunali, non ha alcun titolo a voler determinare (poi per proprio inaspettato ma ben evidente tornaconto e capriccio) la scomposizione/ricomposizione dell'attuale Amministrazione di Vasto. Sbaglia chi gli da importanza e udienza, sbagliano i Media a dare a lui, e a tale antidemocratica faccenda, spazio, attenzione e dunque insperata quanto non elettoralmente ottenuta rilevanza;
·         il Governo attuale di Vasto e la maggioranza in cui si riconosce, non possono e non devono far altro che, per il suo Programma, presentarsi in Consiglio nella forma e composizione che si è data (o che per sua autonoma volontà, eventualmente, si vorrà di nuovo dare), ottenendo o meno fiducia e approvazione dei propri singoli atti, dai componenti eletti. Occorre coraggio - si sa - e rispetto vero delle Istituzioni, e del popolo elettore non meno. Quanto ai tre consiglieri che non si riconoscono più nei gruppi di elezione di partenza o di primitiva appartenenza, e che ormai “fanno parte per se stessi”, nel caso ed ogni qualvolta, voteranno senza “vincolo di mandato” certamente (come gli altri, del resto) ma mettendo in chiaro le proprie responsabilità personali.

Capisco che il titolato di FPD’A cui mi riferisco “!mentre noi ...in ansia” è a suo modo ironico, e, allora, se è per divertirci, convengo ed ecco che volentieri partecipo... Se non che, ripeto, di riffa e di raffa, un “...troppo importante mi facesti!” dovrebbero affermare costui e ciascuno degli altri inspiegabili “socialisti”. Minghia!
GFP

Dov’è via Sportello?


Li simmigge, la cappizzètte, lu puìsche, la mmascatùre, tutti termini che fino a qualche anno addietro erano di uso comune  ma di cui ora, con la scomparsa del dialetto, pochi ricordano il significato.
Avevo una diecina d’anni quando ascoltai un discorso nella bottega di Mimì di “Cillacchiette”:
“Mimì! Mi puzze toje nu punielle di cappizzètte?” e Mimì: “si ti dice di no mi dice ca so spilorce, ma a’ da capì c’alla fine dell’anne ugne punielle di capizzètte fa li cuntuale!” e poi borbottava tra se: “e mi puzze toje ddu chiuve … e mo mi toie ddu simmigge … e alla fine dell’anne chi li paghe?”
Forse è il caso di tradurre, considerato anche che il mio dialetto scritto, sicuramente non è corretto. “Mimì! (diminutivo di Domenico) posso prendere un mucchietto di chiodini fini (aghi a pezzetti)? Risposta: “se ti dico di no dici che sono tirchio, ma devi capire che alla fine dell’anno la somma di tutti i mucchietti di chiodi dati gratis diventa quintali”.
Se non capite il resto fatevelo spiegare.
Quello che invece avrete capito è che parliamo di ferramenta.  Il più antico secondo me è stato Biagio Forte, la cui insegna ancora esiste in piazza Rossetti, sulla vetrina del negozio gestito dal nipote Vittorio. Poi c’erano D’Annunzio in corso Nuova Italia e Di Bussolo, se ricordo bene in via Sportello. Il Mimì di cui ho raccontato l’aneddoto invece aveva la bottega in un primo tempo a piazza Rossetti, successivamente in corso Garibaldi (angolo via Ancona) dove suo padre e i suoi  fratelli gestivano una importante azienda che trattava (e tratta) legname.
A proposito: Li simmigge sono chiodini piccoli usati per lo più dagli “scarpari”; Lu puìsche è una serratura così come la mmascatùre. La cappizzètte …. già detto prima.
A proposito! Dov’è via Spoertello?

venerdì 16 novembre 2012

Mentre noi ... in ansia.


I socialisti non firmano il documento di Lapenna e della maggioranza di centrosinistra. Di volta in volta, in Consiglio comunale decideranno il da farsi, senza vincoli di coalizione. Ma non passeranno dall'altra parte, cioè con l'opposizione. 
"Linea dura? Né dura, né morbida". Per ora non dice altro Luigi Rampa, segretario del Partito socialista di Vasto. L'amministrazione Lapenna è appesa al filo rosso che la lega al Psi. I tre consiglieri comunali hanno le forbici in mano. Se tagliano quel filo, cade la Giunta e si torna al voto. 

Il resto su Zonalocale.

Per altri motivi.

Anche io e Tiziano Longhi siamo stati su Dagospia. Per altri motivi.




mercoledì 14 novembre 2012

Ma cosa succede a Palazzo d'Avalos?



Don Antonio Bevilacqua, parroco di San Lorenzo, intende presentare nella pinacoteca di Palazzo d'Avalos, una tela del Maestro Cesare Giuliani che sarà benedetta l'8 dicembre da Monsignor Bruno Forte nella chiesa dell’importante contrada di Vasto, intitolata al “santo della graticola”.
La tela, di notevoli dimensioni, che si intitola “Il martirio di San Lorenzo” è stata donata dal Giuliani, artista molto conosciuto in città, alla parrocchia che prende nome da questo santo.
Sabato prossimo saranno passati due mesi dalla richiesta. Il comune non si è degnato di rispondere (A dire il vero avrebbe risposto negativamente, ma a voce e telefonicamente).
Voci, (ebbene sì, per  Palazzo d'Avalos siamo costretti a ricorrere alle voci) dicono che ci sarebbero problemi con la normativa antincendio. Noi non vogliamo credere a queste voci. Anche perché non più tardi di due mesi fa si é svolta a Palazzo d'Avalos la festa dell'Italia dei Valori. E non molto tempo fa ci sono state riunioni massoniche, di cui non si arriva ad ottenere documentazione. Sembrerebbe che anche altre associazioni abbiano fatto richiesta della pinacoteca, ma hanno avuto, sempre verbalmente, risposte negative e sono state “invitate” a scegliere altri luoghi.
Si aggiunga a quanto sopra che la parte metallica (di solito) posta sulla vera del pozzo (come potete vedere in foto) è rimessa al buon cuore dei rigattieri che non hanno voluto impadronirsene dal momento che è “buttata” nel cortile come un ferrovecchio.
A questo punto, diventa persino difficile fare tutte le domande che scaturirebbero da queste situazioni. Una però ce la lascerete fare:  C'è stato tutto un gran trambusto per “affidare” la gestione di Palazzo d'Avalos: questi sono i risultati?
Quindi, pur non volendo distogliere nessuno dall'occuparsi dei problemi italiani, chiediamo: ma cosa succede a Palazzo d'Avalos?