mercoledì 31 agosto 2011

Chiude la mostra dedicata a Filandro.



A memoria, di Lattanzio Filandro e di una Mostra conclusa

Inaugurata il 23 aprile, chiude a Vasto la Mostra “ Filandro Lattanzio - Il colore e l’atmosfera”, allestita con cura filologica e con apprezzabile decoro espositivo, col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Vasto, presso le restaurate sale del Palazzo D’Avalos, nel 25° dalla morte. Non un’antologica, ma espressivi momenti ed esiti di un pittore locale formatosi artisticamente nei primi decenni del novecento a Vasto, vissuto a lungo altrove, a Roma, a Firenze e poi a lungo in Francia, tornato nella città natale nel 1973. Qui continuò a esercitarsi con i suoi pennelli e colori, a figurare i suoi quadri in uno studio-galleria stabilito nei pressi della Via Adriatica (“di fronte all’orizzonte aperto del mare”, dirà), sino alla morte, sopravvenuta nel 1986.

Si dice che Lattanzio iniziò da ragazzo con una cassettina di pochi colori regalatagli. Prese a dipingere cercando di catturare e conservare i chiarori del cielo e le trasparenze del mare, lungo la costa, in prossimità degli antichi trabocchi, una sorta di ‘affaccio’ atavico di pescatori e artisti sul mare, cui si chiede, al tempo stesso, buon pesce per “il brodetto” o impressioni visive, serene e talvolta malinconiche. Privo di pennelli, sembra che dipingesse con le dita, tant’è che la cosa parrebbe spiegare, sia pure per miti, una pittura per grumi e campiture, poco definita nel disegno. Poi, in Francia, la sua tavolozza si fece più decisa, più corposa, utile a raffigurare per se stessa più che per descrivere. Le figure, dagli autoritratti a quelli delle persone cui diede attenzione formale ed anche sentimentale, poi immagine iconica, apparvero per catarsi d’arte più serene e oggettive. La sua fu un’esperienza intellettuale, prima che artistica, varia e complessa. Partito da un ristretto luogo di provincia, ebbe voglia e capacità di ‘guardarsi in giro’ prima di esprimersi più originalmente con le sue tele.
Come si legge nel Catalogo alla mostra: “…fondamentalmente un autodidatta … ha indagato l’arte dei grandi maestri … Ha studiato Piero Della Francesca, si è emozionato davanti alle opere di Carrà e De Chirico, e sul versante d’oltralpe è rimasto fedele al dettato plastico di Cézanne e dei Cubisti. (…) In Francia … ha la possibilità di affinare la sua tecnica, anche grazie al confronto con i movimenti che hanno rivoluzionato la storia dell’arte, come il Cubismo ed i Fauves. I colori diventano squillanti, energici …, anche se la sua arte rimane nel solco grande della tradizione…, quella delle avanguardie del novecento” (R. Presenza).
Si potrebbe così affermare che nella sua capacità visivo-pittorica assai permeabile ai luoghi e allo studio dei maestri contemporanei e non solo, nel suo ritenersi soddisfatto di “dipingere, e dipingere soltanto”, gli è mancato il dono dell’originalità più netta ed estrosa per essere considerato un vero Maestro nella storia dell’arte del Novecento. Se è vero, non dimeno, che l’arte di Filandro Lattanzio, per la sua qualità pittorica mutante ma indubbia, “è destinata a durare nel tempo” (come scriveva G. Pillon nel recensirlo), occorre dire (e dispiace) che questa esposizione vastese appare in tal senso e in certa misura un’occasione mancata in termini di pubblicizzazione utile e necessaria a far conoscere la sua arte a un pubblico più vasto e più specialistico. Mettere in mostra, anche in spazi ‘nobili’ e di riguardo, non basta a fare, anche in termini turistici, di una mostra un Evento. E nemmeno Cultura, se è vero che questa è frutto di conoscenza, partecipazione e acquisizione di valori da parte di una pluralità ampia di persone.
Insomma: un’esposizione dovuta, un’iniziativa lodevole, ma si deve pensare che è mancata la convinzione di doverla promuovere ulteriormente perché fosse conosciuto ed apprezzato al meglio possibile l’esempio - questo sì magistrale - di un uomo che all’arte della pittura, intesa come quotidiana meditazione ed elaborazione visiva, dedicò una vita intera.
"Sono molto contenta per questa esposizione” - ebbe a dichiarare, all’inaugurazione, Viviane Dutaut – aggiungendo: “Le opere d'arte se restano chiuse in qualche luogo, sono morte. Affinché vivano, devono poter essere guardate da tutti".
A conclusione, dopo quasi cinque mesi di esposizione (finita in pratica nel silenzio e nell’indifferenza dei più), possiamo dire di aver risposto al meglio a questa oggettiva convinzione e all’implicito auspicio della figlia di Filandro? Io non credo.

Giuseppe F. Pollutri (critico d’arte)

Se Rimini tenesse lu mare ....


In questi giorni si paragona la Città del Vasto a Rimini. Sempre in passato, per tante motivazioni, si è provato a fare questo accostamento. Questa volta però ad accomunare le due località balneari è … “la cacca”.
Ho conosciuto questa estate alcuni gruppi di ragazzi che dalla riviera romagnola si erano fermati a Vasto, in attesa di raggiungere il Salento. In tanti fanno questo, magari riproponendosi di tornare per visitare più a lungo la nostra città che appare a tutti molto bella. Molto sommessamente, quasi in confessione, mi dicevano che anche da loro il problema degli scarichi a mare stava diventando insostenibile. Ragionando insieme però, è venuta fuori una enorme differenza tra i Vasto ed il centro Romagnolo. Se a Rimini manca il “mare” per il vacanziero non ci sono problemi. Le attrattive sono tante e variegate. Se a Vasto manca il mare cosa rimane?
Una sera alcuni di questi ragazzi mi hanno chiesto: “come possiamo raggiungere San Salvo Marina? Poiché ci hanno detto che lì possiamo trovare un po’ di vita. Ieri sera siamo stati a Vasto Marina e non c’era nulla”. Io sono rimasto molto male nel sentire quelle parole. Non certo per campanilismo o solo per campanilismo.
Come mai le tante attività che Vasto esprime non riescono a creare quel movimento, quella animazione, che il turista cerca? Sarebbe facile addossare la colpa ad un sindaco indeciso che, senza proporre alcunché, emette ordinanze e le ritira come se giocasse a “ruba bandiera” (non volendo ho pronunciato la parola “bandiera”, magari blu). Ma è solo colpa sua? Certo accostiamogli i suoi “compagni” nell’Amministrazione Comunale che non brillano certo di “iniziativa”, come direbbe una famosa canzone, nondimeno accosterei anche chi sta all’opposizione che ogni tanto “finge” di punzecchiare l’Amministrazione ma si pone allo stesso livello.
Se permettete però io nel calderone di chi ha le colpe metterei anche gli esercenti che non fanno “sistema” o lo fanno in maniera errata.
Il caso di piazza Caprioli è emblematico della disorganizzazione imperante nella nostra città. Alla errata ordinanza del sindaco fa seguito un errato comportamento degli esercenti a cui fa eco una sconclusionata reazione dei residenti. Questi ultimi hanno ragione in maniera sacrosanta. Non è solo questione di “volume” però.
Toccherebbe all’Amministrazione cittadina trovare una “imparziale” decisione, una formula non necessariamente magica, che accontenti questi ultimi salvaguardando quelle attività di cui la stessa Amministrazione si “vanta” di aver permesso l’apertura. Le idee tuttavia non ci sono e così, come per risolvere il problema della fogne il Presidente del Consiglio comunale propone di vendere Aqualand o il sindaco esclama: “Indispensabile la variante del Prg”, i “giovani” che non trovano alternative dedicano il loro tempo a danneggiare il monumento ai caduti o ad atti vandalici di ogni tipo.
E allora? Mi chiederete. Dov’è la proposta? Aspettiamo il “forum sul turismo”, poi ne riparliamo.

SCHIFOSI, PORCI, ROTTI IN CULO! ... E ditemi pure che sono volgare.

Vandali: violato monumento ai Caduti e water lasciato in via Barbarotta

Nuovi raid vandalici nel centro storico di Vasto. Questa volta le mani ignote che distruggono patrimonio pubblico e arredo urbano hanno violato il monumento ai Caduti, in piazza Caprioli.

Staccati uno a uno gli elementi verticali della lampada votiva, di cui è stato tranciato anche il rivestimento in vetro della lampadina.

E nella vicina via Barbarotta "hanno lasciato per strada un water pieno di scritte", raccontano due residenti della zona. Gli addetti del settore Servizi del municipio hanno raccolto i pezzi della lampada, che ora andrà sopstituita.

Altri atti di vandalismo nel cuore della città erano stati compiuti di recente sulla loggia Amblingh: divelti i cestini dell'immondizia e alcune assi delle panchine in legno. Scritte e graffiti fatti con le bombolette spray compaiono periodicamente sui muri esterni della casa di Gabriele Rossetti e della cappella dedicata alla Madonna della Catena.

A Vasto Marina qualcuno si è accanito nelle scorse settimane contro le vetrate delle rinchiere e il marmo che riveste le panchine di viale Dalmazia nella zona della rotonda. Nel 2010, in base ai dati forniti dalla Prefettura di Chieti, i danneggiamenti del patrimonion pubblico sono stati a Vasto oltre 300, con spese per le riparazioni di oltre 15mila euro a carico della collettività.

micheledannunzio@vastoweb.com

martedì 30 agosto 2011

Che brutta giornata oggi.

Già avevo saputo che non potrò più godere della gentilezza e della educazione del Dott. Roberto Ventura. Ora ho saputo che ci mancherà anche il sorriso di Daniela Salvatorelli. Oggi è proprio una brutta giornata.

Un po’ di … campanile.


A Vasto c’è, ma pochissimi lo sanno, l’ultimo “campanaro”. Si chiama Nicola Valentino Rosato. Un giovanissimo ragazzo che vive a Punta Penna, frequenta la scuola di musica Tina Marrollo a Scerni e lavora presso lu “furnarille”. E’ un cultore di storia locale con una passione particolare: “la frana del 1956”.
In occasione del 55° anniversario del crollo di Palazzo Ponza (29 agosto 1956) avrebbe voluto suonare 55 rintocchi della campana posta sul suolo della demolita chiesa intitolata a San Pietro, per ricordare il tragico evento. Impossibile realizzare la cosa, sprovvisti dei necessari permessi, senza provocare la reazione degli abitanti del quartiere e l’intervento delle forze dell’ordine. Così, ritenendo l’idea molto valida, personalmente mi sono impegnato a far concretizzare questo suo sogno entro l’anno corrente. Provvederemo presto con gli iscritti all’Associazione Culturale “72 dell’arte” a richiedere i dovuti permessi ed a creare un suggestivo evento. Di seguito pensiamo di realizzare, con l’aiuto della comunità religiosa locale, un tour dei campanili di Vasto.

lunedì 29 agosto 2011

Per il ghiaccio garantiamo noi per il resto non so.


SANTA CHIARA
• All’esterno si vendono prodotti vegetali gettando per terra tutti gli scarti
• Mancano all’esterno del mercato i cassonetti
• Al banco formaggi esterno, mancano le etichette sui prodotti
• Volte e pavimenti risentono di scarsa manutenzione e pulizia
• Si riscontrano perdite di acqua dal soffitto
• La copertura con teli polverosi e sporchi delle vetrate è fonte di pericoli igienici per le merci acquistate dai consumatori.
• I tombini risultano sporchi e ostruiti internamente, alcuni coperti con cartoni
• La presenza di un cassonetto è insufficiente e si registrano scarti di vegetali per terra
• Assente ogni forma di vigilanza all’interno del mercato.
• Nei servizi igienici risulta funzionante uno solo e con perdita di acqua
• Riscontrata la presenza di un signore che va a recuperare nel secchio dei rifiuti le cassette di polistirolo del commerciante di mozzarelle
• Alcune bilance non espongono alla pesatura, la tara
• Nessun commerciante con banco refrigerato ha acceso l’alimentazione della corrente e tutti i prodotti anche freschi sono venduti a temperatura ambiente
• Al reparto sottostante dedicato al pesce si trova un solo commerciante che propone la vendita di pesce in una situazione d’igiene ambientale non accettabile
• Il locale è pieno di mosche che si collocano sui pesci in grandi quantità
• L’odore è di pesce non ben conservato come si evidenzia anche alla semplice vista
• Nessuna regola igienica relativa alla conservazione con ghiaccio viene rispettata.

L'estate ... sta "finendo".



Non è più il momento di tacere.



Noi amiamo Vasto, e lo abbiamo dimostrato in tutte le maniere. Noi in questa “aestas horribilis” abbiamo tenuto duro. Abbiamo taciuto, abbiamo evitato di strumentalizzare politicamente quello che è un vero disastro. Sarebbe stato facile ricordare che ad amministrare questa città, da troppo tempo c'è gente molto veloce nel mettersi in posa per i flash, e molto meno veloce quando si tratta di affrontare i problemi. Adesso però non è più il momento di tacere. Adesso è il momento di agire e di identificare le responsabilità. Vogliamo raccogliere l'appello del consigliere Molino che invita all'unità. Vogliamo passare sopra all'ingenuità dimostrata dall'assessore Marra, che è riuscito con una non notizia (il rinvenimento di un ferro in spiaggia) a buttare acqua bollente sulle già purulenti piaghe di questa estate Vastese. Vorremmo però non assistere ad interventi scomposti come quello dell'Assessore Suriani, che con un improntitudine imbarazzante per i Vastesi, attacca l'organo che assegna le bandiere blu. Il processo logico è evidente quanto stupefacente. Se la Fee ci assegna la bandiera blu allora tutto è a posto. Se la Fee invece, a seguito di episodi gravissimi, ipotizza una sospensione cautelare quanto meno dovuta, allora piovono le proteste. Ecco, forse l'assessore Suriani è l'unica che avrebbe fatto meglio a tacere.

Francescopaolo D’Adamo
(Coordinatore ApV)

Maurizio Santulli
(Coordinatore ApI)

domenica 28 agosto 2011

D'argento solo i capelli. Il resto è d'oro.


Oggi io e mia moglie compiamo 25 anni di matrimonio. Mi piacerebbe che rispondesse a chi le domanda di me:

da un po' di tempo (è) un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio


(Fabrizio De Andrè)

venerdì 26 agosto 2011

La cultura viaggia su ....


Mi viene da piangere se penso che la nostra città non è rappresentata nemmeno su un centimetroquadro di questo autobus. Mi viene da piangere perchè purtroppo è giusto sia così. Qual'è infatti, oggi, la figura rappresentativa della nostra città che può suggerire una motivazione che spinga l'ideatore di questa pubblicità a inserire Vasto tra le immagini rappresentative della cultura abruzzese?

Dai su che guardando bene, anche se non riconoscibile, Vasto c'è ....

giovedì 25 agosto 2011

La solitudine del numero primo.



Da ragazzo mi piaceva correre la corsa campestre e le gare di mezzofondo in pista. Mi capitò di vincere una corsa importante a livello studentesco e diventai “l’uomo da battere”. Non avevo vinto perché fossi forte ma perché mi ero impegnato molto e, forse perché outsider, gli avversari non mi “considerarono” sufficientemente. Da quel momento però non potevo tradire coloro che erano diventati miei tifosi. Ero il “campione” del liceo e dovevo impegnarmi molto per confermare questo ruolo. Ai Giochi della Gioventù a Chieti mi aspettavano al varco. Gomitate ai fianchi alla partenza e chiodi (quelli delle scarpette da corsa) conficcati alle caviglie o nei polpacci durante la corsa. Questo comportamento però faceva parte del gioco e non riuscì ad allontanarmi da quella passione. Mi piaceva correre, mi importava “partecipare” (da protagonista) non mi importava vincere. Naturalmente quando vincevo ero felice tuttavia non ho mai “sfottuto” l’avversario, neanche quello scorretto nei miei confronti: quelle erano le sue armi, quelle aveva a disposizione, non poteva far altro, probabilmente anche io al suo posto avrei fatto come lui ma non mi è mai capitato.
Un episodio però durante una corsa mi ha fatto pensare e ancora lo ricordo.
Era una corsa stupida, serviva per formare la squadra del Liceo Scientifico per una gara a Scerni. Io non avevo nessun problema perché in quella squadra già c’ero. Correvo in scioltezza, incurante di chi mi passava. Ad un certo punto però un “amico”, assieme ad un gruppetto di altri “corridori per caso”, di quelli che dovevano correre per far numero e per il voto in ginnastica, mi superò e cominciò a schernirmi dicendo agli altri: dai che battiamo “D’Adamo”! Dai che è scoppiato! “D’Adamo”, perché un amico mi chiamava “D’Adamo”? Perché diceva “è scoppiato” con senso di distacco e forse di disprezzo? Eppure lui, comodamente seduto sui gradini della scuola o su qualche motorino parcheggiato, mi vedeva correre, vedeva quanta fatica facevo nell’allenarmi. In pochi secondi pensai: "questo è il tipo che, se mi batte, nell’unica corsa a cui ha partecipato, se ne vanterà nei miei confronti per tutta la vita". Fui preso da un tale senso di orgoglio che non solo superai quel gruppetto ma vinsi la corsa. La vinsi superando un ragazzo che ci teneva tanto a vincere quel giorno, perché lo stava guardando la ragazza. La vinsi con uno scatto da centometrista sul finale, passandolo a due metri dall’arrivo.
Non dimenticherò mai la delusione che lessi nello sguardo di quel ragazzo quando andai a stringergli la mano. Valeva la pena vincere quella gara?

mercoledì 24 agosto 2011

Vasto ... corto ... festival.

Da Histonium. net

L'assessore alla Cultura, Anna Suriani, risponde alle accuse di Simone La Rana
a cura della redazione

"Ingiuste e prive di fondamento le critiche rivolte da Simone La Rana circa la mancata proiezione della sua opera e la proiezione del cortometraggio 'Maremaje'".
E' così che l'assessore alla Cultura Anna Suriani ha commentato le dichiarazioni del giovane regista rilasciate subito dopo la fine del Vasto Film Festival.
"Tale corto - continua la Suriani - non è stato scelto o selezionato a nostro piacimento tra altri, ma proposto agli organizzatori perché frutto di una collaborazione con il Progetto Giovani e l’Assessorato alle Politiche Sociali, avviato da settembre 2010, che ha visto la partecipazione di oltre 70 cittadini vastesi (tra i quali lo stesso La Rana) e realizzato con il patrocinio ed il sostegno economico della Presidenza del Consiglio Comunale.
La sua programmazione ha voluto testimoniare comunque l’attenzione della nostra amministrazione all’impegno ed al lavoro dei giovani che continua anche in una anno in cui, per problemi di tempo, non è stato possibile realizzare la specifica sezione dedicata ai cortometraggi.
La proiezione, non sarà sfuggito al La Rana, non ha certo goduto dell’enfasi e della visibilità riservata invece l’anno scorso ai cortometraggi, che hanno addirittura caratterizzato un’intera serata del festival 2010.
L’inserimento postumo di altri cortometraggi senza l’opportuna pubblicizzazione del concorso - conclude la Suriani - avrebbe davvero creato condizioni di iniquità e scarsa trasparenza. E’ comunque nostra ferma intenzione, per le prossime edizione del festival, proseguire con la sezione dedicata ai cortometraggi nel segno di una sempre crescente qualità.

La risposta

Mi stupisce che la d.ssa Suriani trovi ingiuste e prive di fondamento le mie critiche nonostante che, nel suo odierno comunicato:
- ha ammesso che la sezione dedicata ai cortometraggi, quest'anno, è stata esclusa dal Vasto Film Festival per 'problemi di tempo' e, dunque, per incapacità organizzativa dell'Amministrazione, che ha fortemente penalizzato il mondo dei giovani;
- non ha contestato che l'Amministrazione aveva deciso, con delibere ufficiali e nel programma pubblicato, che non sarebbero stati proiettati cortometraggi, salvo poi, in assenza di qualsiasi elemento di novità, a cambiare idea in danno di tutti i 'corti' esclusi;
- ha ammesso che il cortometraggio prescelto dall'Amministrazione è stato individuato in modo informale, senza alcuna preventiva regolamentazione dei criteri di selezione, nonostante sia stato proiettato in una manifestazione realizzata con soldi pubblici;
- non ha contestato che vi era comunque la possibilità di consentire la proiezione di tutti quei pochi cortometraggi esclusi e dietro i quali vi è stato il lavoro di centinaia di giovani e il loro sacrificio economico, personale e di sponsor.
Tengo a precisare che anche altri 'corti', cosi come quello scelto dall'amministrazione, avevano ottenuto il patrocinio del Comune di Vasto, ma, a differenza del secondo, non avevano chiesto o beneficiato del sostegno economico a carico del predetto Comune.
Evidentemente, nonostante il periodo di crisi economica, di tutti gli altri 'corti' esclusi non è stato apprezzato il fatto che abbiano sopportato le spese di tasca propria, senza beneficiare di soldi pubblici e senza gravare sulle tasche dei contribuenti vastesi.
Mi riservo, comunque, una più precisa risposta all'assessore Suriani, allorquando avrò esaminato la documentazione, da me già richiesta, relativa ai sostegni economici concessi dal Comune di Vasto ai cortometraggi, alle forme di pubblicità praticate per garantirne la massima conoscibilità, alle somme elargite ed ai criteri di selezione prescelti per l'ammissione al finanziamento.

Simone La Rana

Vasto ... Film ... Festival ....


Cari ragazzi, con questi qui, toccherà che vi abituiate.

Incapacità e arbitrio. Sono queste le accuse che il giovane cineasta La Rana rivolge all'amministrazione comunale. Ed io cosa posso aggiungere? Niente, non ho niente da aggiungere, perchè sono d'accordo. Però, per quanto possa dispiacermi per coloro che rimangono stritolati dal meccanismo, sono contento che la gente prenda coscienza di quello che io vado dicendo da molto tempo.

Si è chiuso il sipario sulla XVI^ edizione del Vasto Film Festival, manifestazione molto avara, quest’anno, verso i numerosi giovani, vastesi e non, impegnati nella realizzazione di cortometraggi. In modo davvero contraddittorio e incomprensibile, in un momento di grande crisi economica, si è scelto di non dare spazio alla proiezione, a carattere assolutamente gratuito, di brevi filmati realizzati da giovani talenti che, con impegno e sacrificio personale, anche economico, promuovono le immagini più belle e suggestive della nostra cittadina. Dall’assessorato alla cultura del Comune di Vasto hanno giustificato l’esclusione della sezione dedicata ai cortometraggi, con l’assenza, quest'anno, del tempo necessario a organizzare questa sezione; la spiegazione fornita si commenta da sola. L’entusiasmo di molte decine di giovani è stato spezzato dall’incapacità e dall’indifferenza del mondo degli adulti e degli interessi! Erano solo tre o quattro i filmati, della durata di circa 10 minuti ciascuno, che aspiravano alla proiezione nel corso della manifestazione; proiettati uno per ogni sera o contemporaneamente nelle diverse sale, non avrebbero inciso negativamente sull’organizzazione del Festival. Pur non condividendola, abbiamo comunque rispettato la scelta dell’Amministrazione Comunale che, nelle delibere, nel programma ufficiale e in conferenza stampa, aveva puntualizzato l’equanime esclusione di tutti i cortometraggi. Ma la nostra delusione è diventata profonda amarezza quando, la settimana precedente l’inizio della manifestazione, abbiamo appreso, dalla stampa, della successiva e diversa decisione di proiettare un solo cortometraggio, scelto in modo del tutto informale e personale dall’assessore alla cultura. Alla richiesta di spiegazioni ci è stato risposto che avevano deciso di fare l’eccezione per un solo cortometraggio che aveva già ottenuto, in passato, un contributo economico dall’assessorato ai servizi sociali. Ogni tentativo di far estendere la proiezione anche ad altri filmati è stato inutile; il diniego dell’assessore Suriani irremovibile. Non ho nulla contro il cortometraggio risultato più fortunato, che sono andato a vedere ed ho apprezzato e il cui regista conosco e stimo; anzi sono davvero contento che sia riuscito a far proiettare il suo lavoro. Ciò che ritengo inaccettabile è il comportamento dell’Amministrazione che ritiene di poter gestire senza regole, con logiche privatistiche e personali, la ‘visibilità e il riconoscimento’ da concedere in occasione di una manifestazione realizzata con soldi pubblici. Trasparenza e legalità erano tra i recenti slogan elettorali di questa Amministrazione; mi pare di averli letti su alcuni striscioni apparsi in città e che non ci sono più. Li hanno tolti. Hanno fatto bene, perché rappresentavano solo un inutile monumento all’ipocrisia.
Simone La Rana


E invece no! Qualcosa voglio dire:

Vasto Film Festival: qual è il fine? Richiamare turisti? Non mi sembra, dal momento che quanto si propone è reperibile in qualsiasi luogo d’Italia. Gli ospiti sono un optional. Nessuno viene a Vasto per vedere da vicino certi personaggi. Coloro che già sono nella nostra “Città” approfittano dell’occasione. Valorizzare i “talenti” locali? Lo scorso anno sembrava così. Quest’anno l’unico partecipante (tra l’altro nemmeno riportato nel programma) non ha ricevuto nemmeno la soddisfazione di salire sul palco. Fare cultura? Non mi sembra che i film presentati potessero vantare tale pretesa.
Sembrerebbe allora che il Vasto Film Festival non abbia altro motivo di esistere se non quello di far vedere film gratis (neanche a tutti, solo a quelli che grazie ad una idea di Francescopaolo D’Adamo trovano posto nelle sale esterne al d’Avalos) ai cittadini ed ai turisti che sono già in città oppure quello di mettere in mostra i politici locali intenti a premiare l’ospite di turno.
Eppure il Vasto Film Festival serve. Utilizzando bene le potenzialità di cui la Città è in possesso (anche Del Borrello è una “potenzialità”) e caratterizzando lo stesso “festival” con una idea originale, diventerebbe realmente una opportunità ulteriore di richiamo per Vasto. Ma dov’è l’idea “originale”?
Insomma tutte le critiche verso Tagliente, Pietrocola e Del Prete per offrirci la stessa minestra. Gustiamocela con tranquillità! Questo passa il convento … io però una idea ce l’avrei.

martedì 23 agosto 2011

Scusate ma non trovo la delibera. Qualcuno può aiutarmi?

Pubblicato Giovedì, 20 agosto 2009

Approvato dalla Giunta Comunale il progetto per la realizzazione di una rete fognante in località Montevecchio.
Il provvedimento è stato trasmesso all'ATO per il finanziamento. La Giunta Comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di una rete fognante in località Montevecchio, Via Vilignina 2^ per l’importo di 600.000 euro (seicentomila).

Negli ultimi anni nella località Montevecchio sono sorte decine di palazzi ed abitazioni molte prive di collegamenti alle reti fognanti.

Il progetto prevede la costruzione di una nuova rete dalla parte superiore di via Vilignina 2^ alla zona del mare.

E’ un altro progetto importante per la nostra città, con l’auspicio che l’ATO finanzi l’opera strategica per una delle zone più bisognose di servizi ed infrastrutture.

Il provvedimento è stato già trasmesso all’ATO, insieme ad altri, ed il Sindaco ha chiesto un nuovo incontro alla Regione affinché l’ATO intervenga a dare risposte ai problemi, non di competenza comunale, ma la cui soluzione è fondamentale per il futuro della nostra città.

Il Sindaco
Luciano Lapenna

Una grande notizia sul "cazzario del Vasto".

Vai sul cazzario (basta cliccare alla tua destra) e goditi quanto un amministratore "intelligente" espone. Dopo la "cacca" i ferri acuminati. In poche parole "non venite più a Vasto. Potreste rimanerci (ma non vivi)". Ecco lo slogan dell'estate vastese. Ma si può? Me ne vado al mare.

Poi dicono che sono "oltransista". Io "propongo".


Da Vasto Web.com (14 giugno 2011)

"Salviamo il Monumento ai Caduti prima che sia tardi"

"Il Monumento ai Caduti è in cattive condizioni. Servirebbe al più presto un intervento di restauro. Così com'è ora non si rende onore a tutte le persone i cui nomi sono scritti sopra, anzi si offende la loro memoria.". Lo dice l'architetto Francescopaolo D'Adamo, facendo notare come "nella parte superiore si notano infiltrazioni d'acqua, in più le lapidi con i nomi e la statua dell'angelo sono annerite. A lungo andare ciò potrebbe causare danni irreparabili".

Il Monumento, posto nel giardinetto di piazza Caprioli dopo essere stato per anni in piazza Pudente, è stato inaugurato, come si legge nell'iscrizione, il 24 maggio 1922, in onore dei caduti vastesi nella Grande Guerra (I guerra mondiale, 1915-1918). In seguito al secondo conflitto mondiale, i vastesi hanno voluto dedicarne la memoria anche alle vittime di questa seconda tragica guerra.

E' quindi un simbolo importante per conservare la memoria della storia del nostro Paese, in cui tanti nostri concittadini hanno preso parte in prima persona, spesso con il sacrificio della loro vita.

Serve un'opera di restauro, ma, considerando la situazione economica attuale, viene difficile da pensare che il Comune possa farsene carico. Potrebbe essere qualche ente o associazione a finanziarne il restauro.

Nel 2008-2009, il monumento a Gabriele Rossetti è stato pregevolmente restaurato a cura del Lions Club di Vasto. Ci sarà, tra le tante associazioni, qualcuna che possa riportare all'antico splendore il Monumento ai Caduti? I vastesi, di ieri e di oggi, sicuramente apprezzerebbero.

Giuseppe Ritucci

Vasto Web.com (22 agosto 2011)

Nasce in città il comitato "Salviamo il Monumento ai Caduti"

lunedì 22 agosto 2011

Se come in Libia ...


Se a Vasto si verificasse una situazione pari a quella in Libia uno come me sarebbe bersaglio sia dei seguaci di Gheddafi sia dei ribelli. Non dico "chissà perchè?" Qualche "stupidello" potrebbe rispondere con una battuta "cattivella". Dai su! Che da domani al mare ....

.....

Alleanza per Vasto, il Movimento Civico che alle ultime elezioni ha vinto la legittima competizione interna al Nuovo Polo, prendendo più voti di Api e di Fli, ed esprimendo un consigliere comunale, è stato fondato dal sottoscritto e da Nicola Del Prete. D’Adamo, che non ha affrontato il voto con umiltà, pensando di stracciare tutti e di arrivare primo, è giunto soltanto terzo. Non ha mai digerito la sconfitta personale, è ancora alla ricerca, in buona compagnia, dei voti che gli sarebbero stati sottratti da qualche diavoletto. Del Prete, probabilmente per ricompensarlo, mi ha proposto di nominarlo coordinatore, in seguito alla mia decisione (non obbligatoria), una volta eletto, di lasciare il coordinamento. Gli ho risposto che D’Adamo può fare tante belle cose nella vita, ma non il coordinatore di un Movimento. Comunque, non ho opposto alcuna resistenza, perché ritenevo che Alleanza per Vasto fosse già superata un minuto dopo il voto. Dunque, io sono capogruppo di niente e D’Adamo è coordinatore di niente. Ecco perché, nella lunga intervista a Gabriele Cerulli, ho voluto fortissimamente provocare il suo intervento, precisando che la frammentazione presente in Consiglio (12 capigruppo) non è più sostenibile; che il quadro politico ha bisogno di una riunificazione e di una semplificazione; che i cittadini sono stanchi di tanta confusione; che presto, molto presto, mi unirò con chi desidera unirsi con me. Poiché in Consiglio Comunale hanno mandato me e non lui, non avendo vincolo di mandato, voto e parlo come desidero sia giusto per tutti i cittadini vastesi, non per D’Adamo o altri amici, a patto che esistano.
Sul voto che riguarda il bilancio di previsione, ho detto che non parteciperò per coerenza e in attesa del pronunciamento del Tar ma che, se votassi, lo farei a favore e ho spiegato con chiarezza i motivi. Se D’Adamo vuole continuare a scrivere comunicati, peraltro mai condivisi con me (viva la libertà!), gli faccio tanti auguri. Se vuole “prendersi” il Movimento Civico da me fondato insieme a Del Prete, non fa nessuna fatica. Lo considero tutto suo fin da subito. Ho già dato disposizioni di chiudere il sito, così come a dicembre, al compimento del quinto anno d’età, chiuderà Polis. Insomma, è il momento di chiudere, non di aprire. Di eliminare ciò che è superfluo.
Io, non avendo ancora un partito, ho sempre parlato e scritto a titolo personale e continuerò a farlo. Come, del resto, a titolo personale parlerà e scriverà D’Adamo, anche se desidera raccontarsi la favola di parlare e scrivere dall’alto della sua nientepocodimenochè cattedra di coordinatore di Alleanza per Vasto. Auguri.

Davide D’Alessandro
Consigliere Comunale

Comunicato stampa.

Le considerazioni espresse dal consigliere D'Alessandro sono assolutamente personali e prive della benchè minima rappresentatività o condivisione all'interno del progetto Alleanza per Vasto.
Al più presto il direttivo del progetto si riunirà per definire in quale maniera evitare il ripetersi di imbarazzanti (per ApV) fughe in avanti di chicchessia, eletto o meno.
Cogliamo quindi l'occasione per scusarci con quanti hanno inteso premiare il progetto Alleanza per Vasto dando la loro fiducia attraverso il voto.
Resta inteso che per conto di Alleanza per Vasto da ora parlerà l'organo deputato a farlo, e cioè il coordinatore.

Il coordinatore ApV
Francescopaolo D'Adamo

Si rimette di seguito articolo apparso su Semidiceviprima.com

A due giorni dalla seduta del consiglio comunale che dovrà approvare il bilancio preventivo, Davide D’Alessandro (ApV) fa un sunto dell’attuale momento amministrativo vastese e sullo scenario politico che da Roma inevitabilmente investirà il Paese attraverso i prossimi congressi nazionali dei partiti fissati in autunno. Il capogruppo di Alleanza per Vasto annuncia che proporrà alle opposizioni di sposare in aula un atteggiamento di responsabilità compatibilmente e coerentemente con la linea adottata sin dal 18 giugno, relativa alle ‘scivolate’ degli apparati governativi che hanno prodotto un ricorso cui il Tar darà risposta in settembre: “Premesso che, in attesa del giudizio del Tar sul primo Consiglio Comunale e per coerenza con quanto fatto sul bilancio consuntivo, mercoledì prossimo in otto saremo chiamati a non partecipare al voto anche sul bilancio preventivo, io farò una dichiarazione comunque a favore e inviterò gli altri ad aderire a questa mia proposta. Come accaduto a Lanciano, l’altra parte, che a Vasto non chiamo centrodestra, dovrebbe, in un contesto nazionale così delicato, votare a favore o, almeno, dichiarare che voterebbe a favore se non fosse costretto, per un problema procedurale, a non partecipare. Ho letto il bilancio preventivo con estrema attenzione. Nonostante alcune criticità, è difficile ritenere che, con la crisi che rischia di travolgere i Comuni, l’altra parte potesse scriverlo meglio”. D’Alessandro non tiene in considerazione, in questa sua uscita di pre-voto al bilancio, l’ipotesi di cosa potrebbero fare alcuni esponenti della maggioranza. Non è affatto detto, infatti, che i quindici (sindaco compreso) di centrosinistra lo votino all’unanimità. Ciò significa che rimanendo in aula, il consiglio di martedì potrebbe diventare come una puntata storica del Grande Fratello, ‘dove tutto può succedere’. D’Alessandro preferisce pensare ad altro e punta il dito verso i colleghi dell’opposizione chiamandoli alla responsabilità di dire alla città cosa vogliono fare ‘da grandi’: “Dico l’altra parte, perché a Vasto il centrodestra non c’è o, comunque, non ancora. Il Pdl è frazionato, il terzo polo è una fantasia divisa in tre cartelli (Api, Udc e Fli), poi ci siamo ApV, Vasto Giovani e PpV, cosiddetti civici. I conflitti tra bande e i risentimenti personali non sono terminati neppure dopo il voto. Occorrerebbe unire, come ho ipotizzato con un nuovo Laboratorio, ma vedo che riunire ciò che è stato diviso è impresa titanica e io ho voglia di fare politica, non di pregare. A pregare vado in Chiesa. Mentre qualcuno vuole unire le città, le regioni, a Vasto nessuno vuole unire le sigle dei partiti o presunti tali. In Consiglio abbiamo dodici capigruppo, un’assurdità che determina una frammentazione insostenibile. Per quanto mi riguarda, a breve, darò il mio contributo alla semplificazione unendomi a chi desidera unirsi con me. Con chi lo vedremo, parlo con tutti, senza preclusioni, perché così non si può continuare. Credo che, dopo la pausa estiva, grazie ai tanti congressi in arrivo, ci sia bisogno di un dibattito vero che miri a una riconfigurazione del quadro politico. Lo richiedono il momento storico e le difficoltà che la città attraversa. Le sterili contrapposizioni non producono nulla di buono. Vi è la necessità di un modo nuovo di guardare al territorio, alle cose da pensare e da realizzare. C’è bisogno del concorso sinergico di tutte le forze che si sentono investite da una grande responsabilità: dare risposte urgenti ai cittadini”. Il capogruppo di Apv chiude con un inedito, sorprendente appello: “Io ho criticato, con durezza e asprezza, gli ultimi cinque anni di Lapenna, ma bisogna riconoscere con onestà che prima di lui sono stati fatti danni incalcolabili. Ora, la ricerca dei responsabili non mi appassiona. Mi appassiona fare qualcosa per Vasto. Con Lapenna? Con Desiati? Con Del Prete? Con Forte? Con chiunque, purché si faccia. Oppure, a Vasto, vogliamo continuare a morderci i gomiti tra finta destra e finta sinistra, tra guelfi e ghibellini, mentre la città affonda?”. Insomma, un D’Alessandro che elogia il bilancio e non ‘stropiccia’ La penna è davvero la grande novità politica di questo 2011. E lo resterà, forse.( Gabriele Cerulli,Primo Piano Molise,oggi)



e adesso qualcuno (in malafede) dirà: "anche le pulci hanno la tosse".

Non posso, ogni mattina, "incazzarmi" per "l'estemporaneità" di turno.

Dedico al Consigliere D'Alessandro la canzone che segue:

Tarantella, facennoce 'e cunte,
nun vale cchiù a niente
'o ppassato a penzá...
Quanno nun ce stanno 'e tramme,
na carrozza è sempe pronta
n'ata a ll'angolo sta giá:
Caccia oje nénna 'o crespo giallo,
miette 'a vesta cchiù carella,
(...cu na rosa 'int' 'e capille,
saje che 'mmidia 'ncuoll' a me...)
Tarantella, facènnoce 'e cunte,
nun vale cchiù a niente
"'o ppeccomme e 'o ppecché..."

Basta ca ce sta 'o sole,
ca c'è rimasto 'o mare,
na nénna a core a core,
na canzone pe' cantá...
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto...
chi ha dato, ha dato, ha dato...
scurdámmoce 'o ppassato,
simmo 'e Napule paisá!...
Tarantella, stu munno è na rota:
chi saglie 'a sagliuta,
chi sta pe' cadé!
Dice buono 'o mutto antico:
Ccá se scontano 'e peccate...
ogge a te...dimane a me!
Io, nu poco fatto a vino,
penzo ô mmale e penzo ô bbene...
ma 'sta vocca curallina
cerca 'a mia pe' s''a vasá!
Tarantella, si 'o munno è na rota,
pigliammo 'o minuto
che sta pe' passá...
Basta ca ce sta 'o sole.....
- lenta-
Tarantella, 'o cucchiere è n'amico:
Nun 'ngarra cchiù 'o vico
addó mm'ha da purtá...
Mo redenno e mo cantanno,
s'è scurdato 'o coprifuoco,
vò' surtanto cammená...
Quanno sta a Santa Lucia,
"Signurí', - nce dice a nuje -
ccá nce steva 'a casa mia,
só' rimasto surtant'i'..."
E chiagnenno, chiagnenno, s'avvía...
...ma po', 'a nustalgía,
fa priesto a ferní...
- accelerando -
Basta ca ce sta 'o sole.....

Mi chiedo soltanto se, visto che D'Alessandro è stato eletto anche grazie ai "nostri" voti, non dovesse condividere con noi le sue decisioni.

domenica 21 agosto 2011

Grande successo sul canale di Vasto Web. Superate le 3000 visualizzazioni.

Oggi, a conclusione del VFF, la grande notizia.


Con delibera di Giunta Municipale n°224 del 3 agosto 2011, l'Amministrazione Comunale ha deciso di dedicare strade e piazze a personaggi del mondo del cinema. Saranno infatti dedicate due strade a Federico Fellini ed Anna Magnani oltre che una piazza a Vittorio De Sica. Nessuno fino ad ora ha dato questa notizia segno che la "sorpresa" sarà riservata alla serata conclusiva del Vasto Film Festival. Io come tanti, credo, sono in attesa di sapere dove sono ubicate queste strade e questa piazza.

sabato 20 agosto 2011

Ma sono proprio ... incontentabile!


Trovare un articolo che parla di me, addirittura nelle vesti di attore, non può far altro che piacere e per questo ringrazio chi lo ha scritto e chi lo ha pubblicato. Tuttavia ancora una volta devo sottolineare, e voglio proprio vedere chi può negarlo, che l’amministrazione comunale ha di nuovo dimostrato di non considerare in alcun modo i giovani di Vasto e di non mostrare alcuna sensibilità verso questi.. Al Vasto Film Festival è stato presentato un “corto” del giovane vastese Giovanni Atturio. Passi pure il mancato inserimento dell’opera nel programma delle manifestazioni. Visti i tempi stretti nei quali da sempre la manifestazione viene allestita, è quasi una normalità. Quello che non mi sembra normale invece è la totale mancanza di un benché minimo riconoscimento verso coloro che hanno “lavorato” con grande entusiasmo per la realizzazione del cortometraggio. Non parlo di premi o discorsi incensatori ma almeno della presentazione al pubblico del giovane sceneggiatore e attore, chiamato sul palco magari assieme ai tanti ragazzi che hanno collaborato con lui. Invece nulla. Dopo la presentazione dell’assessore di turno che ha ostentato la “collaborazione” dell’amministrazione comunale nella realizzazione del breve film, la veloce fuga della presentatrice ufficiale e, alla fine della proiezione, senza nemmeno accendere le luci per sottolineare l’applauso spontaneo dei presenti, si è passati al film successivo mentre l’attrice a cui la serata era dedicata, la brava Francesca Inaudi, lasciava la sala.
Verrebbe quasi da ripetere, nei confronti dell’amministrazione o di chi altro possa essere “colpevole”, la frase magistralmente urlata nel film dal bravo Gianluigi Delli Quadri: “arevattene alla Spagne!”

Oggi è il compleanno del sindaco (con la minuscola).


Grazie sindaco per quello che fai per noi. Sei ancora giovane ed avrai tanto tempo per godere dei complimenti che riceverai grazie a quanto hai fatto, fai e farai per la Città del Vasto. Presto averemo anche a Vasto il "Colosseo" (vedi foto) che neanche Pietrocola era riuscito a fare e, grazie al piano "Cervellati - Marino", un centro storico completamente "Rinnovato".

Vasto Film Festival ... con sorpresa.


...ma i giovani vastesi meritano di più.

mercoledì 17 agosto 2011

Grazie ... finalmente. Spero che "qualcuno" lo capisca.

Da Histonium.net

Ordinanza antirumore: 'Una serata è un momento di aggregazione'

Lettera aperta di un giovane vastese
Continua il dibattito sull'ordinanza che evita la musica e il rumore a Vasto Marina. Dopo che la discussione è arrivata a riguardare anche la possibilità di istituire le discoteche silenziose, arriva la lettera di un giovane vastese che propone una riflessione sull'argomento.

"In merito alla recente discussione sulle discoteche silenziose, dopo aver letto lettere e ascoltato diverse opinioni (di residenti, politici, giovani, musicisti, dj, ecc), intendevo esprimere la mia idea da giovane vastese. La mia lettera è rivolta a tutti: sindaco, cittadini, turisti, esercenti, politici, proprietari delle case in affitto, ecc.

La mia intenzione - si legge nella lettera - non è di polemizzare, ma di spostare il dibattito sul vero problema, che in realtà non è il rumore, non è il numero di serate che si possono organizzare, ma la condizione dei giovani in città. Chi non capisce che una serata è un momento di aggregazione, che la musica è espressione, che il ballo è un linguaggio, forse non ha capito qual è il vero problema e quale deve essere la vera discussione.

Immaginiamo un locale con tante persone, ognuno con la sua cuffia, ognuno che gira per i fatti suoi nella pista, beh dov’è l’interazione tra le persone? I locali sono prima di tutto luoghi di incontro e la musica o il ballo sono dei linguaggi che utilizziamo noi giovani, e non solo, per comunicare emozioni.

Perché ogni volta che si organizza una notte bianca o rosa, o quel che sia, la partecipazione delle persone è così alta? Forse perché in tanti hanno quella voglia di interagire, comunicare e svagarsi? Poi penso a quanti di voi più adulti, avete trovato nuove amicizie, nuovi amori nelle mitiche feste che raccontate aver organizzato da giovani.

Il discorso è ancora più ampio, perché in realtà è anche economico, e riguarda i locali e il turismo. Io lavoro interrottamente da un bel po’ di anni (e mi ritengo fortunatissimo della mia condizione, e preciso che non lavoro nel settore turismo, quindi non ho interessi a tal riguardo), ma, intorno a me, ragazzi di diversa età hanno una condizione lavorativa precaria dovuta a contratti temporanei a progetto, o contratti a tempo determinato che, a volte, vengono rinnovati anche settimana per settimana, se non giorno per giorno (anche nelle nostre vicine grande fabbriche).

Per non parlare di chi proprio non riesce a trovare un’occupazione lavorativa minimamente stabile. Da ciò nasce il desiderio dei giovani di svagarsi per eliminare tutto il nervosismo e l’umiliazione dovuta a questa condizione. A volte mi chiedo se questa condizione lavorativa, potrebbe essere migliorata puntando sul turismo. Ci sono località, che basano la loro economia, lavorando nei soli mesi estivi.

Una serata organizzata in un locale - continua la lettera - porta soldi al gestore, ai musicisti/dj professionisti o non; talvolta il numero dei baristi, camerieri, aiutanti del locale aumenta, portando qualche soldo anche a chi vuole arrotondare o lavora solo grazie a questo. Siamo in crisi economica, crisi produttiva delle fabbriche, crisi finanziaria, crisi della crisi, ma perché non puntare su un turismo giovanile?

Si può fare anche un’analisi e dati alla mano mi si può dimostrare che un turismo meno giovane porti più soldi e forse meno problemi, ma si portino i dati e si apra una discussione per realizzare un progetto turistico che dica a chi questa città deve puntare. Esistono posti che sono località di vacanza per le famiglie, o solo per i giovani o solo per l’elite o per le persone più comuni.

Si dica questa città, su che turismo vuole puntare, in modo che se si decida per esempio, di puntare alle persone più anziane, chi è fuori luogo, come turista o come investitore si tirerà indietro nel caso non rientrasse in questo progetto. Un progetto turistico adeguato potrebbe essere il futuro per noi giovani.

In ogni caso già molti studiano o lavorano fuori, e in molti non hanno intenzione di tornare: una città senza giovani è una città morta. La discussione sugli orari dei locali e dell’intrattenimento musicale, sta nascendo in molte città, e se da un lato ci sono ordinanze comunali che limitano l’orario, ci sono anche casi come quello del Tar di Lecce, che ha annullato l’ordinanza del sindaco di Gallipoli, che limitava l’orario per la musica delle serate negli stabilimenti balneari.

La mia opinione è che gli orari devono essere opportuni al target turistico che si intende catturare. Molti giovani turisti e residenti in questa città trovano ogni anno sempre meno a livello di intrattenimento serale. Negli anni 90’ e nei primi anni del 2000, passeggiare per Vasto Marina era difficoltoso per la gente che vi affluiva, ora il lungomare è spesso vuoto; gli stabilimenti adattati a discoteche erano frequentati anche da gente che veniva da Pescara, ora la sera sono quasi tutti chiusi.

Vorrei ora concludere il mio discorso, perché la mia esposizione è già stata abbastanza lunga. Durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, alcuni consiglieri hanno espresso la loro volontà di voler educare i giovani, e indirizzarli a comportamenti corretti e civili, ottima premessa, solo che dopo questa premessa la loro proposta è stata di istituire le discoteche con le cuffie.

Beh a me questa sembra retorica, e a noi giovani, la retorica ci fa arrabbiare. Visto che lavoriamo con difficoltà, inizialmente si volevano bloccare le serate che rappresentano il nostro svago e per alcuni il guadagno, vogliamo proposte concrete e non retoriche e buttate là. Se non è possibile organizzare sempre eventi in città mettiamoci d’accordo tra le varie città della zona e organizziamo eventi a turno, in modo che a giro vengono garantite la quiete pubblica o l’intrattenimento e anche il guadagno per gli esercenti.

L’ideale sarebbe avere delle navette per gli spostamenti, solo che immagino, che con i tagli imminenti causa crisi finanziare sia impossibile, ma va bene qualsiasi cosa purché sia concreta. Ma se le nostre città non offrono niente, i giovani sono costretti a spostarsi anche per una sola serata.

Quando poi succedono ahimè gli incidenti stradali mortali non bisogna pensare: "questi stupidi ragazzi che per un po’ di svago hanno perso la vita"; se si vuole educare i giovani bisogna capire le loro esigenze, per poi poter dialogare con loro, e quando succedono queste brutte situazioni bisogna pensare cosa veramente una città offre per loro.

Se prima voi politici non vi domandate: 'cosa possiamo offrire o fare per i giovani, facciamo già abbastanza o possiamo fare di più per loro?’, qualsiasi proposta presentata sarà da cestinare. Vi invito a riflettere".

Vasto.Tutti al mare

martedì 16 agosto 2011

Pensierino di San Rocco.


In merito al problema degli scarichi fognari, si continua a chiedere le dimissioni dell’assessore Suriani. Allora io mi chiedo: perché non si chiedono quelle dell’assessore ai servizi che non interviene o lo fa in ritardo, in maniera inadatta, improvvisata e raffazzonata e non pretende l’urgente intervento di eventuali altri organi competenti? Perché non si chiedono quelle dell’assessore al bilancio che nel redigere lo stesso non convoglia somme adeguate (magari da anticipare e chiedere in restituzione ad altri enti di competenza) nel capitolo atto a risolvere questo problema? Perché non si chiedono le dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici che non ha “almeno” annunciato una proposta di quel settore, inerente interventi atti a risolvere il problema, magari da indicare ad altri enti di competenza? Perché nessuno chiede le dimissioni dell’assessore all’urbanistica che ha permesso la realizzazione di opere che con molta probabilità sono la causa di quanto succede, semplicemente addossando la colpa alle amministrazioni precedenti? (Se è vero che la giunta comunale ha deliberato a favore della realizzazione di reti fognanti a Monte Vecchio, perché non si è, se non altro, ritardato il rilascio dei permessi a costruire in quella zona?) Perché nessuno chiede le dimissioni del sindaco, che pensa di risolvere i problemi della città attraverso la “politica” assegnando deleghe dettate solo dai numeri e dalle segreterie (magari esistessero) dei partiti e che, pur conoscendo il problema da anni, si sta attivando (e nemmeno nella giusta maniera) solo ora che il problema è ormai esploso?
Perché, infine, non chiedere le dimissioni dell’amministrazione comunale al completo, una amministrazione che non fa scelte, che non propone alcunché e non riesce nemmeno nell’ordinario?
La risposta è che questa amministrazione l’hanno scelta i cittadini e gli stessi ora tentano di “smarcarsi” cercando il capro espiatorio di turno.
Per inciso dirò che a mio modo di vedere, il sindaco è il vero problema di Vasto. Una persona, innegabilmente, bravissima a coagulare intorno a se persone vogliose di poltrone (o almeno di sgabelli), una persona che caccia chi lavora e ottiene risultati evidenti, ma tiene con se gente “servile” che non è nemmeno collocata nel giusto posto dove potrebbe essere utile. Una persona che per governare ha bisogno di assumere nel suo staff l’ex direttore generale del comune ormai in pensione, senza il quale …. Mi fermo qui.
Il denaro è finito, ci vogliono idee e capacità specifiche. Quelle che chi ci amministra sembra non avere.
Concludo con il pensiero di un “compagno” del sindaco, estrapolato dai commenti di un blog: “Certo che conta essere capaci … noi tanti anni fa ci siamo ammalati di assistenzialismo … ciò ha prodotto la scarsa capacità … abbiamo paura del nuovo … nonostante il vecchio sia più che superato …”

Sta bbone Rocche, sta bbone tutte la rocche!


domenica 14 agosto 2011

BUON FERRAGOSTO


Se oggi e domani visiterete i miei blog, o siete persone che sanno godersi la vita o avete dei problemi. Nel primo caso lasciate che gli altri si accalchino in questi giorni nei luoghi di villeggiatura mentre voi ne godrete a vostro piacimento quando lo vorrete. Nel secondo spero che i problemi siano facilmente risolvibili. In ogni caso BUON FERRAGOSTO.

sabato 13 agosto 2011

Prove tecniche per un a mega discoteca "muta".


In piazza Rossetti oggi sono iniziate le prove tecniche per la valutazione della "proposta Marcello". La proposta che vuole trasformare Vasto in una discoteca a cielo aperto semplicemente dotando di cuffie il pubblico. In occasione del Vasto Film Festival si proverà la qualità di questa idea. Questo ci è sembrato di capire oggi durante l'allestimento dei luoghi dove si svolgerà la manifestazione.

Oggi "la sciabica".


venerdì 12 agosto 2011

Madonnina Madonnina.


Lunedì 15, Ferragosto, è anche una festività religiosa. Santa Maria Assunta. A Vasto c’è una Madonnina completamente dimenticata pur essendo assai visibile e collocata in un luogo molto frequentato: Piazza Marconi, precisamente all’ingresso della villa comunale Principe di Piemonte.
Lo so, dovevo ricordarmene prima ma lo faccio adesso. Non è mai troppo tardi. Almeno una pulita alla statua, non chiedo la sistemazione dell’intero monumento e del suo giardinetto, potrebbe anche essere eseguito ogni tanto. Non dico molto almeno il volto. Non so chi sia l’ente responsabile della cura di questo monumento. Chiunque sia spero intervenga.



Sono stato giovane e "purtroppo" ancora mi sento tale.


Secondo il mio punto di vista, non si sta affrontando nella maniera adeguata la stupidagine della proposta di Luigi Marcello. Nessuno pensa alla vera problematica generata da certi "esperimenti". Le risposte dei giovani interpellati in merito all'argomento, sono superficiali e stupide quanto la proposta stessa.

giovedì 11 agosto 2011

Ai giovani di Vasto

Sull'abbigliamento "non consono" in certi ambienti.

Tanto tempo addietro mi recai dal Commissario Prefettizio Eligio Cammarota. Era in piena estate e la segretaria non voleva farmi passare perchè portavo pantofole infradito. Il Signor Prefetto Eligio Cammarota le disse: "L'Architetto D'Adamo può essere ricevuto anche in tenuta balneare, perchè è l'educazione che distingue una persona non l'abbigliamento". Ora, io assistevo al Consiglio dal Web e non ho capito se ci sono stati comportamenti "maleducati" da parte di Moretti. Certo è che con quello che si vede e si sente in giro, l'uscita di Forte mi sembra impropria. Si pensi solo al comportamento di Di Pietro in Parlamento nel rivolgersi al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana come se fosse stato in una "cantina" durante la passatella. Lo stesso livello di chi ha mangiato la mortadella in quella stessa aula. Le regole devono essere prima scritte e solo poi si può chiederne l'applicazione. Purtroppo dove esistono non si applicano quindi si prende esempio. Però non si può estemporaneamente chiederne l'applicazione solo perchè magari in quel momento mi passa per la testa. Io stesso, come segno di scherno mi sono recato nell'aula, durante il precedente Consiglio Comunale, in canottiera, pantaloncini da mare, zoccoli e asciugamano ma nessuno mi ha richiamato. Nei luoghi religiosi è richiesto un abbigliamento "consono" per il rispetto degli stessi luoghi ma soprattutto per non "indurre in tentazione". PS. Nella mia funzione di Assessore sono stato sempre impeccabile perchè rappresentavo la città. Lo stesso non mi sembra si possa dire di alcuni consiglieri comunali e dello stesso Sindaco che ieri indossava, sotto la giacca, una t-shirt viola.

mercoledì 10 agosto 2011

Ce li rivenderanno come "creme di bellezza".


Ricordate qualche anno addietro, quando signore attempate e giovani ragazze si recavano in prossimità del monumento alla Bagnante per raccogliere "fanghi" e cospargersi di questi che, si era sparsa la voce, si credeva fossero prodotti di "bellezza? Ora ce n'è una gran quantità a disposizione.

Da Vasto Web.com

VASTO - Ecco dove sono stoccati i fanghi inquinati di Fosso Marino. In tre rimorchi d'autotreno parcheggiati nelle aree di risulta della ex stazione ferroviaria di piazza Fiume.

Si trovano nella parte Sud del megaparcheggio aperto nel 2008 per decongestionare d'estate il centro di Vasto Marina. I terreni sono di proprietà delle Ferrovie dello Stato, che li hanno concessi in comodato gratuito al Comune.

In quei cassoni sono accumulati i liquami prelevati a luglio da Comune e Consorzio di bonifica dallo scarico che sfocia a mare attraverso la spiaggia. E' lì che si sono riversati i liquidi fuoriusciti da una condotta fognaria lesionata in via Martiri Istriani. La bonifica si è resa necessaria perché i valori delle acque tornassero alla normalità. Ora il problema è come smaltire il materiale di risulta.

Il Comune - "Quei rimorchi contengono i liquami prelevati dal pozzo di Fosso Marino", conferma Ignazio Rullo, dirigente del settore Servizi del municipio.

Oggi, a mezzogiorno, nella sede del Consorzio di bonifica Sud di Vasto, si terrà una conferenza di servizi convocata dal presidente, Fabrizio Marchetti. Al tavolo tecnico parteciperà anche il Comune. “In quella sede - annuncia Rullo - chiederò notizie certe su tempi e modi di smaltimento dei fanghi”, che ora si trovano nel parcheggio ricavato dalla zona binari dell’ex scalo ferroviario.

sversamento, sono stati raccolti con l’ausilio del Consorzio di bonifica. Ora bisogna verificare tramite le analisi” dell’Arta “se si tratta di liquami che possono essere smaltiti in discarica” o se necessitano di diverse procedure di smaltimento. Perché abbiamo messo i container nei pressi della ex stazione? La normativa prevede che il materiale debba essere stoccato, in attesa dello smaltimento, a breve distanza dal cantiere”.

Ahh! "Cazzonetto americano", se mi avessi ascoltato a suo tempo.

Il Piano Particolareggiato di Recupero del centro storico di Vasto denominato Piano Particolareggiato – Città Storica.

1. Prima di tutto il metodo, che non si può chiamare scientifico, in quanto nel Piano mancano:
- le fonti, indicate talora solo sommariamente, senza note, ad eccezione del testo redatto da Luigi Murolo;
- la bibliografia;
- le analisi autoptiche e/o di laboratorio delle murature e degli intonaci;
- i rilievi planivolumetrici delle singole unità abitative;
- la planimetria delle infrastutture a rete;
- la carta archeologica.

2. Non viene rispettato, se non in minina parte, quanto richiesto dal bando del 18.09.2007 (il quale a sua volta fa riferimento alla L.R. 18/1983), che si riporta di seguito in corsivo, evidenziando tra parentesi quadra l’eventuale osservazione di merito:

“La prestazione professionale comprenderà la predisposizione di tutti gli elaborati e la documentazione prevista dell’art. 27 della L.R. 18/1983 nel Testo in vigore e conterrà, in particolare, i seguenti elementi:
1. La delimitazione degli isolati e delle aree interessati;
2. Il recupero di spazi pubblici,vie o piazze,ecc. [ASSENTE]:
3. L’eliminazione delle barriere architettoniche [ASSENTE];
4. La precisazione tecnica degli interventi e delle trasformazioni [INSUFFICIENTE];
5. L’indicazione planivolumetrica degli insediamenti [PARZIALE];
6. L’indicazione delle opere da convenzionare o soggette ad espropriazione[ASSENTE];
7. Analisi storica e cartografica dell’antico nucleo;
8. Analisi delle caratteristiche architettoniche e degli elementi caratterizzanti gli edifici [PARZIALE];
9. Le Norme tecniche di attuazione ed eventuali prescrizioni speciali [PARZIALE];
10. Gli strumenti e le fasi di attuazione;
11. Colloqui interlocutori con l’Amministrazione; illustrazione in conferenze pubbliche; presenza in Giunta e Consiglio comunali;
12. I dati sommari di costo[ASSENTE];

Gli elaborati necessari per il Piano di Recupero sono:
1. Relazione generale;
2. Planimetria dello stato di fatto su base catastale riportante il perimetro dell’intervento (su rilievo fornito dall’Amministrazione - Ufficio Tecnico Pianificazione);
3. Planimetria delle infrastrutture a rete esistenti (su rilievo fornito dall’Amministrazione -Ufficio Tecnico Servizi) e di progetto [ASSENTE];
4. Planimetrie/schede con ricostruzione storico-artistica del “nucleo antico” [PARZIALE];
5. Dettagliata relazione sulle emergenze archeologiche e culturali [ASSENTE];
6. Verifica di compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’intervento;
7. Planimetria di individuazione degli isolati in scala adeguata;
8. Il progetto planivolumetrico e l’eventuale individuazione dei comparti in scala adeguata [PARZIALE];
9. L’individuazione delle aree da cedere e/o vincolare [ASSENTE];
10. Schedatura/censimento degli edifici vincolati dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e dei siti archeologici [ASSENTE];
11. Schedatura edifici oggetto di interventi puntuali [PARZIALE];
12. Sezioni significative e particolari architettonici [PARZIALE];
13. Documentazione fotografica con indicazione dei coni visuali;
14. Abaco dei dettagli progettuali : “quadro” sistematico di proposte operative per categorie d’intervento, da praticare alle facciate degli edifici, indicante i materiali di finiture, le caratteristiche architettoniche e gli elementi caratterizzanti le costruzioni, nonché il colore [PARZIALE];
15. Norme tecniche di attuazione con individuazione dei modelli di intervento, alle varie scale, esplicitati con disegni tecnici (secondo l’impostazione degli attuali Manuali di Recupero);
16. Relazione sulla spesa necessaria per l’esecuzione delle opere pubbliche e degli espropri [ASSENTE].

3. Si riprende, per la zona di Piazzale Histonium, ma senza citarlo, il Piano di Recupero di iniziativa privata a firma degli architetti Lorenzo Busico, Denis Pratesi e del geom. Vincenzo Silvestri per conto della D & C. Immobiliare di San Salvo – depositato agli atti del Comune; quest’ultimo però teneva conto anche delle preesistenze archeologiche nell’intera area.
Un’attenta lettura del suddetto piano di iniziativa privata avrebbe consentito altresì di cogliere un altro aspetto non secondario: gli edifici di Piazzale Histonium oggetto dell’intervento sono sottoposti a vincolo indiretto ai sensi del Dlgs 42/2004, e non possono essere modificati né nella forma né nel volume. Ciò che invece è previsto nel Piano comunale.

4. Infine, la proposta di trasformare il mercato coperto di Santa Chiara in un’area residenziale è in contrasto con la stessa analisi socio-urbanistica, peraltro condivisibile, presente nel Piano: nel centro storico non c’è bisogno di altre unità abitative, poiché quelle esistenti sono perlopiù vuote o stanno per essere abbandonate. Il mercato coperto deve continuare ad esistere e a svolgere così la sua sperimentata funzione di interscambio tra il centro storico, l’entroterra e la campagna; una funzione centrale in ogni città storica. Anzi, va riqualificato e potenziato.

Alla luce di quanto sopra esposto si chiede l’integrazione di quanto insufficiente e l’elaborazione di quanto assente, nonché l’opportuna rivisitazione metodologica, che tenga conto delle istanze legittime delle norme basilari di un progetto degno di tale nome: la citazione delle fonti in maniera perspicua e la fornitura di analisi autoptiche e di laboratorio, che consentano a chiunque ne sia interessato di comprendere e di verificare quanto viene affermato.

Vasto, 8 agosto 2011

Michele Celenza
Presidente dell’ Associazione civica Porta Nuova – Vasto


Il titolo dell'articolo e il relativo "aggettivo qualificativo", sono rivolti all'amico Michele.

Richiesta di un "villeggiante"

Mi ha appena telefonato un turista. Un padre di famiglia che avendo due bambini piccoli, mi ha chiesto: "dove posso portare i miei bambini questa mattina che, a causa del tempo (metereologico), non possiamo andare al mare?" Non ho saputo dare suggerimenti. Ho segnalato le giostrine della Villa Comunale o quelle della Marina. Ho segnalato gli impianti ludici privati ma ....
"Esiste a Vasto una ludoteca?" Perchè non "far" ampliare Aqualand facendone un parco di "divertimento" completo?

San Lorenzo.


martedì 9 agosto 2011

L’importanza di una consonante. (versione riveduta per persone sensibili)


Sono sobbalzato dalla sedia quando ho sentito un nome all’interno di una drammatica notizia. Una fuga di gas provoca l’esplosione in una palazzina ed il crollo di questa. Muoiono gli occupanti: una coppia di coniugi. La moglie, 54 anni.
Il nome della povera sciagurata mi ha fatto ricordare una vecchia amica dall’adolescenza. Aveva un sorriso stupendo. Il più bel sorriso della costa adriatica, dicevamo negli anni Settanta. Ieri sera chiedendo ad un amico se la ricordava mi ha risposto: “certo con quel sorriso, chi se la dimentica”. Virna Lisi, il più bel sorriso cinematografico dell’epoca, a confronto era niente.
L’ultima volta che la vidi fu in piazza Risorgimento a Roma nel 1977. Era una tarda serata di fine estate e mi disse: “non ci sono più mezzi per tornare a casa mia, posso venire a dormire da te?”
Le stelle che brillavano in cielo improvvisamente si moltiplicarono, potevo giocare con esse alla “sticchia” visto che, come si dice, avevo toccato il cielo con un dito, ma che dico, con tutta la mano anzi con tutte e due le mani. Proprio mentre salivamo sul 30 che ci avrebbe portato a San Giovanni dove abitavo però, ecco che passa un notturno che andava verso casa sua. Trafelata mi salutò, corse verso quell’autobus ed io la guardai salire su di esso. Il suo sorriso impiegò più tempo del resto della sua figura a scomparire e la porta a soffietto si chiuse dietro di lei come a volerla accarezzare, quasi interpretasse il mio pensiero. A ripensarci forse mi sentii geloso di quella porta. Eravamo ragazzi. Eravamo sorridenti e spensierati anche se quelli erano gli anni che poi si sarebbero detti di “piombo”.
Era vestita di rosso, con una di quelle gonne tipo “zingara” che tanto andavano di moda tra le “femministe” di quegli anni. Già, le femministe! Se fosse stata di Comunione e Liberazione avrebbe subito imparato come “sfruttare” quel “sorriso”. Chissà dov’è ora. Ho provato a domandare ad alcune sue vecchie “compagne” ma nessuno lo sa.
Pensare che una cara amica di cui si sono perse le tracce da tanto tempo, possa tornare alla mente solo per una notizia così drammatica non è tanto bello. Sapere poi che la vittima non è lei perché il cognome finisce con … drini e non con … trini, non mi conforta. Vuoi per la gravità della notizia, vuoi perché, se non fosse stato per quell’ascolto errato del cognome, Anna - si chiama così – non mi sarebbe mai tornata in mente.
Visto che da oltre trent’anni non ci si incontra è un po’ come essere, l’uno per l’altro, morti.

PS. Ma non è la stessa cosa.

lunedì 8 agosto 2011

Gli scarichi a mare (prima puntata)


Esiste una "sorgente" dietro al sottopasso ferroviario di Vasto Marina. L'acqua, a suo tempo, è stata raccolta e convogliata in un canale sotterraneo che passa sotto l'ex Hotel Nettuno e poi, una volta oltrepassato il Lungomare Cordella, di fianco allo stabilimento Lido del Sole (quello in legno). Quando arriva tanta acqua si forma un ruscello che scarica in mare. D'estate è raro ma succede. In questi giorni quanto accaduto è molto strano. Consiglierei chi sta eseguendo rilievi di verificare i collegamenti fognari delle nuove costruzioni e degli edifici ristrutturati di recente.

A Vasto manca un "Mastro Nicola Ciuffulletta".

La notte "Rosa".

L’importanza di una consonante.

Sono sobbalzato dalla sedia quando ho sentito un nome all’interno di una drammatica notizia. Una fuga di gas provoca l’esplosione in una palazzina ed il crollo di questa. Muoiono gli occupanti: una coppia di coniugi. La moglie, 54 anni.
Il nome della povera sciagurata mi ha fatto ricordare una vecchia amica dall’adolescenza. Aveva un culo (come avrebbe detto Don Milani) stupendo. Il più bel culo della costa adriatica, dicevamo negli anni Settanta. Ieri sera chiedendo ad un amico se la ricordava mi ha risposto: “certo con quel culo, chi se la dimentica”. Silvia Dionisio, il più bel culo cinematografico dell’epoca, a confronto era niente.
L’ultima volta che la vidi fu in piazza Risorgimento a Roma nel 1977. Era una tarda serata di fine estate e mi disse: “non ci sono più mezzi per tornare a casa mia, posso venire a dormire da te?”
Le stelle che brillavano in cielo improvvisamente si moltiplicarono, potevo giocare con esse alla “sticchia” visto che, come si dice, avevo toccato il cielo con un dito, ma che dico, con tutta la mano anzi con tutte e due le mani (e non solo). Proprio mentre salivamo sul 30 che ci avrebbe portato a San Giovanni dove abitavo però, ecco che passa un notturno che andava verso casa sua. Trafelata mi salutò, corse verso quell’autobus ed io la guardai salire su di esso. Il suo culo impiegò più tempo del resto della sua figura a scomparire e la porta a soffietto si chiuse dietro di lei come a volerla toccare, quasi interpretasse il mio pensiero. A ripensarci forse mi sentii geloso di quella porta. Eravamo ragazzi. Eravamo sorridenti e spensierati anche se quelli erano gli anni che poi si sarebbero detti di “piombo”.
Era vestita di rosso, con una di quelle gonne tipo “zingara” che tanto andavano di moda tra le “femministe” di quegli anni. Già, le femministe! Se fosse stata di Comunione e Liberazione avrebbe subito imparato come “sfruttare” quel “culo”. Chissà dov’è ora. Ho provato a domandare ad alcune sue vecchie “compagne” ma nessuno lo sa.
Pensare che una cara amica (parlare del suo culo è solo un modo "spiritoso" per ricordarla) di cui si sono perse le tracce da tanto tempo, possa tornare alla mente solo per una notizia così drammatica non è tanto bello. Sapere poi che la vittima non è lei perché il cognome finisce con … drini e non con … trini, non mi conforta. Vuoi per la gravità della notizia, vuoi perché, se non fosse stato per quell’ascolto errato del cognome, Anna - si chiama così – non mi sarebbe mai tornata in mente.
Visto che da oltre trent’anni non ci si incontra è un po’ come essere, l’uno per l’altro, morti.

PS. Ho citato Don Milani per evidenziare il suo pensiero inerente l'uso delle "parole".

sabato 6 agosto 2011

Sono del Milan da quando la Cina era molto lontana.


Onore ai vinti ma sempre forza MILAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN !

Non ci sono paragoni.



Se per richiamare gente c'è bisogno di un "tronista", se alla fine della manifestazione si "sparano" coriandoli, se ... se ... e ancora se ... allora non chiamiamola "rievocazione storica" e soprattutto non chiamiamolo Toson d'Oro. Il sindaco della "destagionalizzazione" che accentra tutte le manifestazioni all'interno dei 18 giorni d'estate poteva almeno "salvaguardare" la storia della nostra città. Pensasse alle notti bianche e alle notti rosa, lasciasse perdere il resto.

Cuochi si Diventa.


Si è diplomato presso l’ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Spinnato Sting Antonio.
La scuola è ospitata nella splendida Reggia di Colorno (Parma) che fu residenza dei Farnese, dei Borbone e di Maria Luigia D’Austria.
Iscritto al 14° corso di Scuola Superiore di Cucina Italiana, dopo cinque mesi di lezioni teoriche ed altri cinque di pratica ha effettuato l’esame finale della durata di tre giorni in questa prima settimana di Agosto.
Il primo giorno di esami è stato riservato alla presentazione di un menù personale; il secondo riservato all’esposizione della tesi; il terzo giorno il turno del menù imposto. In pratica un menù estratto a sorte, che faceva parte del piano di studi svolto nel corso dell’anno accademico.
Per il menù personale, Sting Antonio ha presentato come primo piatto una pasta con ragù di dentice ed erbe aromatiche.
Come secondo un filetto di tonno in crosta di pistacchi con una base di salsa ai peperoni rossi.
Come dolce, delle verdure a brunoise caramellate con delle fette di pesche e del sorbetto a limone, decorate con delle foglioline di menta.
La tesi è stata un esposizione sulla tradizione culinaria della Sicilia, luogo dello stage, ed è spaziata dall’uso delle erbe aromatiche alla pesca del pesce spada, senza disdegnare accostamenti con personaggi della cultura siciliana come Andrea Camilleri che nei suoi scritti si erge spesso come Ambasciatore della cucina isolana. Per non parlare di fotoreporter come S. Salgado che hanno saputo immortalare con le proprie immagini la mattanza del tonno presso l’isola di Favignana.
L'esposizione è poi proseguita con delle vere e proprie critiche rivolte all’uso disinvolto degli additivi chimici, quali l’Ammoniaca, per la conservazione dei gamberi, o dei Nitrati usati per incrementare la produzione dei pomodorini Pachino.
Il terzo giorno detto anche, il giorno della verità, veniva estratto a sorte come primo piatto un classico del Maestro Gualtiero Marchesi, l’ineguagliabile Riso e Oro; un filetto di Orata con brunoise di verdure, ed una quaglia arrosto deglassata. La commissione di esami era composta da Chef del calibro di Pietro Leemann e Filippo Chiappini Dattilo.
Il compito è stato svolto diligentemente tanto da meritarsi i complimenti del Direttore Didattico, il Maestro Luciano Tona, per il timbro dato al Riso e Oro. Insospettabile per un uomo del sud.
La consegna dei Diplomi si è svolta poi nel tardo pomeriggio di venerdì presso la sede della Camera di Commercio di Parma, alla presenza del Rettore della scuola: Gualtiero Marchesi e delle autorità della città di Parma.
Un corposo Buffett e le foto di rito hanno messo fine ad un intenso anno scolastico ricco di esperienze, in giro per l’Italia.
Al giovane cuoco Sting Antonio vanno gli auguri di tutta la famiglia Spinnato per un futuro pieno di successi e felicità.

venerdì 5 agosto 2011

Se l’arte da cortile manca e la vergogna è pubblica: all’IDV una proposta



D’estate, sarà perché ho più tempo e maggiore voglia di uscire, preferisco occuparmi d’arte, da guardare con gli occhi e da gustare tutta per la sua capacità di dare sensazioni, estetiche e non solo. A Vasto, si sa, le occasioni non mancano, seppur circoscritte e rare, d’accatto e fortunose.
Ma se Arte è Vita, e se la vita che ci circonda è tutt’altro che a misura d’arte, allora è inevitabile tornare a dire del come e perché ci siano uomini “eletti”, dai riti democratici, e al tempo stesso siti e arredi lerci o disfatti, testimonianza di una “forma mentis” o di un potere altrettanto lercio, e per me - inguaribile formalista in cultura e idealista in politica – inspiegabile.
Tutto questo per dire di certi ciottoli. Non di quelli che se la rotolano beatamente, massaggiati dall’onda del mare nelle nostre calette amene, al Trave, Vignola e Casarza e nelle altre, ma di quelli ordinati e com-posti un tempo nel noto Cortile che fu dei D’Avalos, Marchesi in Vasto.
Il tempo, si sa, è per sua specifica natura ‘edace’ (dicevano i popoli del tempo latino), divora tutto, erode i muri delle case e, non meno, le pedate degli uomini smontano i cortili acciottolati. Abituati a stare insieme, ne smuovi uno e se ne vengono via tutti gli altri, se qualcuno non si prende la briga di rimetterli, a uno a uno e ad arte, al loro destinato posto. Qualcuno dice che potremmo anche riutilizzarli in altro modo e altrove, sostituirli con basolato di altro materiale, anche più consono all’uso che se ne fa della preziosa aperta e racchiusa ‘location’. Se si vuole, naturalmente, senza farsi condizionare da un conservatorismo culturale feticistico da un lato e tutto ignavo dall’altra.
In questi anni ho osservato (e fotografato più volte) il dissestato Cortile: avvallato e sconnesso, in qualche punto rattoppato di calcina, ma nella generalità è immagine di quanta trascuratezza e ignavia si sia capaci, quando si è pubblici amministratori, nei riguardi di un bene comune.
In questi giorni ha colpito la mia attenzione, un mucchietto di ciottoli messi lì, addossati a un muro, come in attesa che una ‘pia mano’ li ricomponga - come in un ossario - nell’ordine pavimentarlo originale. Uno immagina come sottintesa una buona intenzione e invece è facile pensare che, instabili com’erano, qualcuno li abbia tolti di mezzo solo per stendere quelle colorate ‘moquette’ usa e getta delle importanti convention cultural - politiche che vi si tengono. Io, …se fossi rappresentante di categoria (quella dei ciottoli, dico, non degli umani), protesterei gridando un “O ci tenete tutti, belli ordinati e livellati, in bella vista, o ci portate via, …magari a Casarza, in riva al mare ancora”.

Ogni riferimento alle Feste, che nel Cortile si celebrano, è per niente casuale e anzi a quella dell’IDV e al suo ispiratore, Antonio Di Pietro, è fortemente voluto e indirizzato. Non per dire e non per male, ma semplicemente (forse utilmente) per lanciare non una di quelle acciottolate pietre ‘incerte’ ma “La proposta”. Considerato l’amore che essi mostrano per il posto e l’uso fatto ormai da anni del Cortile: perché non smettere di ammantare annualmente questa vergogna civica vastese e - in gradito dono alla città – adoperarsi per pavimentarlo di nuovo. Resterà nel tempo, a lungo, una dura e resistente testimonianza anch’essa di …Valore urbanistico e sociale. Arte e cultura (politica, e non solo) a parte.
Giuseppe F. Pollutri