mercoledì 9 ottobre 2019

Ancora su bagnante, villeggiante, turista.



Stessa spiaggia stesso mare” può bastare al villeggiante soddisfatto e “un tuffo dove l’acqua è più blu” basta anche al semplice bagnante ma il turismo è un'altra cosa e “uno scoglio non può arginare il mare”.

Per il villeggiante di Vasto “basterebbe” risolvere il problema dell’acqua potabile e migliorare decoro e servizi. Lo so, di questi tempi è difficile. I costi sono alti ma bisognerà pure agire in qualche modo.
 Al bagnante invece andrebbe bene qualsiasi cosa, si porta tutto da casa, oltre a “pinne fucile ed occhiali”, anche l’acqua da bere. Lo si potrebbe trattenere in loco, magari per una notte (bianca o rosa), cercando di fargli spendere almeno l’equivalente per coprire le spese di pulizia delle strade e delle spiagge. Forse il prezzo del parcheggio a pagamento è sufficiente a questo? Qualcosa in tal senso si fa. Tuttavia, fino ad ora, invece di coprire le spese, ad ascoltare i “piaveggiatori”, si aggiungono altre spese e si creano disagi.

E il turista? Come richiamiamo il turista? Ecco che scatta il mio "lato Jolanda" di salgariana memoria. Ecco che mi sento di reclamare "il patrimonio dei miei nonni".
Di cosa hanno goduto costoro? Cos’ha di diverso da quello del resto del mondo questo patrimonio, tanto da richiamare turisti? 
L'elenco sarebbe lungo. Preziosità che vanno dalla natura all'arte, dalla gastronomia alla cultura, da storia e tradizioni agli uomini illustri, dal folklore all'esoterismo, dal prodotto tipico alla ... curiosità.

Qualcuno ha mai pensato di utilizzare il "culo" di Ercole per attrarre turisti? Toccare il "culo" di Ercole porta fortuna al turista che nel mese di novembre viene nella nostra città. Ah, Già! Nessuno sa cosa intendo per "culo di Ercole". Le feste campestri di primavera però le conoscono in tanti! Perché non "rilanciarle" per fini turistici puntando in quel Folklore che ormai da tempo è fermo alle sole campanelle di San Rocco?

Lo sapete ora dove vado a parare. Al Toson d’Oro. Una manifestazione, mai capita a Vasto, che doveva esaltare la storia e la cultura cittadina e che invece è stata trasformata  in un carnevale (mal riuscito) per riempire il Ferragosto. La rievocazione storica è stata concepita per prolungare la stagione balneare fino alle feste patronali. Il settembre "vastarolo" meteorologicamente è bellissimo e, con eventi culturali e ludici, visite a chiese e monumenti, potrebbe attrarre e trattenere frotte di visitatori.
Non mi dilungo. Mi direste che “sono di parte”.  Nondimeno vorrei evidenziare che Vasto possiede tutte le potenzialità per attrarre giovani ma che la mentalità locale, basata su “è tande belle lu Uaste nostre”, non riesce a far emergere.

Cominciamo con l’educazione. Da questa possiamo partire per sviluppare tutto il mondo del “Food” (adesso si “deve” dire così) e derivati. Per derivati intendo la musica, il cinema, lo spettacolo e tutto quello che con un termine ormai obsoleto continuiamo a chiamare movida. I giovani vogliono incontrare altri giovani, vogliono scambiare esperienze, vogliono scambiare opinioni, vogliono incuriosire ed incuriosirsi. In poche parole vogliono “conoscere”. Il Vasto sarebbe la giusta “sfoglia” su cui realizzare questa bellissima e buonissima “torta”, mentre viene servito come un guazzabuglio dove si intravvedono prodotti eccellenti ma mal mescolati tra loro.
Continuando sulla strada attuale il villeggiante, una volta cresciuti i figli, non verrà più. Il bagnante continuerà solo a “sfruttare”. Il Turista … (mi fermo).



“Sentirsi vecchio a vent’anni, senza sapere il perché e farsi mille domande ma la risposta dov’è?” Eppure “era bella, era bella, era bella, era bello restare con lei”, tuttavia “io ritorno solo” anche se “sole giallo sole nero, giorni belli e giorni no, nella vita son sincero tu sei tutto quel che ho. Come bella un’avventura e se accade la vivrò. Chiudi gli occhi qualche sera tanto dopo tornerò.

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