L’acqua a Vasto si
spreca ed i Vastesi rimangono senz’acqua.
Considerazioni a
latere della penuria d’acqua di questi giorni e della mostra “Questo Magnifico
Monumento”
L’acqua
a Vasto si spreca ed i Vastesi rimangono senz’acqua: non si tratta di un apparente
paradosso, ma di una reale, concreta, amara verità. Sui media sociali in questi
giorni si sono scatenate accese polemiche, col condimento di improperi e
maledizioni, che sono talora andate ben oltre la decenza: molti residenti nel
Chietino e nel Vastese hanno cominciato ad assaporare l’importanza dell’acqua e
forse hanno persino pensato che non bisogna assolutamente sprecarla, salvo poi
perdere tale consapevolezza un attimo dopo che il problema è stato risolto.
La
visita alla mostra sull’Acquedotto delle
Luci, che rimarrà aperta a Vasto, nella sala Mattioli fino al 31 dicembre, fa capire in maniera
inequivocabile che di acqua a Vasto se ne spreca tantissima: si tratta di
quell’acqua che in svariati punti si disperde nel sottosuolo lungo il percorso
della condotta antica, tra l’altro contribuendo in maniera sensibile al
dissesto idrogeologico: questa, però, è un’altra questione, come un’altra
questione è quella delle innumerevoli fontane colpevolmente dismesse nel
territorio.
L’acqua
trasportata da “Questo Magnifico
Monumento” (è il titolo della mostra) ha garantito il soddisfacimento delle
esigenze alimentari ed igieniche di oltre 12.000 Vastesi fino alla fine degli
anni venti del secolo scorso. Certo, il consumo pro-capite di oggi è
notevolmente superiore a quello di cento anni fa, ma si tratta comunque di una quantità enorme di acqua che va
dispersa, mentre potrebbe essere utilizzata per innaffiare le piante delle
aree verdi, creare uno stagno degno di tal nome nella villa comunale, pulire le
strade, riempire le autobotti dei vigili del fuoco, ecc… In questo modo si eviterebbe di sottrarre una grande quantità
d’acqua potabile, che rimarrebbe nelle condotte a disposizione delle esigenze
meramente igieniche ed alimentari dei cittadini.
Si
tratta di operazioni fattibili in maniera immediata e senza costi aggiuntivi,
visto che gli sbarramenti per accumulare l’acqua da tirar fuori con le pompe ci
sono ancora: queste piccole dighe sono state infatti utilizzate fino a qualche
decennio fa per svolgere tali funzioni e si è smesso di usarle perché di acqua
nella rete idrica all’epoca ce n’era in abbondanza. Oggi, purtroppo, non è più
così, sia per l’aumento del numero degli utenti e del consumo pro-capite sia
per le enormi perdite delle condotte lungo tutto il percorso (senza contare gli
abusivi).
Non
si può non condividere, come indelebile macchia d’infamia per tutti coloro che
negli anni si sono succeduti alla guida politica della SASI, quanto scritto da
Nicola D’Adamo, presidente dell’Associazione Vastese della Stampa: “POLITICI, SE NON SIETE CAPACI DI TROVARE UNA SOLUZIONE,
DIMETTETEVI TUTTI!”, ammesso che essi vogliano trovare una soluzione.
Un tempo l’assenza di istruzione era l’arma più forte nelle mani
del potere, ma a questa oggi si è affiancata un’arma ancora più forte: l’eterna
emergenza, vera sostanza della politica nostrana nel secondo dopoguerra.
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