lunedì 11 gennaio 2021

Il peggior difetto di Vasto

 


Chi viene a Vasto e si guarda intorno, se non si accorge di alcuni particolari dovuti ad incuria ed abbandono, non può che pensare: "questo luogo è un paradiso". Del resto lo diceva già Serafino Razzi (da non confondere con Antonio) nel 1575 *.  Eppure, come si usa dire, i guai della pentola li conosce il coperchio.

In questi giorni, mi è capitato tra le mani un volume del dizionario biografico dedicato alle genti d'Abruzzo e incuriosito l'ho sfogliato alla ricerca di personalità "vastarole".

Attratto dalla figura di Francesco Ciccarone ho cominciato avidamente a leggere le due pagine a lui dedicate e, manco da dirlo, sono rimasto "sbigottito". Sbigottito dalla superficialità impiegata dall'autrice dell'articolo nel descrivere il personaggio, se non il più importante, sicuramente uno dei più importanti della città del Vasto nel 900 e non solo.

Invece di cercare notizie e magari approfondirne la conoscenza, la redattrice già sulla prima pagina, si dilunga sulla figura di Gabriele D'Annunzio, riportando le parole che il Ciccarone aveva dedicato al Vate ma che poco incidono sulla storia e sulla figura di colui che fu eletto Deputato del collegio di Vasto nel 1904.

Nella seconda pagina invece la "scrittrice" si sforza di denigrare un volume di memorie, scritte di getto e mai rilette, dallo stesso Ciccarone negli ultimi mesi della sua vita, e su chi ha provveduto, magari maldestramente, alla sua pubblicazione. 
Invece di occupare spazio nel volume di una opera destinata ai posteri scrivendo queste cose che magari potevano trovare spazio in un "giornaletto" locale, poteva descrivere "il Nostro" con argomentazioni assai più valide. 
Come la stessa "scrittrice" evidenzia, Ciccarone si affida ad una prosa stentata perchè non è uno scrittore, ma, potrei aggiungere io, solo perchè non ne ha avuto il tempo necessario.

Il colpo di grazia, poi, al "Vastarolo" Francesco Ciccarone è stato lo scrivere: "Uomo di non vasta cultura". Avete mai visitato la sua biblioteca?
Lasciamo perdere l'aggettivo "vasta" che associato al nome della nostra Città aprirebbe spazi immensi di discussione e evidenziamo che il "buon Francesco" leggeva i classici inglesi e fracesi in lingua originale, aveva imparato la lingua tedesca e, tra l'altro, aveva tradotto il "David Copperfield" direttamente dall'inglese al tedesco ... e si potrebbero aggiungere e ostentare tanti argomenti che testimoniano la sua "non vasta cultura", ma ne lascio la descrizione alle parole trovate in un trafiletto dell'epoca che si conclude apprezzando Francesco Ciccarone con "La sua molta dottrina e la sua grande bontà".

Ora mi chiederete: "ma qual'è il peggior difetto di Vasto?" Possibile che non ci siate arrivati?



* Il Vasto: Terra deliziosa, che già era chiamata una picciola Napoli, risiede in sito basso, rispetto a gli alti monti che gli stanno alle spalle: ma alto però e rilevato in comparazione al mare che gli sta davanti, e vicino circa mezzo miglio.
Abonda questa Terra di ogni bene, di pane, di carne, di pesce, e d’uova. Et il vino ciò in tanta copia che ciaschedun’anno se ne caricano assai barche per Ischiavonia, per Vinezia e per altri luoghi. E con tutto che siano vini preciosi, sono nondimeno per lo più del tempo a bonissimo mercato.





1 commento:

Unknown ha detto...

Ognuno cerca un po' di luce l'autrice non avrebbe se non dopo autentica ricerca dovuto affrontare un argomento che non.conoscevs però ha ottenuto visibilità