giovedì 5 dicembre 2013

Tassa di soggiorno ... cosa "intendono"?

Io penso che l'amministrazione comunale di Vasto voglia favorire la cittadinanza lasciando a questa il gusto di "soggiornare" nella nostra città, facendo pagare ai turisti la tassa di "soggiorno". Con il ricavato di questa tassa, la stessa amministrazione comunale potrà garantirci tutta una serie di "servizi" che fino ad oggi non ha potuto fornirci. Questo i cittadini non l'hanno capito ... ma non l'ha capito nemmeno il sindaco.
Io vorrei sapere cosa intende il sindaco quando dice: Vorrei ricordare che in Italia la stragrande maggioranza delle città a vocazione turistica applica la tassa di soggiorno. Le somme ricavate dal nostro Comune saranno messe a disposizione del settore turismo per migliorare l’offerta dei servizi,  per fare un turismo più moderno e più al passo con i tempi. 
Prima di adottare "provvedimenti" l'amministrazione comunale dovrebbe dirci Cosa intende fare e non mettere le tasse e ... poi vedremo.
Quindi noi vastesi di chiediamo cosa intende il sindaco quando dice: "migliorare l'offerta dei servizi, per fare un turismo più moderno e più al passo con i tempi". Non ce lo spiegherà mai perché non lo sa. Troppo bravo com'è a copiare le "parole", non lo è altrettanto nel "fare". Il nostro sindaco non ha idee chiare, anzi non ha proprio idee, e chi gli sta intorno nemmeno. 
Provate a chiedere cosa intendono quando dicono "fare un turismo più moderno". Non vi risponderanno mai, come non rispondono mai al "Vastarolo" Francescopaolo D'Adamo che da questo blog da anni li punzecchia. 
A lui rispondono con i fatti e "Gusto Vasto" è uno di quei "fatti". E' "Gusto Vasto" quello che loro intendono per "fare un turismo più moderno"? 
...  intanto si allaga la Sala della musica a Palazzo d'Avalos e loro dimenticano anche di "spegnere la luce". 
Al sindaco intanto vorrei ricordare che sul web risulta ancora:

 Vasto Comune della prov. di Chieti (dal 1938 al 1944 Istonio; 70,7 km2 con 38.795 ab. nel 2008). Il centro è situato a 144 m s.l.m., su un terrazzo costiero a breve distanza dal mare. Industrie meccaniche, materiali da costruzione, alimentari, chimica. Mercato agricolo. Turismo.
L’antica Histonium, città dei Frentani, fu municipio romano dal tempo della guerra sociale. Fortificata all’epoca di Teodorico (493), entrò nel 6° sec. a far parte del ducato di Benevento. Secondo una tradizione, nell’8° sec. sarebbe stata distrutta e ricostruita da Aimone di Dordona, un nobile del seguito del re franco Pipino, da cui il nome il Guasto (o il Vasto) d’Aimone (cioè residenza del gastaldo Aimone). Dopo varie vicende, dal 1422 fu in mano di Giacomo Caldora, che la lasciò al figlio Antonio. Tolta a questo da Alfonso I re di Napoli, passò a Iñigo di Guevara (1444), poi a Iñigo d’Ávalos (1460). Nel 1464 fu inglobata nel demanio regio. Concessa nel 1471 dal re Ferdinando I a Pietro di Guevara, tornò ancora al demanio dopo la congiura dei baroni. Nel 1496 re Federico d’Aragona la concesse con titolo marchionale a Iñigo II d’Ávalos, cui succedette il figlio Alfonso, che riunì nella sua persona i marchesati di V. e di Pescara. Nel 1701 Cesare Michelangelo d’Ávalos fu spodestato da Filippo V. Ritornato a V. con l’appoggio degli Austriaci, Cesare Michelangelo vi morì senza eredi in linea feudale nel 1729, e la città fu nuovamente annessa al demanio regio.

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