Si 'nin ci sì ...poche c'amanche. Scherzo, naturalmente anch'io, nel comune e noto "gastigat ridendo...". Anche se, a voler 'castigare' il somaro, notoriamente ci si rimette "acqua e sapone". Va beh... Moriremo poveri di beni materiali, ma non di libero e vitale spirito.
Piuttosto, diciamo che dall'8 settembre del 1943 in qua, in questi 70 anni, dell'Italia e parallelamente anche miei, la stranezza (per non dire l'ipocrisia) mai ammessa, e in taluni ancora scarsamente rilevata, è che a dirsi (...'nzia mai!) "fascista" ancora, o in tal maniera sentirsi definire (e succede tante volte, per strumentalità e poco senso della storia, fatta anche dalla gente e non solo dai governi): si prova disagio e si pensa sia una condanna e una vergogna da scansare, o da rigettare contrapponendosi; mentre nel dirsi "comunista" allora e ancora: pare privo di ogni possibile giudizio negativo, come libera storia racconta, ed anzi è bandiera di piazza, seppur meno oggi di segreteria, con cui assurdamente ci si presenta e con cui si chiede di avere consenso e governo. Questo è accaduto in questi nostri settant'anni, commediati ed equivoci, fallimentari non poco.
Probabilmente si era, e si continua ad essere presi dal decidere da che parte stare... Io, ho scelto da tempo di stare "dalla parte di Spessotto"... e se non funziona vuol dire che è rotto...
Nell'interrogativo dell'Anonimo sento riecheggiare parole di una canzone di F. De André (La Canzone del maggio)... A lui dico: non è che "io mi creda assolto", ma un conto è essere coinvolti nel generale fallimento di questo stato repubblicano, altro è esserne autori e complici. Mi dichiaro mortificato, disilluso, ma non colpevole. Ben volentieri avrei voluto vivere nella volitiva e fervida Vasto sociale anteguerra.
5 commenti:
Si 'nin ci sì ...poche c'amanche. Scherzo, naturalmente anch'io, nel comune e noto "gastigat ridendo...". Anche se, a voler 'castigare' il somaro, notoriamente ci si rimette "acqua e sapone". Va beh... Moriremo poveri di beni materiali, ma non di libero e vitale spirito.
Piuttosto, diciamo che dall'8 settembre del 1943 in qua, in questi 70 anni, dell'Italia e parallelamente anche miei, la stranezza (per non dire l'ipocrisia) mai ammessa, e in taluni ancora scarsamente rilevata, è che a dirsi (...'nzia mai!) "fascista" ancora, o in tal maniera sentirsi definire (e succede tante volte, per strumentalità e poco senso della storia, fatta anche dalla gente e non solo dai governi): si prova disagio e si pensa sia una condanna e una vergogna da scansare, o da rigettare contrapponendosi; mentre nel dirsi "comunista" allora e ancora: pare privo di ogni possibile giudizio negativo, come libera storia racconta, ed anzi è bandiera di piazza, seppur meno oggi di segreteria, con cui assurdamente ci si presenta e con cui si chiede di avere consenso e governo.
Questo è accaduto in questi nostri settant'anni, commediati ed equivoci, fallimentari non poco.
...come al solito la storia la fanno gli "altri" e voi dove eravate???....troppo facile....troppo facile...
Probabilmente si era, e si continua ad essere presi dal decidere da che parte stare...
Io, ho scelto da tempo di stare "dalla parte di Spessotto"... e se non funziona vuol dire che è rotto...
Caro (ultimo) anonimo della mela si scarta il torsolo ma io resto attaccato a quello fino al "possibile".
Nell'interrogativo dell'Anonimo sento riecheggiare parole di una canzone di F. De André (La Canzone del maggio)... A lui dico: non è che "io mi creda assolto", ma un conto è essere coinvolti nel generale fallimento di questo stato repubblicano, altro è esserne autori e complici.
Mi dichiaro mortificato, disilluso, ma non colpevole.
Ben volentieri avrei voluto vivere nella volitiva e fervida Vasto sociale anteguerra.
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