sabato 21 settembre 2013

Sull'iniziativa di oggi

L’andar per mare

di Giuseppe Franco Pollutri


Nel pieghevole a stampa con cui l’ANMI di Vasto annuncia la Cerimonia ufficiale di intitolazione “Viale Marinai d’Italia” alla strada di accesso all’area portuale e marina di Punta Penna, si legge che rappresenta “Un’iniziativa per tutti coloro che vivono e amano il mare”. Parzialmente parafrasando, vorrei poter annotare che “ama il mare” soprattutto chi “va per mare”, chi su di esso e per esso vive.
Dico questo perchè, reiterando un mio pensiero e cruccio personale, occorre ammettere che nella Città del Vasto, già Histonium - luogo adriatico-mediterranneo anch’esso partecipe un tempo della cultura in cui Poseidon, sirene, delfini e altre mitiche creature marine formavano l’immaginario visivo, sociale e anche urbano, della sua gente - per sopravvenute ragioni geo-economiche e per una trasformazione di usi e costumi massificati e globalizzati, ben pochi orrmai “vivono” il mare ...da marinai. Il mare, a Vasto, è stato un tempo fonte di attività e sostentamento di una buona parte delle famiglie vastesi, con una difficile e talora sofferta attività ittica. Quelli della mia età hanno ancora memoria visiva delle paranze dalle ‘figurate’ vele, e poi dei successivi motorizzati pescherecci, soprattutto di quando approdavano, con argano e palanche, faticosamente in spiaggia o attraccavano più agevolmente al primo Pontile alla Marina. Il mare, nell’età turistica, è divenuto progressivamente e quasi esclusivamente il luogo dei bagni, in spiaggia e al sole. Nel nostro “Lunato golfo”, con la lodevole eccezione delle piccole “Optimist” messe a disposizione dei bambini, appena un po’ grandicelli, da parte della Scuola Velica de Il Pontile, o di qualche velista privato, più non si naviga, neppure sottocosta, più non si rema con il dismesso “moscone” (o pattìno), è ormai in disuso anche il più trastullante “pedalò”.  Un tempo neppure tanto lontano, l’andar per mare, per un vastese (con la vocazione per la navigazione) significava da parte degli adolescenti anche una delle possibili scelte e professione di vita: divenire “marinai” sulle navi civili o militari, passeggeri o merci. Un mio zio paterno (Zi’ ‘Ntonie), navigante per decenni sui mari del mondo, come a voler concretamente avvalorare il motto “Una volta marinaio, marinaio per sempre”, fino alla sua tarda età ebbe a consuetudine il trascorrere le giornate al Porto di Punta Penna, in compagnia delle barche e dei pescatori, delle navi in arrivo e in partenza, dialogando e consigliando, magari riammagliando con maestria le reti. Altri, come lui, ugualmente avvertono il richiamo del mare, ma sempre meno.
Vasto “vive il mare”, amandolo a suo modo: in Bellavista soltanto, come da un terrazzo naturale, vicino ma appena lambito dalle acque, per un gradevole ma un tantino edulcorato “miramare”; al più scendendendo alla Marina, per una passeggiata festiva, o magari estiva e serale. Talora lo frequenta in riva chi più da vicino ama respirare la sua brezza e udirne il suono d’acqua e di vento, ora nel moto di risacca e talora in un muggito incessante per tempesta. Un tale progressivo distacco dalla navigazione marinara, della generalizzata mancanza di passione per essa, è evidente, spiacevole e mortificante per un luogo costiero come il nostro. A cosa sia dovuto tale disamoramento, civile e sociale, io non ne conosco le ragioni, ma, da vastese, non posso nascondere il rincrescimento (mi auguro non solo mio), una pervasiva punta di tristezza e malinconia. Marinai d’Italia..., in numero sempre minore. Conforta il pensiero di un’Associazione ANMI del Vasto ancor fervida e propositiva.

3 commenti:

Ciccosan ha detto...

Proprio così. Basti notare che la frase più frequente che capita di ascoltare in estate è appunto: andiamo al mare
Aggiungerei che la leva dei giovani vastesi prevedeva in prevalenza arruolamenti in Marina. Io stesso fui arruolato in Marina, nei sommergibili.
C'è un ottimo Istituto Nautico ad Ortona; scommetterei che la maggior parte dei giovani vastesi lo ignorano.

giusfra ha detto...

Alcuni miei amici coetanei infatti si sono formati (negli anni sessanta) - per ...andar per mare - all'Istituto Nautico di Ortona. Ci siamo mai chiesti del perchè Vasto un tale scuola non abbia mai avvertito l'esigenza di averla?

Ciccosan ha detto...

E chiedersi anche perchè è stato chiuso un Istituto professionale in agraria (se non sbaglio è quell'edificio che si vede isolato al bivio della Lebba).
Eppure siamo una città cresciuta grazie, prima di tutti, ai papà pescatori e ortolani.