giovedì 30 maggio 2013

Segno dei tempi nostri (strani o piuttosto balordi)


Arte e Società Di Giuseppe F. Pollutri

Nello stesso mese di maggio, dell’anno che un tempo si sarebbe detto “del Signore”, e invece sembra doversi dire dell’uomo mentecatto, 2013, la rivista “Arte”  riporta, come evento-vetrina, la foto di una donna (meglio: un attrice, tale Tilda Swinton) che semplicemente dorme all’interno di una teca di acciaio e vetro, al MoMA di New York; mentre le televisioni ci ragguagliano di altra donna, sedicenne neppure, Fabiana Luzzi, che dal suo fidanzatino viene accoltellata e, dopo qualche ora, cosparsa di benzina e arsa viva, in un ... plein air di Corigliano Calabro.
Il primo evento, citato dalla rivista come “photoshock” del mese, “inaspettato e di straordinario successo di pubblico”, che ha ottenuto una nomination al Turner Prize (il premio d’arte contemporanea più prestigioso del Regno Unito), catalogato come installazione (The Maybe - Il Forse) creata (!) dall’artista Cornelia Parker, indica la capacità della società odierna di ‘stupirsi’ e di sentirsi emotivamente coinvolta dall’oziosità, gratuita, banale seppur mediatica, in quel binomio di scambio, detto d’interesse artistico, vita-realtà e finta rappresentazione. Il secondo narra del dove e quando un’adolescente ...viene messa a dormire, senza pubblico presente, senza foto (ammesso che il demente giovane assassino non l’abbia persino ritratta in fiamme nel suo smart-phone, per mostrarla in Rete!), ha suscitato di certo non minore interesse mediatico, ma che nessuno ricorderà o etichetterà, come per la dormiente ad arte, con tanto di cartellino dell’...opera, con descrittiva didascalia: “Studentessa, ancora – per poco – vivente, carburante commerciale, fuoco, erba disseccata di campo, terra annerita e intrisa di sangue”!
Al primo molti hanno dato un valore (non so quale, francamente), mediaticamente spendibile e fatturabile, al secondo, anch’esso ... “inaspettato” (ci mancherebbe!), si darà un valore di ulteriore denuncia della “violenza sulle donne”, profittabile non meno sulla scena della politica e della medialità. Con tanto di foto aggiunte: del “...come era bella e teneramente giovane, lei”, e del dell’abbruciato lembo di terra del misfatto. La rivista precisa che “la britannica Swinton dormirà nel museo altre cinque volte... Ma nessuno sa quando”. Insomma: da doverne prendere nota! Che una donna, giovane o meno, ...”cesserà di vivere” ancora, più di altre cinque volte, per mano violenta e crudele, è prevedibile quanto esecrabile e da annotarsi con un “Dio non voglia”, doveroso, ma che non ci riparerà e non ci salverà per questo!
L’uno e l’altro fatto trascorrono e si avvicenderanno nei Media di questa nostra società, indifferentemente mostrati e commentati. L’immagine della quotidianità diviene un “valore” performante e rappresentativo (seppur “di cosa” non è dato sapere), l’atrocità più che bestiale di un essere umano diviene un dramma da raccontare soltanto, finché la notizia vale a far pubblico. Fra le tante, una che fa seguito e propedeutico a un’altra, senza che si sappia fare una qualche distinzione d’interesse, se non di merito, fra loro. Segno dei tempi nostri... (strani o piuttosto balordi).

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