martedì 18 febbraio 2014

Gentile sindaco delle mie brachette.

Un sempre più sfocato e sbiadito sindaco, si presenta con un maglione di lana di pecora grezza, alla conferenza di presentazione del restauro delle lettere dei "Palizzi".
Penso che in una occasione del genere, ritenuta uno dei più importanti eventi culturali della nostra Città, il primo cittadino doveva adottare un abbigliamento più consono. Tuttavia questo sindaco, ormai sempre più impalpabile, che si fa sostituire anche nel parlare, infatti ha dovuto assumere un "portavoce", probabilmente non capendo nemmeno il significato di questa figura, non conosce né la forma né la sostanza della parola "Cultura". Se ne sciacqua la gola come se fosse una bevanda ma non ne comprende il "sapore".  
Possibile che una persona che dice di "non poter fare di più" per la cultura, non si accorge di come vanno le cose? Le "prestigiose" sale del "Quarto della Marchesa", tra queste la Sala della musica, dedicata a Angelo Canelli, costate alla comunità un occhio della testa, trasformate in magazzino, deposito, laboratorio (ma non c'erano altri spazi?). Le altre sale di Palazzo d'Avalos, lasciate allo squallore più assoluto e lui parla di "cultura"?
Via, via, signor sindaco delle mie braghette! Capisco che non si fanno attacchi personali, come avvenuto in questi giorni nei confronti del Maestro Raffaele Bellafronte, ma nemmeno si può parlare di "cultura" e poi mostrare quello che ... si vede.  

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