mercoledì 25 giugno 2014

Oggi anche il sole si vergogna di uscire.

E pensare che avevamo Rivera in panchina! 
Ma ve lo immaginate Suarez dare un morso a Burnich? 
La Nazionale italiana non è una squadra di "brocchi". E' l'immagine di noi italiani: servi e presuntuosi. Un nugolo di grigi "impiegati" e lamentosi "operai". Non c'è un "libero" professionista, non c'è un "capace" artigiano e nemmeno un faticatore "ortolano". Tuttavia ci vantiamo di essere "l'Italia". Quella Italia che una volta "era", quella Italia che una volta ha "fatto", quella Italia che una volta ... già, "una volta". 
Oggi anche il sole si vergogna di uscire ma non "solo" per la figuraccia rimediata dalla Nazionale "esportazione senza filtro".

1 commento:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Mi commento da solo, così non dimentico. Su Facebook mi hanno postato l'articolo che segue. A quanto pare non sono "completamente" scemo.

Diego Cugia - Jack Folla
SENATORI IN MUTANDE
Siamo stati eliminati a morsi, ci hanno fatti a “prandelli” e ce lo siamo meritati.
Il calcio come la politica, gli spettacoli televisivi e la produzione industriale, è lo specchio di una nazione. I ragazzi che hanno perso contro l’Uruguay erano ombre tremule di quello stesso specchio. Importiamo dall’estero format televisivi e goleador a bizzeffe, ci ingozziamo di idee e di sogni altrui, siamo fatalmente dipendenti dalle fonti energetiche di altri paesi, produciamo una classe politica scadente, campiamo sulle vecchie glorie: della moda, dello spettacolo, del calcio. Dobbiamo cambiare, più che sistema di gioco, schema mentale. Chiederci: perché i campioni nascono nelle favelas? Rottamare non l’età, ma il circo vip, la grancassa mediatica, il velleitarismo e la boria ingiustificata di una nazione che non è più nobile e antica, ma solo spendacciona, corrotta e mentalmente sorpassata. Anche noi abbiamo le nostre favelas. Ed è qui che dobbiamo cercare. Nelle favelas geografiche ed esistenziali sorte sui disastri della “finanza creativa” e dell’ingordigia collettiva. Le eccellenze, in campo artistico, industriale, sportivo, nascono nelle avversità. Si diventa campioni dal basso e non l’inverso.
Ieri sera, nella conferenza stampa dopo la batosta, il portiere della nazionale si è parzialmente giustificato: «Solo i senatori hanno tirato la carretta». Ecco, un calciatore che si autodefinisce “senatore” è lo specchio di un paese che elegge senatore un Dell’Utri.