domenica 1 giugno 2014

Antonio Di Pietro

Questa mattina, vista la pioggia, ho deciso di recarmi a visitare la mostra "L'architettura sulla carta" a Palazzo d'Avalos. 
Ero già pronto a scrivere una "critica" sul declino dei "fasti d'Avalos", visto che questi "fasti" sono scesi così in basso che i manifesti si attaccano sulle porte e sui muri (come se fosse un "dopolavoro" o un circolo di terza categoria) quando mi imbatto con una figura familiare. 
Saluto educatamente ma questa figura non mi risponde.
Mia moglie che "è mia moglie" ed era con me, mi ha detto che secondo lei quel "signore" non mi ha assolutamente riconosciuto. In ogni caso, dico io, sarebbe stato un gesto di buona educazione rispondere ad un saluto. Cosa che Cristiano, figlio di questo "signore", ha fatto per ben due volte.
Di Pietro a Palazzo d'Avalos dovrebbe distrarmi dal "criticare quanto visto questa mattina? Neanche per sogno. 
Questa mattina ho visto .... e anche due mie vetrinette che dopo la mostra sui Rossetti, assieme ad altro mio materiale avevo più volte chiesto di riavere e mi era stato detto che non si trovavano più in quel luogo. Quel "gioiello" come dice il sindaco, quel grande "contenitore culturale" come dice il sindaco, ... quella "grande memoria dei fasti d'Avalos" (e non solo) come dico io, che è Palazzo d'Avalos.

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