martedì 21 giugno 2016

Francesco Paolo Spadaccini


Considerato il successo del post di ieri sulle elezioni appena "passate", pubblico un'altra interessante analisi di Francesco Paolo Spadaccini.



Se i numeri del ballottaggio venissero esaminati dal solo punto di vista matematico e statistico, il differenziale verrebbe liquidato come una varianza irrilevante. 
Nessuno potrebbe dire oggi che la caratterizzazione della popolazione vastese sia rossa o blu; essa sfugge ad una catalogazione netta. Di netto c'è la spaccatura perfettamente simmetrica, come due metà della stessa mela.
Ci fossero state vicinanze tra i due programmi, linguaggi simili, riconoscimenti reciproci, oggi potremmo tutti assieme ritenerci soddisfatti poichè la lieve differenza di voti indirizzerebbe il vincitore a dedicarsi principalmente a quella parte di programma risultata comune ai due schieramenti, in modo da far contenta la maggior parte dei vastesi e consolidare così la posizione per la prossima tornata.
Purtroppo così non sarà, ed è un bel dire farò il sindaco di tutti i vastesi: le spinte interne, le ripicche, i contrasti storici, le etichette ideologiche, faranno sì che la sindacatura avanzi in affanno, tra veti e divieti. I vincitori scaveranno più profondamente il fossato che li divide dagli altri. I soccombenti accenderanno fuochi sacri affinché la nuova giunta cada prima del suo naturale termine.
E' sufficiente leggere un editoriale su Piazzarossetti "Saltano poltrone e strapuntini" per capire che aria tirerà nei prossimi 5 anni.
Un editoriale acido che separa e che spererei non condiviso dal nuovo sindaco che invece dovrebbe cercare con ogni mezzo di ricucire piuttosto che lacerare.
A mio avviso, entrambi gli schieramenti godono di uno zoccolo duro di sostenitori, di quelli che ti votano anche se li lasci in mutande. In questa tornata si sono equivalsi e la partita l'hanno fatta vincere quei pochi indecisi che all'ultimo momento hanno scelto per chi votare.
La maggior parte di questi indecisi, alla fine, ha preferito Francesco per quello che io chiamo effetto Iliade.
Achille è forte, bello, invincibile, semidio, eppure le simpatie dei lettori sono in maggior parte per Ettore.
Ettore guerriero valoroso che combatte per la sua patria con le sole forze della sua umanità, sposo e padre amorevole. 
Nei miei colloqui pre ballottaggio ho sentito spesso commenti del tipo...Francesco è un bravo ragazzo, sempre gentile con tutti, molto educato, tranquillo. Ecco ancora una volta i fan di Ettore hanno fatto la differenza.
Certo, non si vota perché uno è gentile ed educato, ma siamo fatti così: un impasto di razionalità ed emozioni, concretezza e sentimento.

Nessun commento: