mercoledì 22 giugno 2016

Il vastese non capisce il "filetto".



Non è vero che ai vastesi sta bene Vasto così com'è. Al contrario i vastesi vogliono un netto cambiamento. Lo dimostra il fatto che al ballottaggio si sono (ci siamo) recati in pochi e non affatto convinti.
Quei “pochi” intelligenti che si sono recati ai seggi per votare, si sono trovati davanti la solita minestra riscaldata con l'aggiunta di qualche "colorante" e qualche "conservante" in più. 
Ha vinto chi, giocando sul volto “nuovo”, è riuscito a far accettare la propria zuppa, nonostante gli evidenti segni di muffa, le orme di ratti e qualche verme dentro o nei pressi della pentola.
Lo “zafferano”, col quale a Sinistra hanno coperto l’insipido e maleodorante pappone proposto, ha persuaso, sia pur di poco, l’esiguo numero di “affamati” che si sono recati alle urne, a scegliere questa pietanza piuttosto che l’altra proposta dalla Destra. Questa scelta però non è dovuta alla qualità del menù ma dalle “assuefazioni” e dalle stantie "consuetudini" che hanno orientato l’elettore a scegliere tra un pessimo risotto e un sospetto minestrone.
C’era stato chi aveva capito questo in anticipo ma non è stato preso nella dovuta considerazione. Non è il caso di fare nomi, meglio non punzecchiare il “filetto”. E’ solo il caso di evidenziare che lo schema mentale dell’elettore medio è: “Io sono di Destra, Io sono di Sinistra, Tanto sono tutti uguali”.
Questo schema porta a votare in maniera consuetudinaria gli ottusi che votano per “tifo” e lascia liberi gli altri.
Gli altri quindi dovrebbero essere giusto quelli che scelgono le sorti della città ma proprio a questo punto il “mondo politico” sa come agire.
Tutti “vogliono” cambiare e nascono tante liste con persone di ogni tipo che portano a votare i propri parenti, amici e conoscenti. Questi “elettori” non sono messi in condizione di riflettere. Frastornati pensano che questa sia la maniera per “cambiare” o peggio dimenticano di “voler cambiare”.
Si “impegnano”, “promettono”, si sentono in “dovere” e così facendo non fanno il loro bene o il bene della città ma solo quello del “mondo politico”. Al ballottaggio infatti, questi elettori, in maggioranza scoraggiati dal risultato del proprio candidato, non tornano a votare. Qui il “mondo politico” agisce. Precetta le truppe, scioglie i cavalli, schiera i carri armati.
Quest’anno c’è stato anche un elemento di “disturbo”: il voto “abbinato”. La famosa "bicicletta" che ha confuso, assieme al voto incrociato, ancora di più l’elettore.
Di questo, eventualmente, ne parleremo in altre sedi, come potremmo parlare dei figli "di" (non considerando che anche il sindaco eletto è un figlio "di"). E’ però il caso di evidenziare la presenza della vera innovazione di questa tornata elettorale: Il Movimento 5 Stelle.
Si parla di eccellente risultato di questo gruppo, ma si parlerebbe lo stesso di eccellente risultato se una squadra che ha sul dischetto del rigore la palla per vincere la “coppa”, invece di calciarla dentro la porta, la calcia fuori? Io vedo nel risultato dei 5 Stelle una anomalia tutta vastese, visti i risultati in Italia.

I vastesi “vogliono” cambiare ma non sanno farlo e il “mondo politico” questo lo sa bene.

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