mercoledì 19 giugno 2013

"Satchmo" vuleme parlà di jazz?

Invitato da amici ad un concerto al Rossetti non ho saputo resistere e ci sono andato. 
Cari ragazzi (rivolto a coloro che si sono esibiti) io avrei preferito che il vostro concerto si fosse svolto in un club dove, magari tra un whisky o un rum, magari immersi nel fumo (non si può più) e tra una chiacchiera e l'altra, qualcuno avrebbe potuto apprezzare meglio il vostro "difficile" repertorio. 
Ma voi pensate che qualcuno in sala .... 
Ne parleremo altrove.

13 commenti:

Alessandro ha detto...

"Ma voi pensate che qualcuno in sala ... " cioè??

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

... fosse competente, fosse attento, fosse interessato, fosse ....

Alessandro ha detto...

Ah, ok

Le avventure di una mosca bianca ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Cecilia Perrozzi ha detto...

Caro Paolo, mi dispiace aver letto quello che hai scritto sul tuo blog e pubblicato su facebook. Da quello che emerge dalle tue parole sembri avvelenato dall'atteggiamento di una certa "Vasto bene" che non riesci a sopportare e su cui hai voluto per forza puntare il dito mettendo di mezzo Piergiorgio ed Elisabetta che studiano e buttano anima e cuore in quello che fanno. Mi dispiace molto inoltre che tu pensi che il loro repertorio possa essere meglio incorniciato in una locanda o in un club dove, magari, la gente andrebbe solo per bere, anziché ascoltare davvero. La cornice del teatro, mi permetto di dirtelo, è quella che io invece reputo la migliore e la più autentica per il progetto che Piergiorgio ed Elisabetta hanno creato e vogliono portare avanti. Non hai idea, forse, di come possa essere avvilente esibirsi in un bar, o in un pub, o in un locale qualsiasi, dove le persone ti danno magari anche le spalle, urlano, chiedono da bere e spesso davvero sono molto poco interessate ad ascoltare quello per cui studi e lavori. Avrei preferito, o forse mi sarei aspettata, una critica un po' più costruttiva, da te, perchè spesso seguo quello che scrivi e altrettanto spesso condivido quello che pensi.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Io non ho parlato di bar o locande ma di "club". Il club (di solito) è frequentato da gente competente. Mi dispiace che tu (e a questo punto credo anche altri) abbia interpretato male il mio pensiero. Non ti ho visto al Rossetti ma ho visto tanta gente dormire, guardare l'orologio e soprattutto non partecipare. Se da Saint Louis Blues il pubblico non si lascia trasportare, vuol dire che non è il pubblico adatto. Detto questo aggiungo solo che un bel quadro non ha bisogno di una "cornice" appariscente. Picasso presentato a chi non lo capisce, non migliora con una bella "cornice" mentre in "riconosciuto" da un competente, anche in una soffitta o una cantina, è "Picasso".

Unknown ha detto...

Ciao Paolo, grazie del commento sul concerto e grazie soprattutto di esserci stato. In tutto questo mi sfugge una cosa: se ti è piaciuto lo spettacolo, che ti importa di chi eventualmente dormiva? (se c'erano sono stati discreti e silenziosi, e a noi questo va benissimo... la bella musica fa rilassare...)

Poi, la programmazione del teatro non la facciamo noi musicisti che ci suoniamo, quindi semmai dovresti parlare con la direzione artistica. Ma cosa suggeriresti allora, di portare a teatro musica più "di massa"?

Stammi bene,
P.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Urge parlare a voce.

maria ha detto...

Ma il pubblico, un pubblico partecipe è consapevole fa parte dello spettacolo...
Non ho visto lo spettacolo che ha visto L'architetto, ma altro, e purtroppo, ho avuto la stessa identica sensazione...
Personalmente non faccio parte della "gente bene" e non ne faccio di tutti un fascio, ma penso piuttosto che portare al teatro musica di massa, sarebbe il caso di spostare la musica da QUEL teatro, specie se l'effetto che ha è sempre lo stesso...
In più, mi chiedo: agli artisti, basta essere pagati o avrebbero più soddisfazione nell'avere un pubblico più partecipe e compatto?

ilcorsaro ha detto...

Caro Architetto, come puoi ben vedere esistono musicisti (mi si passi il termine) "fregni" e musicisti "non fregni" ... i commenti fatti fin'ora (lasciando perdere quello della Perrozzi totalmente al di fuori di ogni logica) mi sembra provengano dal secondo tipo di musicisti che ho menzionato (per carità forse molto preparati musicalmente, però, mi si passi ancora il termine, "non fregni") ... poi cosa vuol dire portare a teatro "musica di massa" ? Ragazzi miei, uscite da quella logica inutile (di cui il direttore artistico del vostro teatro è stupidamente convinto) che vi vede all'interno di un muro impenetrabile riservato solo a poche persone, perché trattasi di musica colta o di nicchia. Facendo così rimarrete sempre più soli ! E pensare che a Vasto e dintorni ci sono dei talenti che riescono a trascinarti e ad appassionarti, perché propongono la musica classica (e non solo) facendola capire al pubblico cui si rivolgono .. guarda caso questi ragazzi al teatro di Vasto non suonano mai ... Viva la musica ! (di qualsiasi genere, ma non di nicchia !)

Anonimo ha detto...

Voglio premettere: nutro una sincera antipatia per Bellafronte, perché lo trovo di un egocentrismo nauseante. Ma bisogna essere onesti, da quando c'è lui il Teatro è rinato ed è riuscito a portare fior di artisti e a dare spazio ai giovani.

Anonimo ha detto...

è riuscito a portare i "suoi" artisti (che suonano le sue musiche) e i "suoi" giovani (che suonano le sue musiche), trattando di fatto il teatro come un proprio possedimento privato ... punti di vista diversi.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Con questo post volevo esprimere le mie "sensazioni" sul concerto e certo non suscitare polemiche. Su come viene gestito il teatro e sulle potenzialità di questo ho le mie idee (che ho già espresso) e preciso che non è questa la sede (né il pretesto) per affrontare questo argomento. Io ho inteso dire che un repertorio così "particolare" io lo avrei presentato in un altro "ambiente".