giovedì 30 gennaio 2014

Vast(a) eco.


Vasto e l’Imposta di Soggiorno. Ancora un ‘fiorino’ per cosa?

L’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno di provvedere, quale nuova forma di finanziamento per i comuni, nell’ottica del federalismo fiscale e a fronte di sempre minori risorse provenienti da Stato e Regioni, all’istituzione dell’imposta di soggiorno nel Comune di Vasto, il cui territorio è caratterizzato dalla presenza di consistenti flussi turistici, che pur rappresentando una risorsa significativa per l’indotto economico della città, comportano, a carico del bilancio dell’Ente, spese aggiuntive finalizzate a garantire l’erogazione di quei servizi, manutenzioni e interventi, necessari per l’intero comparto turistico”.
Così leggiamo - fra le altre enunciazioni date, teoricamente ineccepibili quanto pretestuose, strumentali ad altro e non a quel che si dice - in un articolo d’informazione sulla nuova Tassa locale in vigore dal prossimo Febbraio.
Si dice che è finalizzata “...a garantire l’erogazione di quei servizi, manutenzioni e interventi, necessari per...”! Sarà... O, meglio: sarebbe bello che così fosse.
Mi limito ad osservare, per restare alla nostra città, al nostro luogo turistico (dunque al concreto e al verificabile) che:
a) anche in anni in cui le “risorse” non mancavano - per i sicuri “trasferimenti” ai Comuni (non ...“comuni”, caro scrivano pubblico!) delle tasse incassate dallo Stato, e/o per versamenti di imposte aggiuntive, tipo Irpef addizzionali, Ici, Imu..., specie da parte dei “non residenti” proprietari d’immobili – tutto si può dire, non che l’Amministrazione cittadina abbia provveduto, se non minimamente e solo sporadicamente, a ciò che fa ritenere “curato, ordinato e attraente” un luogo, sia in termini cittadini che turistici;
b) da vastese-di-fuori, che tiene e conserva, a caro prezzo, la sua (comprata e/o ereditata) casa a Vasto, ancora di recente, nel mio ultimo soggiorno (un salato “pernotto”, come dice l’Archidadamo), passeggiando alla Marina, ho ripreso e immesso in memoria le immagini di puro squallore e significatività che qui mostro a corredo della mia nota.
Valgono (queste ed altre) a confutare di per sé le ‘belle’ intenzioni di cui sopra, anche perchè – getto qui una mia facile sfida e scommessa – è garantito che indecorosità, sciattezza, incuria, mancanza di sapiente programmazione turistica ..., saranno ancora e tutte lì nella prossima estate e nelle altre stagioni a venire. Sarà una rivalsa intellettuale, un ulteriore motivo di vergogna per gli amministratori pubblici, e pur di sicuro, per me e per noi, ancora un rammarico e una mortificazione.

Il punto sostanziale sta in questo, per Vasto come per il Bel Paese Italia: - Pago “il fiorino”, e poi ancora “un fiorino”, un “fiorino” moltiplicato magari per 5, per 10, per 100... Pago, paghiamo, si delibera che venga pagato... Riscuote lo Stato, incassa la Regione, impone il Comune ... Perchè? Ancora “un fiorino” per cosa?
Non ci resta che piangere, o, quantomeno, c’è ben poco da ridere, sia pur ripensando alla spiritosa quanto educativa gag del fu giullare Massimo Troisi. Anche perchè questa “è la vita”, non un film-commedia.

GFP

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