lunedì 8 agosto 2011

L’importanza di una consonante.

Sono sobbalzato dalla sedia quando ho sentito un nome all’interno di una drammatica notizia. Una fuga di gas provoca l’esplosione in una palazzina ed il crollo di questa. Muoiono gli occupanti: una coppia di coniugi. La moglie, 54 anni.
Il nome della povera sciagurata mi ha fatto ricordare una vecchia amica dall’adolescenza. Aveva un culo (come avrebbe detto Don Milani) stupendo. Il più bel culo della costa adriatica, dicevamo negli anni Settanta. Ieri sera chiedendo ad un amico se la ricordava mi ha risposto: “certo con quel culo, chi se la dimentica”. Silvia Dionisio, il più bel culo cinematografico dell’epoca, a confronto era niente.
L’ultima volta che la vidi fu in piazza Risorgimento a Roma nel 1977. Era una tarda serata di fine estate e mi disse: “non ci sono più mezzi per tornare a casa mia, posso venire a dormire da te?”
Le stelle che brillavano in cielo improvvisamente si moltiplicarono, potevo giocare con esse alla “sticchia” visto che, come si dice, avevo toccato il cielo con un dito, ma che dico, con tutta la mano anzi con tutte e due le mani (e non solo). Proprio mentre salivamo sul 30 che ci avrebbe portato a San Giovanni dove abitavo però, ecco che passa un notturno che andava verso casa sua. Trafelata mi salutò, corse verso quell’autobus ed io la guardai salire su di esso. Il suo culo impiegò più tempo del resto della sua figura a scomparire e la porta a soffietto si chiuse dietro di lei come a volerla toccare, quasi interpretasse il mio pensiero. A ripensarci forse mi sentii geloso di quella porta. Eravamo ragazzi. Eravamo sorridenti e spensierati anche se quelli erano gli anni che poi si sarebbero detti di “piombo”.
Era vestita di rosso, con una di quelle gonne tipo “zingara” che tanto andavano di moda tra le “femministe” di quegli anni. Già, le femministe! Se fosse stata di Comunione e Liberazione avrebbe subito imparato come “sfruttare” quel “culo”. Chissà dov’è ora. Ho provato a domandare ad alcune sue vecchie “compagne” ma nessuno lo sa.
Pensare che una cara amica (parlare del suo culo è solo un modo "spiritoso" per ricordarla) di cui si sono perse le tracce da tanto tempo, possa tornare alla mente solo per una notizia così drammatica non è tanto bello. Sapere poi che la vittima non è lei perché il cognome finisce con … drini e non con … trini, non mi conforta. Vuoi per la gravità della notizia, vuoi perché, se non fosse stato per quell’ascolto errato del cognome, Anna - si chiama così – non mi sarebbe mai tornata in mente.
Visto che da oltre trent’anni non ci si incontra è un po’ come essere, l’uno per l’altro, morti.

PS. Ho citato Don Milani per evidenziare il suo pensiero inerente l'uso delle "parole".

13 commenti:

Ciccosan ha detto...

Il Marchese Cesare Michelangelo d'Avalos, nonostante tutto un gentiluomo, non avrebbe mai fatto pubblicamente il nome di una signora con la quale sarebbe potuto accadere chissà cosa, nè avrebbe commentato in tal modo esplicito una parte anatomica della stessa.
Noblesse oblige.

E credo nemmeno una gentildonna dei tempi moderni, chiederebbe ospitalità ad uno sconosciuto solo perchè non passa più l'autobus e i taxi non li hanno ancora inventati.
Una gentildonna, appunto, non farebbe.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Ma io non ero uno sconosciuto e non è detto che sarebbe successo qualcosa. I taxi? Per studenti universitari squattrinati negli anni Settanta i Taxi? ... e poi non ho fatto nomi.

maria ha detto...

Ciccosan, Da donna non so quanto femminista, posso dire che è la prima volta che leggo del ricordo di un bel e sodo ottimismo accanto a racconti poetici quali le stelle ed il cielo ed una sana gelosia, fosse anche nei confronti di una porta a soffietto di un autobus...
Ed il tutto detto anche con rispetto e non con solo il racconto di quanto e come avrebbe potuto giocare con quell'ottimismo.
Io descrivo il "culo" alla Tinto Brass.
Tra i ricordi maschili per parti di donna, ho letto e, peggio ancora, sentito cose molto più volgari e senza un filo poetico nei confronti della donna.
Mi spiace per la sorte sfortunata della coppia.

Ciccosan ha detto...

Ma quale "poetici", Marì.
La signora deceduta a Brescia si chiamava Anna Pedrini di anni 58. Il nostro gentiluomo non ne fa il nome ma scrive che ha la t al posto della d. Fai tu la composizione.
Probabilmente la metà di mille dei sessantenni vastesi, specialmente maschietti se quello che l'Arch. ha visto attraverso le stelle era come dice, saranno stati compagni di scuola della signora con la t, più quell'amico dell'architetto che "certo con quel culo, chi se la dimentica”.
Magari ora quella ex ragazza è un ottimo avvocato o un buon medico, e magari ha una bella nidiata di figli ben cresciuta.
Magari uno dei figli viene in vacanza nel paese della mamma.
Forse lei, con la t, ripenserà con affetta ai suoi anni a Vasto, ma tutto quello che di lei ricorderanno gli amici vastesi, sarà stato il suo bel culo, anche se visto attraverso il manto stellato.

E non c'è solo questo nel post.
Ad es. che tutte le donne di Comunione e Liberazione "sfruttano" un culo così.
Come farà a saperlo!

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Cicco, sei geloso? A vent'anni si possono avere cotte, innamoramenti, voglie o passioni? Per quale ragione la mia amica dovrebbe vergognarsi di avere (avuto) un bel sedere, popò, lato b, di dietro, trufolo ... (fai tu). Se fosse stata una donnaccia pronta a tutto non sarebbe andatavia col notturno ma sarebbe rimasta con me ma ripeto eravamo amici e non avrei insistito per ottenere "certi risultati". Di quella sera è rimasta "la poesia" e il sorriso per l'utilizzo della parola "culo".

Lady Gnitah ha detto...

scrivere volgarita e intermezzarle con precisazioni, 2cioe sto scherzando eh" e virgolettando "l'ha detto un'altro" non rende meno volgare un articolo. Semmai lo rende, oltre che volgare, anche drammaticamente vigliacco.

maria ha detto...

Ma dov'è la volgarità?
Si forse, avrebbe dovuto evitare di riportare che l'amico non si scorda di quel culo, mentre lui ci ha fatto solo poesia...
Ma da quando discorsi simili o peggiori, non sono sulla bocca di maschietti, o anche di femminucce che osannano i bicipidi e non solo?
Ci sono donne che anche in passato, hanno fatto fruttare le loro grazie, senza per questo essere donnacce, e ci sono donne a cui gentilmente e poeticamente, piace sentirsi dire in poesia che hanno un bel culo.
Quelle che inorridiscono al sentirselo dire, spesso e non è rivolto a tutte le donne, inorridiscono perchè il complimento giunge dalla persona sbagliata oppure perchè detto solo con volgarità.
Ma quante donne, avrebbero voluto avere un amico, senza per questo esserne amanti, a mo del D'Annunzio?
Oh, sarà che tutti coloro che mi hanno definita femminista, però vecchio stampo, (che per me è un complimento) si sono, saranno sbagliati ma...
Vabbè, meglio che mi sto zittà.
Continuo, comunque, a non leggere volgarità, ma solo un lecito e normalissimo ricordo di gioventù...
@Ciccosan, comunque, ad un ipotetico figlio della donna, cosa mai potrà pensar di male se qualcuno ricorda che la sua mamma aveva un bel sedere tanto come può essere una bella donna oppure belle gambe, un bel naso ecc.
E per quanto riguarda le malelingue, una donna con un bel culo o bel fisico in generale, sarà sempre soggetta a tali malelingue...
Un po' come il discorso della segretaria: se "bona" è di certo una donnaccia; mentre se un po' bruttina, chissà, magari qualche dubbio ci sarà... Se invece bruttarella: è di certo una segretaria in gamba!
A meno che non si vuol fare politica... In quel caso, bisogna essere belle e basta! E tutti coloro che esprimeranno frecciatine, è perchè sono gelose o malpensanti...

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Peccare di estrema sincerità significa essere volgari? Ma perchè avrei dovuto mascherare il mio pensiero dietro un sinonimo? Eppure ho citato Don Milani. Dovrei forse citare Pasolini o magari solo Fellini. E De Andrè? Per me per essere volgari basta "scimmiottare" (non essere) Lady Gaga.

apatico ha detto...

Caro Architetto, non se la prenda più di tanto.
Per molti, anche vastesi, talune cose restano un tabù e per tutto il resto c'è Lulù.
Don Milani, oltre a sostenere che il culo dovrebbe essere chiamato culo, sosteneva che tutto ciò che non s'impara oggi, è un calcio in culo domani.
Auspico che nonostante questa lezione di certo già imparata in passato, sia sempre disposto, solo e sempre in nome della sincerità del dire, a continuare a prendere calci nel culo!

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Da tempo i miei pantaloni sono imbottiti.

Ciccosan ha detto...

Qui nessuno ha censurato o provato a censurare; all'Architetto dubito si possa proibire qualcosa, quindi lasciamo da parte vittimismi.
Ogni età ha la sua volgarità e ognuno di noi ne ha una dose; me compreso.
Da studente recitavo a memoria intere pagine di Ifigonia In Culide.
Ho commentato in senso negativo il fatto che si sia messo in relazione una persona, facilmente individuabile checchè ne dica l'autore, con una sua caratterizzazione che non è il colore degli occhi.
Tutto qua.

Al solito, Maria scambia c.... per fischietti (tanto per rimanere in tema); che è un detto derivato da una storiella boccaccesca.

Una chiosa finale: se c'è un abbigliamento che non fa risaltare le forme, specialmente quelle rotonde, è la gonna zingara. Non a caso era l'abbigliamento preferito da quelle che volevano nascondere le proprie beltà; sia quando non ne avevano, sia per ideologia femminista.
Fosse stato almeno un jeans.

maria ha detto...

Aiah, Ciccosan, mi hai colpita in pieno...
m'hai fatto male!!!
Anche tu, Ciccosan, commentatore di blog.
:)))
Da Giuglio Cesare...
:)

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

eppure!