venerdì 28 marzo 2014

Nel mio piccolo, un po' alla rinfusa .... (anni 88/94)


Vincenzo Scurria. Qualcuno si ricorderà di invitarlo?

Di solito (e io ne so qualcosa) ci si dimentica delle persone che hanno "determinato" avvenimenti importanti. 
A maggio, in occasione della visita a Vasto del Sindaco di Perth, qualcuno si ricorderà  di invitare il Signor Vincenzo Scurria, artefice del gemellaggio?

giovedì 27 marzo 2014

Il cammino iniziato da tempo, domani comincia per davvero.

Oggi una lumachina mi ha aspettato per salutarmi. Domani, dopo la messa di augurio che ci farà Don Stellerino, io e il mio amico Gianni Lonzi, partiremo per Santiago de Compostela. 
In tanti ci hanno chiesto una preghiera al nostro arrivo. In tanti mi hanno chiesto una ... "calamita" in ricordo. Insomma, tra sacro e profano avremo il nostro da fare. Porteremo all'andata una conchiglia raccolta a Vasto e sicuramente al ritorno riporteremo una conchiglia da Finisterre. 
Per tutto il resto .....

Susanna Forgione, attrice di Vasto.

E' venuta a scuola con me alle medie ed al liceo. Ha deciso di intraprendere la carriera di attrice. Non l'ho mai più rivista.


martedì 25 marzo 2014

Prosegue la discussione.

Comune il pianto alle Fosse Ardeatine. Ma di “Via Rasella” non c’è modo di vantarsene

Ieri non m’è parso vero di poter leggere da altri quello che era il mio personale pensiero... Nel suo blog, Francesco Paolo D’Adamo esplicitava direttamente o implicitamente l’interrogativo che a mio avviso è comunque da porsi, seppure collateralmente, nel ricordare con la dovuta amarezza e condanna civile e morale il feroce eccidio di 335 italiani, compiuto il 24 marzo del 1944, dai comandi militari tedeschi, sulla Via Ardeatina di Roma.
Nel post citato si ricorda che il politico comunista Giorgio Amendola, in un suo scritto del 1964, abbia dichiarato, sull’attentato partigiano del 23 marzo, in Via Rasella: Fui io a segnalare la colonna da colpire”! Per lui, immaginiamo, era un vanto ed è, in realtà, una responsabilità tremenda. Un’ideazione e volontà omicida incomprensibile, se non in termini di vendetta personale, per uno che aveva visto il padre (il liberale Giovanni) morire nel ’26 per le percosse patite dalle squadre fasciste. In termini generali, sono in molti ad essere convinti che quell’attentato alle truppe germaniche, operanti a Roma con funzione di gendarmeria, non fosse necessario e neppure decisivo per la “Liberazione”. La Capitale (dichiarata “città aperta), benchè occupata dai tedeschi a seguito dell’abbandono da parte del Re e del Governo italiano, non era affatto un “teatro di guerra” in cui operare con azioni militari o di resistenza armata.

Sfuggì ad Amendola, e ugualmente alla riflessione di molti altri, negli anni successivi:
a) che l’uccisione di 33 componenti (e molti altri feriti) di un Corpo di Polizia tedesca (Polizeiregiment Bozen) da parte dei “partigiani”, senza una vera necessità operativa, onestamente non può essere considerata, allora come ora, una “azione di guerra”, e ha significato un decretare a freddo la morte di uomini, seppur militari, non meno degni di rispetto che altri. Al punto che trovo inaccettabile – s’è vero - quanto attribuito ad A. De Gasperi, che alla notizia dell’attentato si sarebbe limitato ad esclamare, rivolgendosi ad altri politici: ... ”ne avete combinata un'altra delle vostre. Non state mai fermi voi comunisti. Una ne fate e cento ne pensate”. Parole superficiali e di scarsa sensibilità umana, nel caso, sorprendenti in un politico che fondava la sua azione su valori etico-sociali cristiani;
b) che l’eccidio per decimazione – orribile e inaccettabile, nelle motivazioni e nel modo con cui avvenne il rastrellamento e il pronto massacro di rappresaglia – fu diretta e prevedibile conseguenza dell’azione dinamitarda effettuata dai GAP comunisti, gratuita strategicamente e voluta come esercizio ‘simbolico’ (il 23 marzo era una ricorrenza celebrativa fascista) nella lotta comunista per la conquista e per l’esercizio del potere. Responsabilità (vorrei dire colpa) che non è stata mai sufficientemente denunciata e stigmatizzata moralmente.

In casi come questi si usa ripetere il motto francese: “A’ la guerre comme à la guerre”! Il significato è chiaro, e la volontà giustificativa pure, ma anche il guerreggiare ha le sue regole, il suo raziocinio... In ogni caso, un atto ‘propagandistico’ come quello dei GAP (una “strage cercata” è stata definita) richiese un cinismo comportamentale e un’incoscienza intellettuale che non può avere giustificazione di sorta e meno che mai “il vanto” mostrato, ancora successivamente, dal detto politico e dai suoi compagni di lotta partigiana per il Comunismo.

A settant’anni da quei fatti - l’uno e l’altro non cancellabili dalla memoria storica - mi permetto di poter pensare ancora che l’uccisione e la morte fosse anche dei “Caino” (mentre definire degli “SS” quelli della “Bozen” è falso e strumentale), grida ugualmente vendetta al cospetto di Dio. E anche dell’Uomo. Ancora oggi.


Giuseppe F. Pollutri 

Un po' di "pollitica".

Avrei potuto ANCHE pensare di votare PD alle prossime consultazioni elettorali. Se non altro per ragioni di parentela. In questo secondo caso sarei andato contro la mia etica e sicuramente ne averi sofferto intimamente. A cancellare ogni dubbio è arrivata la lettera di Camillo D'Alessandro (spero nel profondo del mio animo che non l'abbia scritta di suo pugno). 

Ma si possono scrivere comunicati del genere?

 "L'Amministrazione comunale di Vasto è tra quelle che noi portiamo ad esempio in Abruzzo, capace di vittoria prima e di conferma dopo, Lapenna e la sua squadra, a partire dai tre assessori del PD e dal nostro gruppo consigliare, hanno dimostrato nel tempo di non essere casuali, non una fortuita occasione, ma la soluzione"

Lo afferma il una nota Capogruppo del PD in Abruzzo Camillo D'Alessandro che  prosegue

"In questi anni da capogruppo del PD in Regione- riprende D'Alessandro - ho visto Luciano Lapenna ed i suoi assessori all'opera, abbiamo fatto squadra, su partite vitali, ultimo in ordine di tempo il piano regolatore portuale che, ricordo, la maggioranza in consiglio regionale non aveva i numeri per approvare, grazie a noi oggi Vasto ha lo strumento di panificazione strategico  del suo porto"   

"Vasto è Regione con il suo porto e con le potenzialità turistiche. La Città - incalza D'Alessandro - ha bisogno di mani che spingono , che danno una mano, di tanti, non certo di incontri escludenti"

"Nella campagna elettorale - conclude D'Alessandro - chiederò i voti per il PD anche perché abbiamo esempi di buon governo, come quello di Vasto per cui la gente può fidarsi di noi"

Inviato da Camillo D'Alessandro
Meglio la commessa del supermercato che nelle passate consultazioni per il Comune disse: "Se mi voterete vi farò tutti i piaceri che vorrete".

Chi riesce a riconoscersi?


Scarpasciudd

UOSCINDON
di Vittorio Patriarchi

Sabato 15 marzo, h17, campo Incoronata
BENFICA   OPORTO    6-6
arbitro Orazio Di Blasio

BENFICA (blu): Altieri, Antenucci, Tinari, Forgione, Lemme, Puddu, Bozzelli, Angiolillo, Pegna, Sarra

PORTO (gialli): Loreta, Isoardi, Marino, Sebastiani, Patriarchi, Battista, Lanza, Ronzitti Go, Ronzitti L, D'Angelo
 
Ranghi ridotti, oggi, per questo 10 vs.10 di sapore portoghese, in riferimento a 'lu purtuhuàlle uòscindon' che Big Alfred spilucca durante il match. I blu nei primi dieci minuti piazzano una doppietta stordente: al 2', Virgilio Tinari scende sulla sx, vince un rimpallo in contrasto e di sx piazza un rasoterra che s'infila rasente al 1°palo, con Loreta immobile 'gnè la Bbagnànde': 1-0. All'8' il blu Virgilio Tinari ci ritenta, stavolta carpisce palla in mischia e sempre da sx piazza stavolta sul 2° palo, Loreta in catalessi osserva sbigottito: 2-0. I gialli si riorganizzano e al 13'  Gogò verticalizza bene per Lorenzo Ronzitti che a volo trafigge Altieri: 2-1; e riagguantano la partita dopo 2', quando Lanza effettua un lancio millimetrico per Gogò Ronzitti, sx a volo e palla in rete: 2-2. Al 21' i gialli capitalizzano una fase di bel gioco con Pietro 'Hulk'D'Angelo, che raccoglie un invito di Battista e segna all'incrocio il 2-3, con relativo movimento pelvico. E Pelvis the Memphis ha l'occasione per bissare al 24', su bel traversone da sx di Marino, ma Hulk si esibisce col suo pezzo forte, il 'piattone alla cazzona', di indecifrabile realizzazione (ma 'gna' à fàtte...),ma di certa destinazione (la cifricònie). Al 33', in mischia area blu, Gogò Ronzitti fa filtrare un sinistro malefico che passa in mezzo a ' na vrangàte di còsse' e inganna Altieri: 2-4. I blu replicano: al 36' su cross di Forgione, Angiolillo in tuffo gira di testa, ma Loreta devia in angolo di piede; e purtoppo Renatone (oggi claudicante) non si ripete al 41', quando Michele Sarra, approfittando di una sua mezza paparona, gli sgraffigna palla e accorcia 3-4. Nella ripresa, a conferma di una partita combattuta, succede di tutto, complice una sicura 'accorciatura' delle 2 squadre: al 12' il blu Bozzelli approfitta  di un malinteso tra Sebastiani e Battista, e lancia subito per Michele Sarra, che pareggia 4-4. Al 13' il giallo Gogò Ronzitti raccoglie un invito di Lanza e seminando Lemme conclude a rete, 4-5.  Al 17' Gogò realizza ancora su cross da sx di Marino, ma la rete è annullata per sospetto fuorigioco. I blu rilevano un po' di nervosismo tra di loro, con diatribe vocali tra Pegna e Sarra, mentre gli strilli di Bozzelli (oggi con voce rauca) sembravano i sospiri di Donna Summer. Al 28', su azione insistente del blu Lemme, Serra interviene di coscia su cross alto, servendo in area piccola e in sospettissimo fuorigioco Bozzelli, che sospinge facilmente in rete il 5 - 5. Al 38' il giallo Lorenzo Ronzitti raccoglie sulla dx un assist di Lanza, stoppa si accentra e in girata mira con successo l'angolino dx con un bel rasoterra: 5-6. Ma al 40' il blu Bozzelli irrompe come se fosse al superBowl in area gialla su Patriarchi, commettendo (forse) fallo di sfondamento: tutti fermi sicuri del fischio che non arriva, e Nick pareggia indisturbato 6-6: sùchete ssu' lumuòne...   
     
Class.cannonieri: 57 gol: Ronzitti Go  50 gol: Bozzelli  20 gol: Serafini A, Sarra   19 gol: D'Angelo, Ronzitti L   17 gol : Angiolillo     8 gol: Ronzitti Ni   6 gol: Forgione   4 gol: Reale   3 gol: D'Adamo, Fanucci, Lanza   2 gol: Pegna, Tinari  1 gol: Di Foglio, Battista, Isoardi, Lemme, Rossi, Serafini S, Vino   

I misteri di Vasto - 4ª puntata

Tanto per fare una aggiunta.
Una mummia femmina, tra i 20 e i 35 anni, ritrovata nel 2005 in Sudan, riporta un tatuaggio sulla gamba destra che rappresenta l'Arcangelo Michele. Importantissimo, è la prima prova di un tatuaggio risalente a 1300 anni fa.
Il simbolo tatuato sulla pelle ha antichi caratteri greci M-I-X-A-H-A, tradotto Michael appunto, un simbolo biblico di protezione che appare nel Nuovo Testamento. L'Arcangelo Michele guidava l'esercito di Dio contro le forze di Satana ed era anche il santo patrono del Sudan medievale.

lunedì 24 marzo 2014

Nessuno ricorda

VIA RASELLA: IN UNA LETTERA DI GIOVANNI AMENDOLA DEL '64

LA VERITA'

''FUI IO A SEGNALARE COLONNA DA COLPIRE''

In una lettera del 1964 all' ex leader dei liberali nel Cln romano, Giovanni Amendola si assunse la responsabilità politica e personale dell'attentato di Via Rasella, ammettendo di aver indicato lui stesso ai Gap la colonna tedesca da colpire nel centro di Roma. La lettera e' del 12 ottobre, il destinatario e' Leone Cattani: a lui il dirigente comunista scrive che ''in nessun momento, nemmeno in un primo momento, potevo deplorare un'azione di cui ero stato il promotore, di cui mi sentivo responsabile e che aveva recato in pieno cuore di Roma un tale colpo alla sicurezza e tracotanza del nemico''. E aggiunge:''Ero stato io a segnalare al comando dei Gap perché la colonna fosse oggetto di un attacco, lasciando poi al Comando assoluta libertà di iniziativa''.
Amendola nella lettera fa capire che l'attentato non era stato frutto di un accordo preventivo della Giunta Militare del Comitato Nazionale di Liberazione e racconta esattamente come andarono i fatti rivelando un inedito particolare, relativo al 23 marzo del '44, giorno dell'eccidio. Nel pomeriggio era da de Gasperi a Propaganda Fide e ad un certo punto si sentono gli echi dell'esplosione. ''De Gasperi ci disse - scrive Amendola - ne avrete combinata un'altra delle vostre. Non state mai fermi voi comunisti. Una ne fate e cento ne pensate''.

La missiva e' contenuta nell'ultimo libro postumo di Renzo De Felice dedicato alla biografia di Mussolini (Ed. Einaudi). Lo storico la trovò nell'archivio di Leone Cattani. Ci sono riferimenti anche alla famosa riunione del Comitato Nazionale del 26 marzo del '44, subito dopo l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla quale parteciparono Dc-Pli-PSi- Partito d'Azione e Comunisti. 

Amendola conferma la versione ufficiale e cioè che il democristiano Giuseppe Spataro chiese che si richiamassero le formazioni partigiane aderenti al Copro Volontari della Libertà a comunicare preventivamente le azioni progettate e che lui si dichiarò contrario con l'appoggio di Sandro Pertini e di Riccardo Bauer del Partito d'Azione.

Via Adriatica

A sentire tutti gli amanti dell'antica Vasto che pubblicano e commentano sul web, sembrerebbe che via Adriatica sia nata dopo la frana del 1956.

Crimea e ... figurine

 Saremo all'altezza di Cavour?

Prima o poi faremo ...

... qualcosa per il verde pubblico.

Una "squadretta" niente male.


domenica 23 marzo 2014