lunedì 27 luglio 2015

Il "mio" Siren ... e fu notte e poi mattino.



Cogli l'attimo! E io ho colto Giuseppe al quale, mentre passavano tre delle Pins ho chiesto di farmi una foto. Ecco la "testimonianza" che mi mancava.


La seta prima - meglio sarebbe dire: la prima sera - reduce da una infuocata partita di pallone, sono stato ad ascoltare i Verdena e poi Clark. Il ritardo di Jon Hopkins  è stato fatale. Ero distrutto dalla partita dove ho segnato quello che credo sia l'ultimo gol della mia "carriera" calcistica. Non ho avuto le forze per aspettarlo.
... e fu notte e poi mattina il primo giorno.



 Il secondo giorno del Festival mi sono recato al Portale di San Pietro dove ho ascoltato i Mamuthones.


Subito dopo mi sono recato ad ascoltare le Pins. Io che sono sempre stato "tifoso" di Suzi Quatro, di Lene Lovich, Nina Hagen e tutte le donne del Rock non potevo non "gustare" questa "girl band".


... e poi ho trovato i giardini d'Avalos come ai tempi di Don Cesare.  Pieni di "bella" gente, attenta a godere nella maniera giusta delle delizie di quel luogo mentre ascoltava Scott Mattew.


A piazza del Popolo c'erano i Pastels. All'inizio mi sembravano fuori luogo, nonostante io sia sempre attratto dagli strumenti a fiato e la trombettista fosse fortissima. Poi invece mi hanno "coinvolto" con gli ultimo brani. Avrei voluto che suonassero di più.


Nel cortile poi c'erano gli Is Ttropical che mi sono piaciuti molto. Anche se probabilmente non i più vicini alla mia "visione" musicale del momento.


Alla fine: James Blake. Molto particolare, molto elegante, molto "innovativo" ma ... non per colpa della prostata, non per colpa dell'orario, forse per colpa dell'età, non ho resistito: ho dovuto allontanarmi dal palco. Mi chiedevo: "come fanno questi ragazzini a chiudere gli occhi e godere di questa musica". "Come fanno a muoversi seguendo queste note". Poi ho pensato che io alla loro età ascoltavo Ummagumma dei Pink Floyd e allora ... fu notte e poi mattino.


Voi lettori che avete seguito questa mia "narrazione", pensavate che mi fossi dimenticato del prologo nella cattedrale San Giuseppe. No cari! L'ho tenuto per ultimo perché contiene una critica: "non si può ascoltare la musica di Gareth Dickson come in quel concerto". 
Siccome era gratuito la gente, anche disinteressata e attratta solo dalla curiosità, entrava e usciva. I fotografi a frotte "disturbavano" la esecuzione dei brani. Una bambina si esibiva in un suo show personale senza che nessuno la richiamasse anzi: attraeva l'attenzione del pubblico molto più del musicista. Addirittura si ascoltava l'abbaiare dei cani fuori dalla chiesa .... ma anche se notte, sarà mattino anche per la cultura a Vasto.



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