Disubbidienza Civile. Un Live - Aid per Vasto.Rivolgiamo un appello a tutte le band musicali ed ai musicisti Vastesi, affinché tutti insieme si incontrino su un palco per un grande concerto di protesta, da tenersi in luogo da stabilire, preferibilmente in Piazza Rossetti. Se verrà negato questo spazio, il cineteatro Ruzzi potrebbe essere disponibile.
Per ribellarsi contro i Diktat del Sindaco Luciano Lapenna e chi vuole ridurre al silenzio la diversità e la fantasia.
Politicamente ed organizzativamente siamo disposti ad appoggiare chiunque intenda aderire a questa iniziativa.
Per le adesioni contattare al seguente numero di cellulare 392 1077810
Oppure via e-mail info@vastooggi.net
Ribellarsi è possibile. Nessuno fermi la musica.
Verdi Vasto
Antonino Spinnato
martedì 31 agosto 2010
Il "giuoco" si fa duro.
Da Il Grillo.
massimo su Stop alla movida, si allarga il dibattito
Postato Martedì, 31 agosto 2010 alle 12:42
Caro sindaco, l'indirizzo delle amministrazioni della nostra cara città è stato sempre volto a negare ai giovani l'opportunità di investire sul territorio le loro risorse e le loro idee. Più comodo per voi miserabili nullafacenti avere le fila di clientes che vi chiedono il posto alla SIV (è cambiato il nome ma non l'uso che se ne fa della più grande azienda del vastese)in cambio del voto con cui il vostro flaccido deretano trova riposo per 4 anni sulle poltrone da noi cittadini caramente pagate ogni anno. L'unica politica del comune è quella di costruire dormitori in una città di mare, incassare soldi dai costruttori senza aver mai fatto un sopralluogo sugli orrori tirati su dai nuovi conquistadores della costa vastese. Poi l'unico interesse è quello che i dormitori si popolino per 1 mese in cui i 10 manichini ausiliari che avete assunto si ripaghino la paghetta che gli date sferrando multe a tutto spiano, incuranti se poi mentre bevi un drink seduto al tavolo nell'isola pedonale ti trovi una macchina che ti suona per farti spostare perchè è rimasta bloccata fra i tavoli. La classe politica vastese negli anni è diventata sempre più incapace e sempre più vorace. C'è chi nella vita gioca al superenalotto per affrancarsi dal duro lavoro e chi si candida per il comune di Vasto. I politici vastesi non hanno nessuna credibilità a livello provinciale, ancor meno a livello regionale e sono totalmente sconosciuti nelle stanze di Roma. Tenetevi cari i vostri amichetti che tutto possono in questa città che assomiglia sempre più ad un feudo, finchè voi e loro potete, ma almeno cogliete l'opportunità di tacere quando il vostro silenzio ci può almeno lasciare il dubbio che siate incapaci.
Caro Roberto, va bene, però l'acqua calda l'hanno già scoperta.
Comunicato Stampa
UDC: movida notturna, dibattito sempre aperto.
Quando si parla di movida si deve fare una riflessione alla ricerca di una soluzione che venga incontro alle esigenze di chi ha diritto al riposo ma anche chi non vuole rinunciare alla vita notturna.
Un importante occasione che la città ha per non soffrire di una recessione sociale ed economica è sicuramente rappresentata dal movimento umano, dall’incontro di persone, dal creare e vivere eventi (come la Notte Bianca, i concerti in Piazza ecc.) che rendono la nostra città viva.
E’ inutile schierarsi pro o contro qualcosa, va trovata una soluzione che concili le esigenze dei cittadini e quelle dei turisti.
Bisogna sicuramente sensibilizzare i giovani al rispetto di chi vuole riposare e i gestori dei locali ad una maggiore collaborazione, ma soprattutto occorrono più interventi da parte dei vigili, che dovrebbero gestire il caos congestionato dei giovani e multare, qualora fosse necessario, per disturbo della quiete pubblica.
Commissario cittadino UDC Roberto Laccetti
UDC: movida notturna, dibattito sempre aperto.
Quando si parla di movida si deve fare una riflessione alla ricerca di una soluzione che venga incontro alle esigenze di chi ha diritto al riposo ma anche chi non vuole rinunciare alla vita notturna.
Un importante occasione che la città ha per non soffrire di una recessione sociale ed economica è sicuramente rappresentata dal movimento umano, dall’incontro di persone, dal creare e vivere eventi (come la Notte Bianca, i concerti in Piazza ecc.) che rendono la nostra città viva.
E’ inutile schierarsi pro o contro qualcosa, va trovata una soluzione che concili le esigenze dei cittadini e quelle dei turisti.
Bisogna sicuramente sensibilizzare i giovani al rispetto di chi vuole riposare e i gestori dei locali ad una maggiore collaborazione, ma soprattutto occorrono più interventi da parte dei vigili, che dovrebbero gestire il caos congestionato dei giovani e multare, qualora fosse necessario, per disturbo della quiete pubblica.
Commissario cittadino UDC Roberto Laccetti
Stop alla Musica. Risposta all' Assessore Marco Marra.
Da "Il Grillo"
Intervento di Marco Marra n°1
a parte che san salvo marina non ha abitazioni a ridosso della spiaggia come a vasto, ma michiedo... i locali che a san salvo mettono musica e fanno concerti sono aiutati dall'amministrazione oppure sono semplicemente più intraprendenti. mi faccio questa domanda perchè negli ultimi anni a Vasto città si è visto una crescita esponenziale della movida notturna, in controtendenza con Vasto marina dove i locali non sembrano aver sfruttato al meglio l'isola pedonale imposta dall'amministrazione comunale. A vasto città, l'amministrazione ha facilitato l'apertura di nuovi locali e i nuovi gestori si sono dimostrati all'altezza e stanno lavorando bene, con la felicità di tutti, turisti compresi che senza troppa difficoltà avranno trovato musica dal vivo in piazza caprioli, piuttosto che a piazza barbacani o piazza pudente. Allora il merito è di tutti come il demerito, ognuno deve fare la sua parte, amministratori pubblici come esercenti e singoli cittadini, compresi i residenti del centro storico che devono ruscire a sopportare la musica, perchè nonostante tutto il turismo potrebbe portare beneficio anche a loro, con il ritorno in servizi più efficenti per la città. cordialmente saluti
Intervento n° 2
antonio, quest'estate ai giardini di palazzo d'avalos ti sei perso la proiezione di the wall dei pink floyd, regia di alan parker. e a seguire una genuina discussione sul rapporto tra musica, cinema e letteratura con Alex infascelli, umberto palzzo e giovanni di iacovo. sono certo ti sarebbe piaciuto. e sempre a palazzo d'avalos c'è stato un bellissimo concerto rock nella rassegna new acustic festival con un musicista strepitoso di cui, mi perdonerai, ma non ricordo il nome ma apprezzatissimo da tutti i presenti che hanno riempito palazzo d'avalos. tanto per informare
Purtroppo se parlo io faccio campagna elettorale, se parlano gli altri no. Caro Marco (Marra) inutile cucire il vestito di "Arlecchino". La decisione del "tuo" sindaco è stata intempestiva e sbagliata. Non è difendibile, soprattutto per le motivazioni che ha dato. Il "temporeggiatore" ha aspettato la "fine" dell'estate (alla faccia della "destagionalizzazione") per poter salvare "capra e cavoli" e ottenere il risultato di avere la "botte piena e la moglie ubriaca" ma, come per tante altre cose, non c'è riuscito.
Tu sai quanto è stato fatto negli anni addietro e quanto si è dovuto lottare per ottenere certi risultati (per esempio, i concerti rock al Genova-Rulli o alla Vittoria Colonna li hai dimenticati?) Parli di The Wall, ma ero ragazzino io quando è uscito, sei sicuro che è questo che i giovani vogliono? Non è che come negli anni '70 quando noi giovani di allora sognavamo i Led Zeppelin, i Pink Floid o almeno i New Trolls, a Vasto ci "offrivano" Rita Pavone o Peppino di Capri? E la creatività; e la voglia di mettere in mostra le proprie capacità dove le metti?
Critichi gli esercenti della Marina. Come possono operare se ogni volta hanno problemi? Chi deve indicare loro una strada da seguire? Tempo fa in un articolo, evidenziavo il fatto che i giovani "vastaroli" dovevano andare a Petacciato per trovare il loro ambiente, perchè non si è trovata la maniera di farli rimanere alla Marina. B. D'E. (uno che suona la notte) su Fb segnalava gli schiamazzi di San Salvo Marina (dove lui abita) già a inizio Luglio. L'aiuto che bisognerebbe dare ai pubblici esercenti consiste nell' ascoltare le loro richieste e dettare delle regole precise, mentre per i giovani ... già i giovani.
Chi è stato "giovane" sa cosa vogliono i giovani, caro Marco (Marra), chi non lo è mai stato invece ...
Intervento di Marco Marra n°1
a parte che san salvo marina non ha abitazioni a ridosso della spiaggia come a vasto, ma michiedo... i locali che a san salvo mettono musica e fanno concerti sono aiutati dall'amministrazione oppure sono semplicemente più intraprendenti. mi faccio questa domanda perchè negli ultimi anni a Vasto città si è visto una crescita esponenziale della movida notturna, in controtendenza con Vasto marina dove i locali non sembrano aver sfruttato al meglio l'isola pedonale imposta dall'amministrazione comunale. A vasto città, l'amministrazione ha facilitato l'apertura di nuovi locali e i nuovi gestori si sono dimostrati all'altezza e stanno lavorando bene, con la felicità di tutti, turisti compresi che senza troppa difficoltà avranno trovato musica dal vivo in piazza caprioli, piuttosto che a piazza barbacani o piazza pudente. Allora il merito è di tutti come il demerito, ognuno deve fare la sua parte, amministratori pubblici come esercenti e singoli cittadini, compresi i residenti del centro storico che devono ruscire a sopportare la musica, perchè nonostante tutto il turismo potrebbe portare beneficio anche a loro, con il ritorno in servizi più efficenti per la città. cordialmente saluti
Intervento n° 2
antonio, quest'estate ai giardini di palazzo d'avalos ti sei perso la proiezione di the wall dei pink floyd, regia di alan parker. e a seguire una genuina discussione sul rapporto tra musica, cinema e letteratura con Alex infascelli, umberto palzzo e giovanni di iacovo. sono certo ti sarebbe piaciuto. e sempre a palazzo d'avalos c'è stato un bellissimo concerto rock nella rassegna new acustic festival con un musicista strepitoso di cui, mi perdonerai, ma non ricordo il nome ma apprezzatissimo da tutti i presenti che hanno riempito palazzo d'avalos. tanto per informare
Purtroppo se parlo io faccio campagna elettorale, se parlano gli altri no. Caro Marco (Marra) inutile cucire il vestito di "Arlecchino". La decisione del "tuo" sindaco è stata intempestiva e sbagliata. Non è difendibile, soprattutto per le motivazioni che ha dato. Il "temporeggiatore" ha aspettato la "fine" dell'estate (alla faccia della "destagionalizzazione") per poter salvare "capra e cavoli" e ottenere il risultato di avere la "botte piena e la moglie ubriaca" ma, come per tante altre cose, non c'è riuscito.
Tu sai quanto è stato fatto negli anni addietro e quanto si è dovuto lottare per ottenere certi risultati (per esempio, i concerti rock al Genova-Rulli o alla Vittoria Colonna li hai dimenticati?) Parli di The Wall, ma ero ragazzino io quando è uscito, sei sicuro che è questo che i giovani vogliono? Non è che come negli anni '70 quando noi giovani di allora sognavamo i Led Zeppelin, i Pink Floid o almeno i New Trolls, a Vasto ci "offrivano" Rita Pavone o Peppino di Capri? E la creatività; e la voglia di mettere in mostra le proprie capacità dove le metti?
Critichi gli esercenti della Marina. Come possono operare se ogni volta hanno problemi? Chi deve indicare loro una strada da seguire? Tempo fa in un articolo, evidenziavo il fatto che i giovani "vastaroli" dovevano andare a Petacciato per trovare il loro ambiente, perchè non si è trovata la maniera di farli rimanere alla Marina. B. D'E. (uno che suona la notte) su Fb segnalava gli schiamazzi di San Salvo Marina (dove lui abita) già a inizio Luglio. L'aiuto che bisognerebbe dare ai pubblici esercenti consiste nell' ascoltare le loro richieste e dettare delle regole precise, mentre per i giovani ... già i giovani.
Chi è stato "giovane" sa cosa vogliono i giovani, caro Marco (Marra), chi non lo è mai stato invece ...
lunedì 30 agosto 2010
Vasto: Alla Corte di Don Cesare
In questi giorni, così come (ancora) riportato sul sito dell'amministrazione comunale, dedicato al turismo, doveva tenersi la Rievocazione storica del Toson d'Oro. Per colpa di qualche " ..... " (con tutto il rispetto che si deve a questo tipo di persone) e qualche "presuntuoso", questa si è tenuta il 31 di luglio. Una data, scelta sicuramente da un " ....... " (con rispetto parlando,)che mi ha visto assente. Non so più che dire su questa "mia" manifestazione che si avvicina a festeggiare il quarto di secolo. Per quanto riguarda l'aspetto culturale sarebbe troppo lungo parlarne. Per l'aspetto ludico - ricreativo - folkloristico invece, lascio parlare le immagini.
Con l'occasione mi corre l'obbligo di ringraziare l'architetto Nicola Ciavatta, il Signor Ennio Spatocco e l'architetto Tiziana Carfagna, senza l'aiuto dei quali la Manifestazione non avrebbe avuto il successo che ha avuto.
Un saluto particolare a Francesco d'Avalos al quale auguro ogni bene.
domenica 29 agosto 2010
Abbiamo il progetto pronto.
Il problema della rete idrica "Vastarola" ha cominciato ad essere studiato alla fine del 19° secolo, finalmente all'alba del 21° secolo, un grande sindaco si è accorto che è giunto il momento di agire. Peccato che abbia perso oltre 4 anni per prendere la decisione (alla soglia di una nuova campagna elettorale) di ... parlarne.
Da Histonium.net:
Una somma di 5 milioni di euro: è quella che serve per adeguare rete fognaria e idrica, richiesta all'Ato numero 6 del Chietino, l'Ente d'Ambito responsabile del servizio idrico integrato (acqua potabile e fogne) del comprensorio, da parte del sindaco di Vasto Luciano Lapenna.
Da Histonium.net:
Una somma di 5 milioni di euro: è quella che serve per adeguare rete fognaria e idrica, richiesta all'Ato numero 6 del Chietino, l'Ente d'Ambito responsabile del servizio idrico integrato (acqua potabile e fogne) del comprensorio, da parte del sindaco di Vasto Luciano Lapenna.
sabato 28 agosto 2010
Peccato! si spezza l'ultimo legame.
Da: Il Grillo
Prima dell'estate il Consigliere regionale dell' IdV Paolo Palomba, intervenendo sulle elezioni amministrative del prossimo anno, aveva lanciato la proposta di candidare una donna alla carica di sindaco di Vasto. Ovviamente il riferimento era ad una candidata espresione dell'Italia dei Valori e non della coalizione di Centro sinistra, con il quale sembra essere ancora lontana ogni possibilità di intesa.
Dopo tale pubblica uscita del Consigliere Palomba, molti si sono interrogati sul possibile nome della candidata individuata dal partito di Di Pietro. Diversi i nomi ipotizzati, ma uno più ricorrente e accreditato per l'autorevolezza della persona: Silvana Iacobucci, imprenditrice vastese.
Ma è di oggi la pubblica smentita dell'interessata, che ha affidato agli organi di stampa la seguente nota con la quale prende le distanze dal partito dell'Italia dei Valori:
"Poiche' da più parti , e in più occasioni , il mio nome e' stato accostato al' I.D.V da cui verrei proposta come probabile candidata a sindato , intendo precisare che non c'e' alcuna mia disponibilita' nei confronti di tale partito . Se e quando decidero' di impegnarmi al servizio della mia citta' , saro' io stessa a comunicarlo agli organi di informazione".
Grazie e cordiali saluti
Silvana Iacobucci
Oggi è ... giornata
Stop alla musica fuori dai locali
Ennesima risposta tardiva del Sindaco alla città.
Della serie: “ndo cojo cojo”.”Per colpa di qualcuno pagano tutti”, è la sua dichiarazione. Agghiacciante, a rifletterci. Perché è insito nella dichiarazione la volontà di colpire anche chi non c'entra nulla. Detto da un Avvocato!!!
A stagione finita arriva una puntigliosa presa di posizione inutile e tardiva. E’ in estate che i cittadini aspettavano le risposte, non adesso, a buoi scappati.
Lapenna stesso afferma che “attualmente nessuno è autorizzato”. Se nessuno lo è, e quindi, si presume, non lo sia stato, perché il primo cittadino non ha saputo tutelare in tutta questa estate “anche l'esigenza di quiete pubblica dei residenti"?
Il falso decisionismo di Lapenna in realtà serve a mascherare le sue costanti difficoltà a mantenere unita una compagine politica allo sbando e che guarda alle prossime elezioni amministrative in ordine sparso. Oggi tocca ai gestori dei locali, ieri a chi lavora al cimitero, il giorno prima ai pini.
Ogni giorno ha il suo Lapenna.
Verdi Vasto
Antonino Spinnato
Ennesima risposta tardiva del Sindaco alla città.
Della serie: “ndo cojo cojo”.”Per colpa di qualcuno pagano tutti”, è la sua dichiarazione. Agghiacciante, a rifletterci. Perché è insito nella dichiarazione la volontà di colpire anche chi non c'entra nulla. Detto da un Avvocato!!!
A stagione finita arriva una puntigliosa presa di posizione inutile e tardiva. E’ in estate che i cittadini aspettavano le risposte, non adesso, a buoi scappati.
Lapenna stesso afferma che “attualmente nessuno è autorizzato”. Se nessuno lo è, e quindi, si presume, non lo sia stato, perché il primo cittadino non ha saputo tutelare in tutta questa estate “anche l'esigenza di quiete pubblica dei residenti"?
Il falso decisionismo di Lapenna in realtà serve a mascherare le sue costanti difficoltà a mantenere unita una compagine politica allo sbando e che guarda alle prossime elezioni amministrative in ordine sparso. Oggi tocca ai gestori dei locali, ieri a chi lavora al cimitero, il giorno prima ai pini.
Ogni giorno ha il suo Lapenna.
Verdi Vasto
Antonino Spinnato
Giuro che non l'ho scritta io ......
A riguardo dell'articolo del Centro di mercoledì 25 agosto, in cui l'amministrazione del comune di Vasto(rappresentato dall'assessore Sputore)comunica ai cittadini di ritornare sui propri passi in materia di viabilita' nel centro storico,volevo solo fare delle dovute osservazioni. Si deduce dall'articolo che il magnanimo assessore, alla stregua di un imperatore romano giudice tra i gladiatori, pontifichi sul centro e decide che sì',abbiamo seguito alla lettera le indicazioni del filosofo urbanista-ma poi qualcuno si è lamentato nel mio collegio per vari motivi(...fate voi)- e voila' cancelliamo la z.t.l. nella zona interessata-,affermando poi candidamente che l'amministrazione ha avuto il coraggio di tornare sui propri passi.E allora mi chiedo: ma le modifiche al piano traffico(con le istituzioni di isole pedonali,z.t.l. e parchegggi a pagamento sottocasa) vengono decise previa interpellanza di chi vive in loco, o vengono decise a'membro' di cane? Perchè sono state istituite le strisce blu a corso Palizzi(larga poco più di 7 m),quando poi il codice stradale dice che bisogna giustamente lasciare 90 cm di spazio alle soglie di ogni abitazione? Gli abitanti(e i propri parenti di 'ritorno estivo') del quartiere portanuova si sentono per questo vessati perchè in questo modo sono costretti a pagare i grattini o i ticket dei parchimetri(...a casa loro...):che peccato,che si costruissero dei garage, i pezzenti del centro storico, ma non si può,c'è la pasionaria che li vuole far ancora vivere nelle proprie case sprovvisti di ogni comfort, come se il tempo si fosse fermato a 70 anni fa (guai a voi,umili plebei...,non v'azzardate a demolire un tetto marcito dai tarli o qualche volta a cielo di carrozza lesionato dal recente sisma). E che dire di quei poveri commercianti che si ostinano a rimanere in un centro svuotato di ogni interesse,divenuto quest'estate appannaggio di scalmanati ubriaconi che lordano e schiamazzano-con la complicita'di qualcuno-fino alle 4 di notte:e questo voi lo chiamate rianimazione del centro? Si pensava che l'isola pedonale richiamasse popolazioni da esodo biblico,ma,ahinoi, tranne per la novita' della notte bianca(come una mosca bianca,rivedere tutta quella gente in piazza...),non sono bastati l'ostentato scorazzare felice di tre biciclette(tra l'altro elettriche,così di moda ora,bella forza...)o la straripante esposizione di tavolini e sedie di qualche bar a portare qualche beneficio visibile(e parliamo di stagione estiva, figuriamoci cosa avverra' d'inverno,quando anche i numerosi piccioni se ne staranno rintanati).E allora,in sintesi,l'assessore si metta l'animo in pace,continui a coltivare il suo orticello di lu Buellvide',ma rimanga alla Porta Nuova:noi del centro storico,non rappresentando la sua 'vrèccia',non abbiamo bisogno di queste leziosita' pre-elettorali, perchè se qualcuno sbaglia è piu' giusto che vada a casa.Lettera firmata
Mi "candido" per ... suonargliele.
Ieri sera ho ricevuto una telefonata da un mio giovane amico Dj che, allarmato, mi chiedeva se fosse vero che non si potrà più suonare nei locali. Gli ho risposto di no, perchè ritenevo che nessuno fosse così "......" da emettere una simile ordinanza. Visto il successo della "notte bianca" quale esempio migliore. Lui insisteva, "mi saltano le serate, è l'unico modo per guadagnare qualche soldo". Io dicevo "stai tranquillo non può essere, tant'è che in piazza stanno reclamizzando una importante serata proprio per domenica" ... invece.
Da Semidiceviprima
Nella città senza stazione, uffici che contano, università, casello autostradale, senza una marineria d’avanguardia e da quasi un mese senza calcio, ora è arrivato il momento di abolire anche la musica. Nella città turistica di Luca Dirisio, La Differenza, Nicola Oliva ed un fiume di gruppi e solisti di ottimo livello come da tradizione, ci hanno staccato la corrente. Alt: non si suona, non si canta. A seguito di un esposto o denuncia preventiva, qualcosa del genere, un anonimo preavviso come la statua che troneggia in piazza Rossetti è stato disposto di rispettare la legge che non c’è. Nel senso che la cosa non è molto chiara. Sembra che in effetti non ci sarebbe una normativa comunale disciplinante il settore. Come è possibile e perché? Ma se non c’è una normativa allora perché bisogna pagare la Siae? Confesso, ci sto a capire ben poco…Mi risulta che Lapenna abbia personalmente offerto all’ufficiale Marcello Del Monaco il ruolo di comandante dei vigili urbani con posizione organizzativa ed egli abbia cortesemente declinato. Mi risulta che a seguito della risposta negativa il sindaco abbia detto agli uomini del corpo con maggiore esperienza di scegliere un nome e segnalarlo, nell’intento di “bypassare” l’inestricabile matassa dell’eccessivo numero di sigle sindacali. Oggi su Il Centro ho letto, sbadatamente, che qualcuno dell’opposizione abbia accusato Lapenna di aver ridotto il comando dei vigili urbani ad una succursale di Pescara, dal momento che il maggior candidato alla sostituzione del comandante Grippo sarebbe il suo pari grado Petrongolo proveniente anch’egli dalla città del delfino. Intanto una premessa. Vasto è una succursale! Di chiunque abbia offerto ed offra di più. A livello politico e territoriale di San Salvo, a livello portuale di Ortona, a livello di Asl di Lanciano (ora anche di Chieti), a livello di uffici e della Diocesi di Chieti, a livello di trasporti da San Salvo e Casalbordino. Tutto questo da chi è dipeso se non da chi ha maggiormente governato negli ultimi cinquantanni? Se nel corso degli anni novanta ed inizio secolo non avessero elevato a rango di “Accademia degli ufficiali” il Comando dei vigil urbani, oggi e già da tanti anni avremmo le stesse problematiche note, trite e ritrite sui compiti e sulle competenze degli stessi a scapito della comunità? Preso atto della situazione, verso la quale si è provveduto con il raddoppio dell’organico, ma senza migliorare i rapporti tra politica e dipendenti, dobbiamo eleggere uno sceriffo che spari sul pianista?
Tornando a Bomba. Se una normativa effettivamente non c’è il sindaco ha il dovere di provvedere immediatamente, tutelando innanzitutto la vocazione turistica della città che quest’anno ha vissuto fremiti di risveglio sui quali fondare il definitivo rilancio. Nel contempo cercando di garantire, nei limiti del possibile, la serenità dei cittadini residenti in prossimità dei locali che privilegiano il servizio musicale.
A margine, una significativa nota…musicale. Stasera ho visto un solo locale in pieno centro eludere il “preavviso”. Era anche l’unico con tutti i tavoli pieni…
venerdì 27 agosto 2010
La foto più bella di questa (mia) estate.
Dopo la "partita del cuore" ho chiesto al gentilissimo Massimo Molino, "lu piccininne de la mamma soia", di scattarmi una foto. Mentre mi mettevo in posa, arrivò questo ragazzino che ha cominciato a giocare con me. Non so chi sia ma vorrei incontrarlo di nuovo, per rivedere e "gustare" di nuovo il suo sorriso.
Che popolo di ... "guardoni" !
In un mese superati i 1000 clik. E' il mio "filmatino" più cliccato. Peccato rimanere delusi vedendo meno di quello che si vede in giro. Spero che piaccia la canzone.
giovedì 26 agosto 2010
Grazie ai … “morti”.
Il sindaco di Vasto è finito sulle cronache nazionali per aver abolito “mezzo” corteo funebre, quello che dalla chiesa conduce al camposanto, e perché “Rosina” Russo Jervolino, Sindaco di Napoli, è rimasta chiusa nel cimitero (naturalmente di Vasto). Presumo che la terza volta si parlerà di una pista ciclabile all’interno dello stesso cimitero.
Vuoi vedere che per promozione turistica i geniali consiglieri del sindaco, tra i vari “turismi” gli hanno consigliato di puntare sul turismo “funebre”? All’inizio dell’estate il primo cittadino parlava di “distribuzione di fiori ai commercianti, per abbellire la città”, vuoi vedere che la “destagionalizzazione” tanto decantata prevede l’allungamento della stagione turistica fino al 2 novembre? Attendiamo la distribuzione anche dei lumini … possibilmente a pile, visto che “presto” avremo un luogo dove ricaricarle.
Vuoi vedere che per promozione turistica i geniali consiglieri del sindaco, tra i vari “turismi” gli hanno consigliato di puntare sul turismo “funebre”? All’inizio dell’estate il primo cittadino parlava di “distribuzione di fiori ai commercianti, per abbellire la città”, vuoi vedere che la “destagionalizzazione” tanto decantata prevede l’allungamento della stagione turistica fino al 2 novembre? Attendiamo la distribuzione anche dei lumini … possibilmente a pile, visto che “presto” avremo un luogo dove ricaricarle.
"Giuvinò ... giuvinò".
La “disavventura” capitata al Sindaco di Napoli “Rosina” Russo Jervolino, mi ha riportato alla mente un episodio che mi capitò tanti anni orsono.
All’epoca frequentavo il Liceo Scientifico ed abitavo dietro il distributore (allora) Api di corso Mazzini. Precisamente in via Catullo. La strada che percorrevo nelle luminose giornate di primavera era quella che dal liceo, attraverso via dei Conti Ricci portava al Cimitero per poi, percorso il ”carducciano” duplice filare di cipressi del suo viale, sboccare in corso Mazzini e quindi giungere a casa. Quel giorno, avevo appena passato il cancello secondario del cimitero storico, quando sento alle mie spalle una voce che chiamava “giuvinò ... giuvinò”. Un brivido dietro la schiena mi “congelò” e mi bloccai atterrito. Nonostante l’orario, qualcosa dopo l’una, nonostante la splendida giornata di sole quella voce mi aveva terrorizzato. “N’ave paura ca so vive!” continuò quella voce, con un dialetto tipico e con quella sonorità vastarola che all’epoca era ancora comune mentre ora è quasi scomparsa. Mi voltai con circospezione e vidi una vecchietta dietro il cancello. La povera malcapitata mi disse sconsolata: “ Pe piacere, giuvinò, aiutam a asci da ecche. Nin ci sta nisciune”. Scavalcai (meglio: “scalvacai”) facilmente il cancello e, girando tra loculi, tombe e sepolcri, tra fotoceramiche, fiori e lumini, trovai una scala. L’appoggiai al muro di cinta e la vecchietta, rassegnata al suo destino, salì fino alla sommità di questo muro, quindi aspettò che collocassi la scala all’esterno del cimitero. - Se avessi avuto una macchina fotografica avrei scattato la foto del secolo. Una donna anziana in piedi sul muro di cinta di un cimitero non è cosa consueta. - Infine l’aiutai a scendere.
Si diede una “rezelata” e mi ringrazio dicendo: “Scibbendette, se nin passeve tu com’ariscive? Pozz’avè le benediziune!”. La salutai, riposi la scala nel cimitero, infilandola attraverso le sbarre del cancello, e andai a pranzo. Probabilmente il custode dell’epoca avrà bestemmiato e recitato i “Dies illa”, non trovando la scala al suo posto, ma io non pensai nemmeno per un frammento di secondo di riporla dove l’avevo presa.
Devo ringraziare il Sindaco di Napoli che con la sua disavventura ha fatto riaffiorare in me questo ricordo e per l’occasione reciterò un “eterno riposo” per quella vecchietta. Non conosco chi fosse ma non è importante. Spero solo che oggi come oggi, passando da quelle parti, non mi senta chiamare: “giuvinò … giuvinò”. Usassero il telefonino.
mercoledì 25 agosto 2010
araldovastese.it: Il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo resta ch...
araldovastese.it: Il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo resta ch...: "Disavventura per il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, che ieri pomeriggio è rimasta chiusa per oltre un’ora nel cimitero di Vasto. L..."
... ma siete passati tra i vicoli di Santa Maria in questi giorni? I turisti, si.
Io ho scherzato sui rumori mattutini degli "operatori ecologici" ma c'è gente che sarebbe ben felice di essere svegliata al mattino presto, pur di vedere pulito ("almeno ogni tanto", mi ha detto una signora) il luogo dove vive.
E io che volevo "sostituire" i pini di piazza Rossetti 2.
Siamo esterrefatti dal metodo oltre che nel merito. Pini di via Spalato (2)
Abbiamo letto la replica del Sindaco di Vasto in merito alla questione della “potatura” dei pini di Via Spalato.
A nostro avviso l’intervento del Corpo della Forestale doveva essere richiesto prima che gli operai tentassero le operazioni di “Capitozzatura” e non dopo.
A babbo morto.
Chi del resto meglio del Corpo della Forestale può con assoluta certezza certificare se: “vi sono dei rami pericolosi per l’incolumità dei cittadini”.
Questo per il metodo!
Siamo soddisfatti che il Sindaco dichiari che non vi era nessuna intenzione di tagliare i pini di Via Spalato. Peccato che le buone intenzioni a volte facciano a pugni con la dura realtà, vedasi i cedri Libanesi di Via Adriatica che erano perfettamente integri ed in piena salute, prima del loro ghigliottinamento.
Un po’ meno soddisfatti lo siamo quando afferma che: “non c’è stato nessun intervento di sospensione della potatura”. Evidentemente i cittadini di Via Spalato che sono intervenuti, sono dei fantasmi, ai suoi occhi.
Non vogliamo comunque alimentare polemiche oltremodo,ci chiediamo soltanto: se domani mattina, un fantomatico comitato cittadino non meglio identificato, si reca dal Sindaco per perorare l’abbattimento dei pini della villa comunale, perché ritenuti da essi pericolosi per i giochi dei propri figli; il Sindaco che fa?
Chiama immediatamente il Corpo della Forestale per verificare la veridicità di quanto affermato, oppure manda gli operai del settore servizi a “capitozzare “ anche quelli?
Questo per il merito!
Vasto 24 Agosto 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
Abbiamo letto la replica del Sindaco di Vasto in merito alla questione della “potatura” dei pini di Via Spalato.
A nostro avviso l’intervento del Corpo della Forestale doveva essere richiesto prima che gli operai tentassero le operazioni di “Capitozzatura” e non dopo.
A babbo morto.
Chi del resto meglio del Corpo della Forestale può con assoluta certezza certificare se: “vi sono dei rami pericolosi per l’incolumità dei cittadini”.
Questo per il metodo!
Siamo soddisfatti che il Sindaco dichiari che non vi era nessuna intenzione di tagliare i pini di Via Spalato. Peccato che le buone intenzioni a volte facciano a pugni con la dura realtà, vedasi i cedri Libanesi di Via Adriatica che erano perfettamente integri ed in piena salute, prima del loro ghigliottinamento.
Un po’ meno soddisfatti lo siamo quando afferma che: “non c’è stato nessun intervento di sospensione della potatura”. Evidentemente i cittadini di Via Spalato che sono intervenuti, sono dei fantasmi, ai suoi occhi.
Non vogliamo comunque alimentare polemiche oltremodo,ci chiediamo soltanto: se domani mattina, un fantomatico comitato cittadino non meglio identificato, si reca dal Sindaco per perorare l’abbattimento dei pini della villa comunale, perché ritenuti da essi pericolosi per i giochi dei propri figli; il Sindaco che fa?
Chiama immediatamente il Corpo della Forestale per verificare la veridicità di quanto affermato, oppure manda gli operai del settore servizi a “capitozzare “ anche quelli?
Questo per il merito!
Vasto 24 Agosto 2010 Verdi Vasto
Antonino Spinnato
lunedì 23 agosto 2010
domenica 22 agosto 2010
“Acquerelli – I trabocchi”.
Alla Sala Mattioli di Vasto – dopo un’inspiegabile chiusura espositiva proprio nel ferragosto – con qualche giorno di anticipo sul programma degli eventi estivi, ha aperto una sua Mostra di opere recenti la pittrice Paola Bolognese, artista già nota e diffusamente apprezzata dal pubblico vastese e turistico.
Paola Bolognese, sensibilità cromatica, poeticità d’immagine
Mentre l’Arte da ormai un secolo (dal frainteso dadaismo in poi) ha preso altra strada, innovativa certo quanto spesso sbagliata o del tutto discutibile, c’è ancora chi al mondo continua a produrre manufatti d’arte in modo tradizionale, e in pittura, in particolare, …dipingendo. Si tratta di quella significazione per immagini che l’uomo, attraverso una capace manualità, sin dai primordi sa inventare, rendere visibile per godimento personale, per lasciare di sé e del divenire materiale e spirituale una traccia. Ed è questa un’utile premessa per avvalorare ancora nel nostro tempo - ove necessario - opere di questo genere. Così di Paola Bolognese, paesaggista ma anche ritrattista precisa e sensibile, non starò a dire di appartenenze stilistiche, non di riferimenti storici, inopportuni quanto inutili.
Di questa pittrice bisognerà rilevare la capacità tecnica acquisita con anni di studio e lavoro, in un genere artistico considerato “minore”, poiché per secoli relegato dai Maestri al “bozzetto” preparatorio per dipinti a olio o affreschi, quanto antico e preziosamente riscoperto nell’ottocento dall’Impressionismo, un’innovazione d’immagine che costituisce la vera rivoluzione dell’arte moderna nel tempo della sua “riproducibilità tecnica”. La “pittura ad acqua”, poi, richiede sicurezza di tratto, temperamento, rapidità di esecuzione, che non concede correzioni o pentimenti. Ma se la padronanza della tecnica è la base, ben più preziosa appare, in artisti come la Bolognese, la capacità di “sognare” dapprima l’immagine e poi di saperne tracciare le linee e le cromie utili a rappresentarla e a reificarla per gli altri che la guarderanno e se ne sentiranno eideticamente coinvolti e gratificati.
Una pittura non semplice (o culturalmente semplicistica), ma di certo da poter guardare e percepire senza doversi porre problematiche ‘concettuali’ di alcun genere. Immagini d’arte che occorre con-templare (ed è possibile farlo in questo caso) lasciandosi catturare, per un momento almeno, dalla poeticità rarefatta dei suoi cieli ombrati di luce e di nuvole, delle sue marine riverberate, degli ‘steli’ segmentati dei suoi trabocchi protesi, come corrosi dalla luce, verso l’alto. L’acqua luccica riverberando il sole d’alba o di tramonto, gli scogli paiono come dormienti nel loro liquido, ma denso habitat, la “Bagnante” di oggi fa da assistente totemica alle vele dispiegate o raccolte su “paranze” e “battelli”, quelli di un tempo passato. Il tutto si manifesta e vive, sulla carta e in noi, tra la memoria e l’immagine visiva, soltanto dipinta quanto per più versi ‘reale’ ed evocativa. Se il risultato dell’artista voleva essere questo, diremo che l’ha sicuramente raggiunto. Provare (o meglio visitare la mostra) per credere.
(Giusfra Pollutri, agosto 2010)
I dipinti di Paola Bolognese resteranno in mostra sino al 27 Agosto.
Paola Bolognese, sensibilità cromatica, poeticità d’immagine
Mentre l’Arte da ormai un secolo (dal frainteso dadaismo in poi) ha preso altra strada, innovativa certo quanto spesso sbagliata o del tutto discutibile, c’è ancora chi al mondo continua a produrre manufatti d’arte in modo tradizionale, e in pittura, in particolare, …dipingendo. Si tratta di quella significazione per immagini che l’uomo, attraverso una capace manualità, sin dai primordi sa inventare, rendere visibile per godimento personale, per lasciare di sé e del divenire materiale e spirituale una traccia. Ed è questa un’utile premessa per avvalorare ancora nel nostro tempo - ove necessario - opere di questo genere. Così di Paola Bolognese, paesaggista ma anche ritrattista precisa e sensibile, non starò a dire di appartenenze stilistiche, non di riferimenti storici, inopportuni quanto inutili.
Di questa pittrice bisognerà rilevare la capacità tecnica acquisita con anni di studio e lavoro, in un genere artistico considerato “minore”, poiché per secoli relegato dai Maestri al “bozzetto” preparatorio per dipinti a olio o affreschi, quanto antico e preziosamente riscoperto nell’ottocento dall’Impressionismo, un’innovazione d’immagine che costituisce la vera rivoluzione dell’arte moderna nel tempo della sua “riproducibilità tecnica”. La “pittura ad acqua”, poi, richiede sicurezza di tratto, temperamento, rapidità di esecuzione, che non concede correzioni o pentimenti. Ma se la padronanza della tecnica è la base, ben più preziosa appare, in artisti come la Bolognese, la capacità di “sognare” dapprima l’immagine e poi di saperne tracciare le linee e le cromie utili a rappresentarla e a reificarla per gli altri che la guarderanno e se ne sentiranno eideticamente coinvolti e gratificati.
Una pittura non semplice (o culturalmente semplicistica), ma di certo da poter guardare e percepire senza doversi porre problematiche ‘concettuali’ di alcun genere. Immagini d’arte che occorre con-templare (ed è possibile farlo in questo caso) lasciandosi catturare, per un momento almeno, dalla poeticità rarefatta dei suoi cieli ombrati di luce e di nuvole, delle sue marine riverberate, degli ‘steli’ segmentati dei suoi trabocchi protesi, come corrosi dalla luce, verso l’alto. L’acqua luccica riverberando il sole d’alba o di tramonto, gli scogli paiono come dormienti nel loro liquido, ma denso habitat, la “Bagnante” di oggi fa da assistente totemica alle vele dispiegate o raccolte su “paranze” e “battelli”, quelli di un tempo passato. Il tutto si manifesta e vive, sulla carta e in noi, tra la memoria e l’immagine visiva, soltanto dipinta quanto per più versi ‘reale’ ed evocativa. Se il risultato dell’artista voleva essere questo, diremo che l’ha sicuramente raggiunto. Provare (o meglio visitare la mostra) per credere.
(Giusfra Pollutri, agosto 2010)
I dipinti di Paola Bolognese resteranno in mostra sino al 27 Agosto.
E io che volevo "sostituire" i pini di piazza Rossetti.
Inviato da Antonino Spinnato
ENNESIMO SFREGIO AMBIENTALE DELLA GIUNTA LAPENNA. DOPO I CEDRI LIBANESI DI VIA ADRIATICA, I PINI DI VIA SPALATO.
E’ notizia del tardo pomeriggio. Un gruppo di operai, con tanto di ordinanza Comunale ( n. 200/2010 dell’8/8/2010 prot. 35180 ) si sono recati intorno alle ore 14,00 in Via Spalato, a Vasto Marina, ed hanno iniziato le operazioni di: “Capitozzatura” dei pini ivi presenti. Si badi bene,capitozzatura, non potatura. Che è altra e più rinomata cosa. Va detto che lo stesso atto era stato compiuto lo scorso anno, sempre in Agosto.
Fortunatamente, per i pini,i residenti del posto si sono subito accorti del danno che gli operai stavano generando ed hanno chiesto l’intervento dei vigili urbani. I quali hanno prontamente interrotto lo scempio in atto.
Viene da chiedersi: ma gli operai addetti a queste operazioni hanno contezza di quello che fanno?
Chi ha dato l’ordine di rasare in quel modo i pini?
Possibile che l’ufficio servizi debba creare più disservizi di quanti ne risolva, in ambito ambientale?
Il Sindaco Luciano Lapenna è l’Assessore all’ambiente Anna Suriani parlano di questo quando si riferiscono al verde che i privati dovrebbero adottare?
Entrambi, sanno che gli alberi ad alto fusto sono protetti da leggi comunitarie?
Ma è mai possibile, che debbano intervenire i Vigili Urbani del Comune di Vasto a fermare il disastro deliberato da un altro organo Comunale?
Dopo il taglio dei cedri Libanesi in via Adriatica, quest’ennesimo sfregio ambientale pone una pietra tombale tra il nostro Partito e questa Amministrazione Comunale.
Naturalmente, ci riserviamo di interessare le autorità competenti per legge nel qual caso dovessimo ravvisare ipotesi di reato.
ENNESIMO SFREGIO AMBIENTALE DELLA GIUNTA LAPENNA. DOPO I CEDRI LIBANESI DI VIA ADRIATICA, I PINI DI VIA SPALATO.
E’ notizia del tardo pomeriggio. Un gruppo di operai, con tanto di ordinanza Comunale ( n. 200/2010 dell’8/8/2010 prot. 35180 ) si sono recati intorno alle ore 14,00 in Via Spalato, a Vasto Marina, ed hanno iniziato le operazioni di: “Capitozzatura” dei pini ivi presenti. Si badi bene,capitozzatura, non potatura. Che è altra e più rinomata cosa. Va detto che lo stesso atto era stato compiuto lo scorso anno, sempre in Agosto.
Fortunatamente, per i pini,i residenti del posto si sono subito accorti del danno che gli operai stavano generando ed hanno chiesto l’intervento dei vigili urbani. I quali hanno prontamente interrotto lo scempio in atto.
Viene da chiedersi: ma gli operai addetti a queste operazioni hanno contezza di quello che fanno?
Chi ha dato l’ordine di rasare in quel modo i pini?
Possibile che l’ufficio servizi debba creare più disservizi di quanti ne risolva, in ambito ambientale?
Il Sindaco Luciano Lapenna è l’Assessore all’ambiente Anna Suriani parlano di questo quando si riferiscono al verde che i privati dovrebbero adottare?
Entrambi, sanno che gli alberi ad alto fusto sono protetti da leggi comunitarie?
Ma è mai possibile, che debbano intervenire i Vigili Urbani del Comune di Vasto a fermare il disastro deliberato da un altro organo Comunale?
Dopo il taglio dei cedri Libanesi in via Adriatica, quest’ennesimo sfregio ambientale pone una pietra tombale tra il nostro Partito e questa Amministrazione Comunale.
Naturalmente, ci riserviamo di interessare le autorità competenti per legge nel qual caso dovessimo ravvisare ipotesi di reato.
sabato 21 agosto 2010
"L'autorevole" considerazione di un ex.
Capita in questi giorni di imbattersi in una “scena” molto bella. Quella di tanti bambini seduti a terra, su piazza Lucio Valerio Pudente, che assistono ad uno spettacolo di marionette. Non voglio prestarmi a battute del tipo: “non sarebbe necessario andare in piazza per vedere marionette esibirsi” tuttavia una perplessità sorge quando penso che lo spettacolo tanto caro ai bambini, uno spettacolo tradizionale, oserei dire storico, quello dei burattini Ferrajolo è stato “allontanato” da Vasto. Più volte ho scritto sull’argomento ma ancora mi chiedo e sempre mi chiederò la motivazione per la quale non si è potuto ricollocare il teatrino dei burattini nel luogo, nei fatti, ad esso deputato: piazza Rossetti. Eppure, certe sere questa piazza è desolatamente vuota ed anche quando gli altri luoghi da piazza Diomede a via Adriarica, da piazza Caprioli alla Loggia Amblingh, da piazza Barbacani a piazza San Pietro, sono affollati, Piazza Rossetti non è più frequentata come prima. Vedi famiglie di immigrati che occupano le panchine (e le aiuole) e qualche passante che attraversa il luogo per recarsi altrove. Nessun altro. Ciò accade forse, perché l’animazione è stata spostata in ambienti più piccoli così da far sembrare il centro storico più frequentato? Non credo che ci sia qualcuno così “intelligente” che possa aver pensato questo. Allora perché?
Il teatrino dei Ferrajolo era un richiamo “sicuro” per le famiglie ed un sano divertimento per i bambini. Un elemento che teneva in vita, nelle serate estive, una intera piazza. Per me è anche anche la “custodia” di una memoria che va scomparendo. Quest’anno abbiamo portato in quella piazza, per la gioia dei bambini, Shrek, direttamente dagli Stati Uniti. Bene, molto bene! Io stesso portai in questa piazza, in occasione di “V for Fumetto”, il cattivo di Guerre stellari: Dart Fener. Però poi, per piacere, se non diamo spazio anche a “Compagnie” come i Ferrajolo, non parliamo di “salvaguardia” della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
Cultura e folklore.
C'è voluto Gabriele Lucci, presidente dell'Accademia dell'immagine dell'Aquila, per sentir chiamare, finalmente, gli abitanti di questa Città: "Vastaroli"
Questo è avvenuto ieri sera durante la serata del Vff dedicata a Carlo Lizzani. La cosa è sfuggita ai più ma non ai "Vastaroli" come me (eravamo in pochi).
Grazie "grande" Gabriele, prima di te solo i tifosi della Pro Vasto che cantavano: "Vuastarò,Vuastarò, son contento ed onorato di esser nato Vuastaro"
venerdì 20 agosto 2010
giovedì 19 agosto 2010
Il “San Leonardo scomparso” e il Piano casa.
Il film festival serve, se non altro per far conoscere a “certe” persone, figure come quella di Elio Germano il quale, dopo aver ritirato la prestigiosa Palma d'Oro al Festival di Cannes, aveva commentato così: "Dedico all'Italia, nonostante la classe dirigente". Una frecciata che aveva fatto il giro del mondo. Chi a Vasto lo ha applaudito lo sa? E se si, da che parte sta?
Comandavasi dagli statuti del 1503 che guardar si dovesse il dì festivo di San Leonardo. Prendo da ciò motivo a dire che forse fin da quei tempi sorgeva la Cappella di San Leonardo alle Porcine per la via di Lanciano, d’appresso al Fonte nominato dal Santo … in cui si raccoglieva l’acqua freschissima …
Quanto sopra è tratto da “Storia di Vasto” di Luigi Marchesani. Da qualche tempo i resti dell’antica Cappella non sono più visibili. Che siano stati avvolti dal canneto che ha preso il posto di questi o che siano stati abbattuti? Certo è che come per altri edifici, “memorie storiche” di un celebrato passato, nessuno ha vigilato su questi antichi resti e speriamo di non doverne piangere la scomparsa. Qui a Vasto, la classe dirigente locale e la Soprintendenza, lasciano “scomparire” come per un intervento di un novello “Houdini” le memorie locali, mentre in luoghi limitrofi si ricavano dal “nulla” elementi che possano “creare” una storia mai, fino ad ora, rappresentata.
Purtroppo non è un fenomeno di illusionismo. Quello, dopo, riporta alla realtà. Qui si tratta di “scomparse” senza ritorno.
Come si comporterà l’amministrazione comunale, dopo aver approvato il “Piano casa”, in merito agli edifici non vincolati ma “storici” o in merito alla salvaguardia quegli elementi di armoniosa architettura, integrati nel paesaggio? Non parlo di emergenze architettoniche importanti. Figuriamoci! dopo aver visto la “fine” di Villa Cipressi (via Pescara) o Villa Santa Lucia, Villa Frutteto, il Palazzino della Penna, il Palazzo Genova-Rulli eccetera, eccetera. No! Parlo di quei villini rurali o dei resti, perche aimè di resti di tratta, di monumenti e testimonianze storiche sparse qua e là nel territorio. Con un “Piano casa” che permette demolizioni e ricostruzioni, che permette ristrutturazioni, ampliamenti e così via, che sarà delle “poetiche” case Ottocentesche? Che sarà dei villini Liberty della Marina o di San Michele? Saranno trattate come il “Quattrocentesco” palazzotto di località Incoronata?
E così mentre si spendono 100 milioni di vecchie lire per “riscrivere” la Storia di Vasto, si cancellano quegli elementi, quei ricordi che hanno fatto questa storia. Quasi a voler “raschiare” dalla memoria collettiva che “Il Vasto” fu ….
mercoledì 18 agosto 2010
Grazie Gabriele per averlo ricordato.
Da Semidiceviprima
Vent’anni fa, il 18 Agosto 1990 terminava la produzione del 45 giri, il “piccolino” tra i dischi in vinile. Nato nel 1948 ebbe il merito di diffondere la musica leggere meglio di qualunque altro strumento. Economicamente meno impegnativo dell’album (33 giri) divenne il più diffuso oggetto di collezione tra i giovani per diversi decenni e, attraverso uno strumento come il juke box, accompagnò al successo centinaia di canzoni rendendole letteralmente immortali.
Con l’avvento del CD il mondo discografico ritenne si dovesse chiudere l’era del 45 giri. E’ possibile, questa è una mia ipotesi, che si pensasse di sostituirlo con il CD in versione “singolo” ma la cosa non funzionò. I primi CD in versione album già costavano più del tradizionale album in vinile, applicare la stessa costosa formula anche per i singoli non poteva funzionare. I maggiori fruitori del 45 giri erano i giovanissimi e non si poteva certo pretendere che dilapidassero le loro “paghette” per un paio di canzoni. La decisione di chiudere la produzione del 45 giri da parte della discografia ufficiale non ne sancì comunque la morte.
L'ospedale di Vasto? Tutti a fare chiacchiere. Tirate fuori i ... fatti.
Ieri sera, si parlava seduti in un bar e ...
Hanno parlato tutti. Presidenti di regione, di consiglio, di provincia, assessori, commissari, sindaci, rappresentanze sindacali, consiglieri di ogni tipo di assemblea e millantatori di ogni genere. E' stato tutto uno spreco di fasce tricolori di dichiarazioni, di prese di posizione e di volti contriti. Sommessamente io voglio chiedere alla popolazione: ma voi avete capito perchè vogliono chiudere l'ospedale di Vasto? Io no. Abbiamo dovuto sentire qualsiasi cosa. Io capisco che il senso della realtà non sia una dote necessaria per fare politica, ma un simile cumulo di dati sballati, incoerenti, e talvolta ridicoli a giustificazione di un'operazione distruttiva di tale portata ancora non mi era capitato di vederla.
Io voglio sapere:
1.A quanto ammonta il debito creato della sanità in Abruzzo?
2.Gli amministratori politici e tecnici responsabili sono perseguiti civilmente (i soldi)?
3.Quanto è il debito creato da ogni provincia? E da ogni ASL?
4.Cosa e chi abbiamo pagato con i soldi del SSN?
Quando avremo saputo queste cose, chiameremo un ragazzo diplomato in ragioneria per aiutarci a fare le opportune divisioni. Potremo agevolmente verificare lo sfacelo, le ingiurie, i furti e lo schifo perpetrato ai danni delle casse pubbliche. E magari potremmo sbarazzarci di un sacco di consigli di amministrazione, di revisori dei conti di funzionari addetti al controllo etc. etc. Anni fa, L'Espresso aveva appurato che in assenza di ogni tipo di controllo, buona parte dei soldi andava a rimborsare prestazioni... mai effettuate dal privato. Ovverosia come fare un triplo danno con gli stessi soldi. Pago una prestazione mai avvenuta, e quindi non ho i soldi per farne una vera, non permetto ad un concorrente di stare sul mercato perchè i soldi li ho dati ad un malvivente, e sono anche rimasto senza soldi. Il meccanismo è esattamente quello del ponte di Messina. Quel ponte non si farà mai, ma in compenso ho già speso tanti di quei soldi per non farlo, che adesso che siamo in crisi, non ne ho più e devo tassare l'asse attrezzato di Pescara per racimolare qualcosa. (Facciamo a capirci, quanto detto vale per Tav, Alitalia, autostrade ed ogni altro lavoro pubblico nel quale bisognerebbe essere ciechi per non rendersi conto di cosa avviene).
Ma qui viene la parte divertente. Le risposte a quelle 4 domande, non ce le possono dare. O perlomeno le devono nascondere in ponderosi e voluminosi studi che servono solo a nascondere il fatto che si sono fottuti i soldi. Perchè se noi potessimo ragionare su qualche dato certo, sottoscritto da qualcuno, la cosa sarebbe semplice. Non ci vorrebbe nulla per coprire di ridicolo chi si lancia in surreali dichiarazioni. Ma perchè io devo ascoltare che: “potremmo avere dei risparmi sui costi di progettazione perchè gli ospedali di Vasto e Giulianova saranno identici”?
Io ed altri amici, quando in Idv si poteva ancora fare politica abbiamo scritto un po' di cose a riguardo. Sono passati più di 6 mesi, ma considero che le problematiche trattate siano di “stretta attualità”. Vi invito a rileggerle. Vi lascio con un monito. Sono cose troppo grosse, troppo importanti. Non possiamo delegare e basta. Dobbiamo agire, e mi aspetto aiuto.
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2010/02/siamo-pronti-difendere-il-nostro.html
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2010/02/leggenda-metropolitana.html
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2010/02/campa-nilismo.html
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2010/02/qui-quo-qua-e-le-profezie-sul-2012.html
http://francescopaolodadamo.blogspot.com/2010/02/grande-successo-su-il-grillo.html
martedì 17 agosto 2010
Ricordo di Francesco "Kossiga"
Mi trovavo in una grande libreria in Piazza San Silvestro a Roma. Ero vestito come uno studente di “sinistra” e portavo i capelli lunghi. Non avevo fretta, dovevo aspettare un autobus. Guardavo di qua e di là senza cercare nulla in particolare, quando alle mie spalle apparve una figura imponente, circondata da quattro distinti “signori” con lo sguardo non certo gentile. Era Francesco Cossiga (o come lo scrivevamo allora Kossiga). A distanza di un metro, puntò un enorme dito indice verso di me e con il suo accento particolare mi chiese “tu! che cosa leggi di solito?” Io abbastanza inquieto (probabilmente terrorizzato), risposi: “libri come 20.000 leghe sotto i mari”. Devo avergli dato una risposta che lo sorprese, perché esitò nel replicare. Ebbe come un tic. Arricciò il naso, inspirò e mi disse: “Risposta molto particolare, ti consiglio la carriera diplomatica”. Si voltò e andò via mentre uno degli accompagnatori sorridendo gli diceva qualcosa sotto voce.
lunedì 16 agosto 2010
La Campanella
domenica 15 agosto 2010
sabato 14 agosto 2010
venerdì 13 agosto 2010
Sotto il casco dalla parrucchiera, in estate.
Passando davanti ad un laboratorio da parrucchiera posto sulla strada che mi porta a casa, non posso fare a meno di osservare le signore che lo frequentano. Mi chiedo come fanno, soprattutto quelle di una certa età, a stare sotto il casco specie in giorni caldi come oggi. A guardarle da fuori, non sembrano donne che facciano questo sacrificio per apparire “belle”. Penso che lo facciano per sentirsi “a posto”, per sentirsi “in ordine”.
Da un po’ di tempo non trovo “novità” tali che mi ispirino qualcosa ma le signore sotto il casco mi hanno fatto pensare “qualcosina”.
Vi sarete accorti che questo è il periodo dei grandi “successi”, dei grandi risultati, insomma del tutto va bene. La spiaggia è piena, la piazza è piena, le manifestazioni sono tante, nessuno si lamenta di quello spettacolo o di quella conferenza o ancora di quella manifestazione. Tutti i “numeri” sono positivi. Riuscita con grande successo quella cosa lì, ancora meglio quella cosa là e così via.
Mi chiedo se a ottobre la “penseremo” alla stessa maniera. A ottobre, quando si tornerà a parlare di “turismi” e “destagionalizzazione”. Si parlerà delle spese sostenute. Si valuteranno a freddo i risultati. Io, da persona interessata, farei il paragone con gli anni passati ma la “gente” dimentica presto e non ne vale la pena. Mi piacerebbe pensare però che le “persone sotto il casco” si guardino allo specchio e riflettano. Il mio viso è (o è ancora) adatto alla mia pettinatura? Ho copiato questa nuova acconciatura da una “conoscente”, si addice al mio volto o sarebbe stato meglio mantenere quella solita? La qualità del taglio, la pettinatura, sono adeguate alla mia faccia? Il colore che ho scelto, mi sta bene? Forse avrei dovuto farmi consigliare così da avere un risultato inappuntabile. La spesa è valsa l’impresa? Forse avrei fatto meglio a spendere diversamente il mio denaro?
Il passante osserva distrattamente, non giudica ma se gli chiedono il parere …..
giovedì 12 agosto 2010
mercoledì 11 agosto 2010
A proposito di Lulù.
"Lettera della scrittrice albanese Elvira Dones a Berlusconi"
"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il prem...ier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione." Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devasta te. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio. Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero. Sulle "belle ragazze" scrissi u n romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale pe r battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci. Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi Merid Elvira Dones
"PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione spero sentano l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad altre persone. /grazie Elvira
Di: Egidio Del Giudice
"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il prem...ier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione." Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devasta te. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio. Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero. Sulle "belle ragazze" scrissi u n romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale pe r battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci. Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi Merid Elvira Dones
"PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione spero sentano l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad altre persone. /grazie Elvira
Di: Egidio Del Giudice
Annotiamo
La vita incantata e pur reale, in V. Amicone
Vasto – alla Mattioli, in corso sino sabato 14, una Personale di pittura di Vincenzo Amicone.
L’artista di Isernia è tornato ancora una volta a Vasto, con le sue ‘epifanie’ tracciate con elegante grafia e puro cromatismo, con i suoi “quadretti” di vita vissuta, fra gesti, oggetti e aggeggi della quotidianità o della rappresentazione scenica, incantati e che incantano, godibili a vedersi, comunicativi pur sempre.
Nessun titolo, intelligente o astruso che sia, è dato alla sua Esposizione. Potremmo dunque dire Amicone espone Amicone, in altre parole: l’artista molisano non fa altro che sottoporre all’attenzione e al godimento estetico, alla curiosità non meno, del pubblico le sue ‘invenzioni’, le sue visualizzazioni. Sono frammenti topici fissati in pose, gesti, situazioni, ambientazioni, racconti in breve, che fissano come istantanee fotografiche o filmiche, scene di vita vissuta, magari sognata. Uomini, donne e oggetti, visi, gesti, pose individuali (il mangiatore che sbuccia col suo coltellino la frutta, il pescatore che lancia la rete in mare o la ritira colma di pesci, colui che riposa beato all’ombra di un albero, il torero che svia con gesto elegante il toro dalle puntute e solide corna, il motociclista che si distende in un tutt’uno con la sua site-car…) o quadri d’insieme (classiche le sue famigliole, sacre quasi quanto le sue Madonne, o i fidanzatini che gustano in sincronia e simmetria un cono gelato…) che vivono immersi in una atmosfera rarefatta e pur reale.
Stupefacenti le figure, delineate da linee ondulate e curve che parrebbero deformanti e invece sono iconicamente caratterizzanti, stupefatti noi nel guardarli e trovarli naturali. Personaggi che appaiono come cose fra le cose che li circondano, ma in cui noi simpateticamente ci riconosciamo. Tutto questo reso possibile per una capacità di visione straordinaria e dalla padronanza di una tecnica, di disegno e di stesura dei colori, che potrà anche dirsi fumettistica o cartellonistica, ma che di certo è di rara efficacia espressiva.
L’arte può anche essere ‘altra’, fatta e intesa per scopi e intendimenti diversi, resta innegabile la magia espressa da artisti come V. Amicone di saper mettere su tela il vissuto dell’uomo con colori e pennelli. Un saper creare per immagini ciò che è altro da sé (dall’artista e dal contemplatore), ma in cui ciascuno di noi ritrova quel che è o è stato, quel che potrebbe o vorrebbe essere.
Giuseppe Franco Pollutri
martedì 10 agosto 2010
lunedì 9 agosto 2010
Pasquino a Vasto
L’Ingratitudine
“Pe’ guadagnamme la considerazziòne
E pe’ tirà a campà
Nun so più come fa’”
Va dicenno Pao Palo a l’Informazziòne.
“Io ho sbattajato pe’ Vasto e contro er riminese,
E si nun me credete, beh, annate a quer paese”!
Ja risposto dar blogghe l’Archi Mc’Ada(m)so:
“Aecche niscìune è fesse, …ma tu se’da naso”!
Gius.fra. Pollutri
“Pe’ guadagnamme la considerazziòne
E pe’ tirà a campà
Nun so più come fa’”
Va dicenno Pao Palo a l’Informazziòne.
“Io ho sbattajato pe’ Vasto e contro er riminese,
E si nun me credete, beh, annate a quer paese”!
Ja risposto dar blogghe l’Archi Mc’Ada(m)so:
“Aecche niscìune è fesse, …ma tu se’da naso”!
Gius.fra. Pollutri
domenica 8 agosto 2010
Book & Wine.
The Wall è un "monumento".
I monumenti non sempre piacciono, quasi mai vengono capiti.
Ho partecipato alla prima serata di Book & Wine. Per la prima volta ho avuto il piacere di guardare un film in inglese con i sottotitoli in inglese. Battute a parte, il progetto è interessante e parte bene, nonostante che la conferenza tenuta dopo il film, sarà che sono "vecchio" (quindi conosco i Pink Floid), mi sia sembrata tanto approssimativa e "raffazzonata" che "cirbinevagolatescamente" sono andato via.
A proposito, se non sono stato chiarissimo ....
Tratto da www.vastoweb.com
”Sulla musica a tutto volume fino a notte fonda e sull’occupazione di suolo pubblico a Vasto si fanno due pesi e due misure”. Lo afferma Alfredo Bontempo, segretario cittadino dell’Italia dei valori, secondo cui “a Vasto Marina, in piena zona turistica, le regole sono rigide e i controlli serrati, mentre nel centro storico si consente ai locali di fare musica oltre il limite dell’una di notte stabilito da un’ordinanza del sindaco. Per non parlare dell’occupazione di suolo pubblico: in alcune zone della città antica i tavolini sono talmente tanti che non si può nemmeno passare a piedi. Si facciano controlli seri per garantire il rispetto delle regole, che troppo spesso vengono violate”.
SEGUE NOTA DI Gabriele Cerulli (su Semidiceviprima)
Alfredo Bontempo, consigliere comunale dell’Idv, è il broker assicurativo dei dipendenti comunali. Non so se è legittimo. Non so se le due attività, quella professionale e quella istituzionale, siano compatibili. Di certo non è il massimo della trasparenza. Non è il comportamento specchiabile che il leader nazionale del partito, l’On. Antonio Di Pietro, predica e spertica da anni fino ad acquisire uno spazio di rilievo nel panorama politico italiano.
Alfredo Bontempo, tuttavia, visto che nessuno lo ferma va avanti spedito sulla strada dell’arroganza. E’ consigliere da un anno, subentrato alla cacciata di Francescopaolo D’Adamo e alla promozione ad assessore di Corrado Sabatini. Questa è la prima volta che assume una posizione dalla poltrona che occupa e di cosa decide di occuparsi? Di casa sua, ovviamente. Perchè farsi eleggere vuol dire forse occuparsi dei problemi della collettività? Bontempo riesce a dire una corbelleria di dimensioni incommensurabili in un’epoca nella quale i potenti sono riusciti a rendere tutto normale e, dunque, nessuno sa più stupirsi. Bontempo dice che alla Marina “regole e controlli sono serrati”. Si vede che esce poco, legge poco, si occupa quasi niente della vita cittadina. Evidentemente dorme pure benissimo, ma a quelli che lo hanno votato ed abitano nel suo quartiere, a Piazza Caprioli, deve pur far vedere che s’impegna!
A proposito, se non sono stato chiarissimo, Bontempo si riferisce a “lu ciardinatte”, sotto casa sua, l’unico polmone vivo di una città agonizzante grazie ai tre locali aperti negli ultimi anni. Ai rispettivi titolari và il grazie di tutti coloro che sperano veramente in un futuro pieno di vita per la nostra città. E non per raccattare consensi.
Il mio commento:
… e se le dicevo io ’ste cose, mi avrebbero accusato di essere rancoroso. Adesso speriamo che non mi dicano che Io ho chiesto al mio amico “cobra” di dirle per me! Dice il “cobra”: Tutti cazzari. Da Montenero a Vasto a Schiavi.
sabato 7 agosto 2010
Parte domani sera la seconda edizione di “Book&Wine” che si aprirà nei giardini di palazzo d'Avalos
La prima serata vedrà protagonisti il cinema e la scrittura con un dibattito sul rapporto tra le due forme d'arte con interventi autorevoli
È finalmente arrivata la vigilia della seconda edizione di “Book&Wine”, l'evento che abbina alle buone letture degli autori che si sono distinti nel corso dell'ultima stagione letteraria con le prelibatezze enologiche della terra vastese, rappresentate dai vini della Cantina Sociale “San Michele Arcangelo”.
Domani sera infatti, alle 20.30 presso i giardini di palazzo d'Avalos, in piazza Pudente a Vasto, si aprirà il sipario su “Book&Wine”, nata da un'idea di Alessio Marianacci e sviluppata dalla direttrice artistica dell'evento, Mascia Di Marco, che l'anno scorso hanno raccolto un successo strepitoso, ed in parte inatteso.
La prima serata della manifestazione sarà incentrata sul rapporto tra cinema e scrittura e sarà introdotta dalla proiezione del film “Pink Floyd-The Wall” di Alan Parker del 1982.
A seguire, incontro-dibattito sul tema “Scrittura, cinema e musica, linguaggi espressivi a confronto”, al quale parteciperanno Alex Infascelli (regista), Giovanni Di Iacovo (scrittore), Umberto Palazzo (musicista), moderati dal giornalista e direttore editoriale di “Intercity Magazine”, Vincenzo D’Aquino.
Al termine, la degustazione del primo vino della rassegna, lo spumante “Papillon” della Cantina vastese “San Michele Arcangelo”.
«Book&Wine – ha spiegato Mascia Di Marco – nasce dall'idea di unire due piaceri, quello della lettura e quello della degustazione di un buon calice di vino, che nell'immaginario collettivo rappresentano il momento della meditazione e della riflessione, non disgiunto da un senso di relax e di tranquillità».
“Book&Wine” proseguirà poi il 12 agosto con la “Serata Alessandrina”, nella stessa location di domani.
È finalmente arrivata la vigilia della seconda edizione di “Book&Wine”, l'evento che abbina alle buone letture degli autori che si sono distinti nel corso dell'ultima stagione letteraria con le prelibatezze enologiche della terra vastese, rappresentate dai vini della Cantina Sociale “San Michele Arcangelo”.
Domani sera infatti, alle 20.30 presso i giardini di palazzo d'Avalos, in piazza Pudente a Vasto, si aprirà il sipario su “Book&Wine”, nata da un'idea di Alessio Marianacci e sviluppata dalla direttrice artistica dell'evento, Mascia Di Marco, che l'anno scorso hanno raccolto un successo strepitoso, ed in parte inatteso.
La prima serata della manifestazione sarà incentrata sul rapporto tra cinema e scrittura e sarà introdotta dalla proiezione del film “Pink Floyd-The Wall” di Alan Parker del 1982.
A seguire, incontro-dibattito sul tema “Scrittura, cinema e musica, linguaggi espressivi a confronto”, al quale parteciperanno Alex Infascelli (regista), Giovanni Di Iacovo (scrittore), Umberto Palazzo (musicista), moderati dal giornalista e direttore editoriale di “Intercity Magazine”, Vincenzo D’Aquino.
Al termine, la degustazione del primo vino della rassegna, lo spumante “Papillon” della Cantina vastese “San Michele Arcangelo”.
«Book&Wine – ha spiegato Mascia Di Marco – nasce dall'idea di unire due piaceri, quello della lettura e quello della degustazione di un buon calice di vino, che nell'immaginario collettivo rappresentano il momento della meditazione e della riflessione, non disgiunto da un senso di relax e di tranquillità».
“Book&Wine” proseguirà poi il 12 agosto con la “Serata Alessandrina”, nella stessa location di domani.
... un velo pietoso.
Da Semidiceviprima
“Per la prossima festa dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro voleva abbandonare l’abruzzese Vasto e scegliere la romagnola Rimini, ma lo slittamento dell’inaugurazione del Palacongressi della riviera ha costretto l’ex pm molisano a continuare ad avere il quartier generale, dal 16 al 19 settembre, nel comune vastese. Nell’Idv d’Abruzzo il consigliere regionale Paolo Palomba ha definito «una vera e propria battaglia» quella fatta per conservare il ruolo di capitale della festadefinita «un’opportunità di sviluppo»». Dall’altra parte c’è chi si lamenta, nell’Idv, come Carlo Bulletti, vicepresidente della provincia di Rimini, per l’occasione persa.”
Lo scrive Italia Oggi di … oggi.
Paolo Palomba: che battaglia hai dovuto fare. Un altro cazzaro!! E speriamo sempre che non piova..
venerdì 6 agosto 2010
E se fossi stato io a convincere Di Pietro?
Il 6 luglio scorso scrissi questa
Lettera a ... Di Pietro.
Caro Di Pietro (non oso chiamarti Tonino come fanno gli altri) perché li hai abbandonati?
Alla vigilia di una tornata elettorale che avrebbe, secondo molti, portato alla schiacciante vittoria dell’IdV su tutti gli altri partiti, in un momento di grande fermento politico in questi luoghi, non parlo solo di Vasto, non dovevi farlo. Come hai già fatto in passato, potevi convincere l’On. Silvana Mura ad avere un altro pochino di pazienza e riproporre a Vasto l’Incontro Nazionale. Non voglio credere che in Romagna le cose vadano così male, che per recuperare posizioni sia necessaria una presenza massiccia su quel territorio, come non credo che qui le cose vadano così bene da permettersi il “lusso” di far sentire “abbandonati” proprio adesso gli elettori che nell’IdV ripongono ogni speranza. La poco convincente motivazione basata sulla carenza di posti letto prima e sulla mancanza di un “capiente” locale al coperto poi, non hanno convinto. Hanno solo screditato la città e coloro che, come il sindaco, fanno sfoggio delle potenzialità di questo luogo. In un soffio hai cancellato quattro anni di ostentazione di parole come “turismi” e “destagionalizzazione”. Tutto questo perché? Perché, come pubblicamente “gridato” dal palco in occasione dell’incontro 2009 dal Senatore Felice Belisario, “Questa piazza è diventata troppo piccola”.
Già lo scorso anno avevamo (forse qualcuno ricorderà su mia proposta) allestito una tensostruttura su piazza del Popolo, magari quest’anno "avrebbero" potuto fare di meglio ma è mancata la volontà o sono mancati impegno e idee di chi opera in questo territorio.
Caro Di Pietro il tuo “lapsus” nel discorso di qualche tempo addietro che confermava Vasto sede dell’Incontro programmatico anche per quest’anno e il titolo che in questi giorni gira “Arrivederci Vasto” suonano male. Soprattutto il secondo. Arrivederci a quando? Quando la città sarà cresciuta o quando il partito sarà ridimensionato? La mia passione per la “Città del Vasto” mi ha spinto a scendere in politica. L’ho fatto aderendo ad un partito in cui credevo. Ora in breve tempo dovrei assorbire una doppia delusione? Ne basta una e questa non è certo quella che vuole Vasto una città di serie B.
Le "lettere" che ricevo in questi giorni mi fanno "presuntuosamente" pensare che potrei aver dato il mio contributo.
Lettera a ... Di Pietro.
Caro Di Pietro (non oso chiamarti Tonino come fanno gli altri) perché li hai abbandonati?
Alla vigilia di una tornata elettorale che avrebbe, secondo molti, portato alla schiacciante vittoria dell’IdV su tutti gli altri partiti, in un momento di grande fermento politico in questi luoghi, non parlo solo di Vasto, non dovevi farlo. Come hai già fatto in passato, potevi convincere l’On. Silvana Mura ad avere un altro pochino di pazienza e riproporre a Vasto l’Incontro Nazionale. Non voglio credere che in Romagna le cose vadano così male, che per recuperare posizioni sia necessaria una presenza massiccia su quel territorio, come non credo che qui le cose vadano così bene da permettersi il “lusso” di far sentire “abbandonati” proprio adesso gli elettori che nell’IdV ripongono ogni speranza. La poco convincente motivazione basata sulla carenza di posti letto prima e sulla mancanza di un “capiente” locale al coperto poi, non hanno convinto. Hanno solo screditato la città e coloro che, come il sindaco, fanno sfoggio delle potenzialità di questo luogo. In un soffio hai cancellato quattro anni di ostentazione di parole come “turismi” e “destagionalizzazione”. Tutto questo perché? Perché, come pubblicamente “gridato” dal palco in occasione dell’incontro 2009 dal Senatore Felice Belisario, “Questa piazza è diventata troppo piccola”.
Già lo scorso anno avevamo (forse qualcuno ricorderà su mia proposta) allestito una tensostruttura su piazza del Popolo, magari quest’anno "avrebbero" potuto fare di meglio ma è mancata la volontà o sono mancati impegno e idee di chi opera in questo territorio.
Caro Di Pietro il tuo “lapsus” nel discorso di qualche tempo addietro che confermava Vasto sede dell’Incontro programmatico anche per quest’anno e il titolo che in questi giorni gira “Arrivederci Vasto” suonano male. Soprattutto il secondo. Arrivederci a quando? Quando la città sarà cresciuta o quando il partito sarà ridimensionato? La mia passione per la “Città del Vasto” mi ha spinto a scendere in politica. L’ho fatto aderendo ad un partito in cui credevo. Ora in breve tempo dovrei assorbire una doppia delusione? Ne basta una e questa non è certo quella che vuole Vasto una città di serie B.
Le "lettere" che ricevo in questi giorni mi fanno "presuntuosamente" pensare che potrei aver dato il mio contributo.
La Madonnina ha fatto il miracolo.
Vi ricordate dell’appello di Vito Alberto Candeloro, il ragazzo disabile che alcuni giorni addietro ha inviato un appello affinché l’ascensore della biblioteca Mattioli, dove lavora, fosse riparato? Questo ragazzo è andato a Lourdes. Pare che la Madonnina, per intercessione dell’assessore Marra, abbia fatto il miracolo. Finalmente l’ascensore è stato riparato e quando lunedì il ragazzo tornerà a lavorare, insieme al padre, potrà utilizzarlo. Non vorrei essere accusato di blasfemia per questa battuta, ne offendere chi come me è credente, per questo pongo subito il mio quesito: ma bisognava per forza “andare sui giornali” per operare un tale intervento?
giovedì 5 agosto 2010
Notti bianche e notti … in bianco.
Da tempo mi chiedono come mai sono così ingrassato. Semplice! vi ricordate di quando scrissi un articolo, dicendo che “non ci sono più gli spazzini di una volta”? Tutto nasce da lì.
La mattina, svegliato dal rumore generato dalle terribili soffiatrici, non riesco a riprendere sonno e spesso esco in giro per la città. Naturalmente a quell’ora è tutto chiuso, mi godo la bellezza della città vuota e spesso “gusto”, passando vicino qualche fornaio, l’odore del pane appena fatto. Il posto che però mi attrae ed al quale non so resistere è un laboratorio di pasticceria poco distante da casa mia. Qui in primo mattino, mi “abboffo” di cornetti (vuoti, marmellata, nutella) e bombe alla crema. Certo tutto finirà quando ricominceremo a chiudere le finestre, quando la stagione “calda” sarà finita, ma non prometterò a mia moglie di dimagrire. Se sarà, sarà.
Indubbiamente la città vuota ha un suo fascino, ma non mi dispiacerebbe, nel mio bighellonare, incontrare qualcuno, magari in un bar o in qualche altro locale aperto. Ciò non avviene perché a quell’ora incontri gli operai che fumano nervosamente mentre aspettano la “corriera”, qualche patito del jogging o qualche “frocione col cagnetto” come dice la canzone di Franco Califano (senza offesa per nessuno è solo una citazione da ex speaker radiofonico).
Ora mi chiederete: ma di tutto ciò a noi che ce ne importa? E quindi vengo al dunque.
Le macchine operatrici adibite alla pulizia delle strade sono state sottoposte a prove fonometriche? Per quale motivo io, e sono sicuro tanti come me, devono essere svegliati di primo mattino? E aggiungo: perché i pubblici esercizi sono “costretti” (la parola costretti non significa “nel rispetto di una ordinanza” ma per altri ovvi motivi) a chiudere presto e se vogliono proporre musica devono sottostare a regole che impongono “costosissime” perizie ed a controlli che portano sempre a sanzioni di vario genere? La quiete pubblica va fatta rispettare dettando regole ma queste regole devono valere per tutti. A me personalmente da più fastidio il rumore delle spazzatrici e di ogni “mostro” che “urla” in primo mattino, piuttosto che un gruppo di “ragazzini” che sfoga la propria creatività suonando davanti ad un bar. Se la notte bianca ha avuto tanto successo, perché non permettere di realizzare tante “mezzenotti” bianche “programmate”? Molti giovani di Vasto, sono costretti ad “emigrare” a Petacciato (quest’anno va di moda lì) per trovare un locale da ballo, perché per far “riposare” gli abitanti della Marina, agli stabilimenti balneari è stato vietato questo tipo di attività. Certo ci vorrebbe anche da parte dei gestori un po’ di fantasia ma questo problema, pianificato per tempo si può (per il futuro) risolvere.
Caro D'Alessandro, come la mettiamo?
Autore Massimo Donadi
..... Non vedo davvero dove cosa ci sia di demagogico e di populistico in questo e nella politica di Italia dei Valori, come sostiene oggi il senatore Francesco Rutelli che, in un'intervista sul quotidiano "La Repubblica", si dice a disagio con noi e definisce "invettiva e populismo" la politica che noi portiamo avanti, a meno che il senatore Rutelli non pensi che la difesa della legalità sia invettiva, demagogia o peggio ancora populismo. Noi pensiamo che il senso di responsabilità, di cui il senatore Rutelli si riempie la bocca un giorno si e l'altro pure come fosse a suo esclusivo appannaggio, non sia un vago concetto astratto di cui parlare in verbosissime interviste, ma un valore da difendere con azioni concrete in Parlamento, con mozioni di sfiducia, voti responsabili e scelte coraggiose, a volte anche solitarie. In Afghanistan, ad esempio, riteniamo che da tempo ormai sia fallita ogni operazione di peacekeeping e siccome preferiamo tutelare i nostri soldati, piuttosto che piangerli da morti, abbiamo fatto una scelta coraggiosa e responsabile, e non demagogica e populista come dice il leader dell'Api. l'ex radicale, ex Margherita, ex Pd ora Api Rutelli. Noi abbiamo fatto proposte concrete e di riforma coraggiose per tirare fuori l'Italia dalla crisi ma forse il leader di Api, impegnato su qualche tv, era distratto e non se ne è accorto. Con tutto il rispetto, il ronzio delle Api non ci spaventa, soprattutto se arrivano dall'ex radicale, ex Margherita, ex Pd, ora Api Rutelli e chissà cosa domani. Per questo,se io fossi il segretario del Pd Bersani al leader dell'Api, un partito di profughi, non gli risponderei neppure al telefono. Perchè non esiste che uno che ha spaccato il partito, tradendo il mandato degli elettori, bussi alla porta il giorno dopo e venga trattato come potenziale alleato. Se passasse il messaggio che essere sleali paga, è evidente che a sempre più persone pungerà vaghezza di metter su un partito personale come ha fatto Rutelli perchè conviene, con buona pace di questo martoriato paese.
Io saprei rispondere ma ....
Contrordini, retromarce e passi in dietro.
E la sindachessa parlò.
Da L'Araldo Vastese
Calza a pennello una frase resa famosa dal Tonino nazionale: "Che c'azzecca". Ed è quanto viene da dire dopo il commento-domanda della sindachessa di Vasto a proposito dell'informazione e al proliferare di giornalini e giornaletti in città. Mentre si esauriva la serata per la presentazione del libro dell'ex direttore del Tg1 Giulio Borrelli - tra l'altro ben riuscita e organizzata dall'assessore alla Cultura Anna Suriani - la sindachessa pensava bene di arricchire di contenuti il dibattito. Per dire cosa? Niente di rilevante a parte l'abitudine di ritenere tutto spazzatura ciò che non è toccato con le sue mani. Di foglietti e pizzini in giro ce ne sono di tutti i colori e tutti i gusti, nei bar e per le strade di Vasto. Senza dimenticare che altrettanto accade sulla rete come questo spazio che state leggendo. Ma meno male che ci sono. Anche senza essere certi di trovare professionalità giornalistiche. Ma è democrazia, libertà, il condimento della nostra Costituzione. Ed anche per questa ragione che la sindachessa parlò. Ma a sproposito.
Calza a pennello una frase resa famosa dal Tonino nazionale: "Che c'azzecca". Ed è quanto viene da dire dopo il commento-domanda della sindachessa di Vasto a proposito dell'informazione e al proliferare di giornalini e giornaletti in città. Mentre si esauriva la serata per la presentazione del libro dell'ex direttore del Tg1 Giulio Borrelli - tra l'altro ben riuscita e organizzata dall'assessore alla Cultura Anna Suriani - la sindachessa pensava bene di arricchire di contenuti il dibattito. Per dire cosa? Niente di rilevante a parte l'abitudine di ritenere tutto spazzatura ciò che non è toccato con le sue mani. Di foglietti e pizzini in giro ce ne sono di tutti i colori e tutti i gusti, nei bar e per le strade di Vasto. Senza dimenticare che altrettanto accade sulla rete come questo spazio che state leggendo. Ma meno male che ci sono. Anche senza essere certi di trovare professionalità giornalistiche. Ma è democrazia, libertà, il condimento della nostra Costituzione. Ed anche per questa ragione che la sindachessa parlò. Ma a sproposito.
mercoledì 4 agosto 2010
L'alternativa di governo
7 giugno (il grillo) A vasto La V festa nazionale di idv. Paolo Palomba: stiamo passando al setaccio tutte le strutture ricettive, da Termoli a Torino di Sangro per trovare i 5.000 posti necessari.
14 giugno (il grillo) Sabatini: "Abbiamo rischiato di perdere la Festa Nazionale dell'IdV". "E' vero - ha detto Corrado Sabatini, assessore ai lavori pubblici del Comune di Vasto nonchè membro del direttivo regionale dell'IdV - abbiamo rischiato di perdere la manifestazione nazionale del nostro partito perchè Vasto anche fuori stagione non è dotata di 5000 posti letto."
5 luglio (histonium.net) DI PIETRO: "ARRIVEDERCI VASTO". LA FESTA NAZIONALE DELL'ITALIA DEI VALORI, DOPO QUATTRO ANNI A PALAZZO D'AVALOS, 'EMIGRA' A RIMINI
6 luglio (histonium.net) Vasto 'perde' la festa nazionale dell'Italia dei Valori. Il commento di Palomba: Decisione inevitabile
3 agosto (histonium.net) RETROMARCIA ITALIA DEI VALORI: LA FESTA NAZIONALE DEL PARTITO 'TORNA' AL CORTILE DI PALAZZO D'AVALOS A VASTO
L'appuntamento dal 16 al 19 settembre. La soddisfazione del consigliere regionale Palomba
3 agosto (il grillo) Dietrofront: a Vasto la Festa dell'Italia dei Valori. Paolo Palomba espressione del territorio vastese, insieme al fattivo interesse dell'amministrazione comunale, è riuscito a dirottare la linea del coordinamento nazionale del partito che fino a qualche settimana fa si era espresso, senza riserve, a favore della città romagnola.
Questi i “fatti” e le “dichiarazioni”. Dei “fatti”, cioè della festa nazionale di idv che si terrà a Vasto, come ho già avuto modo di dire, sono contento. Delle “dichiarazioni”, posso solo prendere atto. Quello che è certo è che siamo... alle parole in libertà. Lasciamo perdere la sinistra somiglianza che il girovagare della festa idv sta avendo con il famoso G8 organizzato da Berlusconi prima in Sardegna, poi a L'Aquila (e meno male che è finita lì). Lasciamo perdere che, come suggerito da qualcuno, si vota a Vasto l'anno prossimo (per la cronaca... si vota anche a Rimini l'anno prossimo). Quello che preoccupa è che si rilascino dichiarazioni seriose, con aria cupa, proprie di coloro ben addentro alla cosa. Poi i fatti, smentiscono clamorosamente le dichiarazioni e nessuno che faccia un buco per terra per nascondersi dalla vergogna. L'alternativa di Governo. Mah!
Dimenticavo. Pur volendo tacere del fatto che nessuna fonte “istituzionale” del partito (intendo i siti web ufficiali ed il coordinatore regionale del partito) ha fino ad ora confermato la notizia del “ripensamento del ripensamento”, a seguire vi propongo un'ultima notizia, che visti i clamorosi precedenti la trovo un po' come una spada di Damocle (mi verrebbe da dire di Dadamocle) sulla V festa idv a Vasto.
3 agosto (piazzarossetti) “La Direzione Nazionale dell'IdV ci ripensa e la Festa Nazionale potrebbe tornare a Vasto.”
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