mercoledì 11 agosto 2010

Annotiamo


La vita incantata e pur reale, in V. Amicone

Vasto – alla Mattioli, in corso sino sabato 14, una Personale di pittura di Vincenzo Amicone.

L’artista di Isernia è tornato ancora una volta a Vasto, con le sue ‘epifanie’ tracciate con elegante grafia e puro cromatismo, con i suoi “quadretti” di vita vissuta, fra gesti, oggetti e aggeggi della quotidianità o della rappresentazione scenica, incantati e che incantano, godibili a vedersi, comunicativi pur sempre.
Nessun titolo, intelligente o astruso che sia, è dato alla sua Esposizione. Potremmo dunque dire Amicone espone Amicone, in altre parole: l’artista molisano non fa altro che sottoporre all’attenzione e al godimento estetico, alla curiosità non meno, del pubblico le sue ‘invenzioni’, le sue visualizzazioni. Sono frammenti topici fissati in pose, gesti, situazioni, ambientazioni, racconti in breve, che fissano come istantanee fotografiche o filmiche, scene di vita vissuta, magari sognata. Uomini, donne e oggetti, visi, gesti, pose individuali (il mangiatore che sbuccia col suo coltellino la frutta, il pescatore che lancia la rete in mare o la ritira colma di pesci, colui che riposa beato all’ombra di un albero, il torero che svia con gesto elegante il toro dalle puntute e solide corna, il motociclista che si distende in un tutt’uno con la sua site-car…) o quadri d’insieme (classiche le sue famigliole, sacre quasi quanto le sue Madonne, o i fidanzatini che gustano in sincronia e simmetria un cono gelato…) che vivono immersi in una atmosfera rarefatta e pur reale.
Stupefacenti le figure, delineate da linee ondulate e curve che parrebbero deformanti e invece sono iconicamente caratterizzanti, stupefatti noi nel guardarli e trovarli naturali. Personaggi che appaiono come cose fra le cose che li circondano, ma in cui noi simpateticamente ci riconosciamo. Tutto questo reso possibile per una capacità di visione straordinaria e dalla padronanza di una tecnica, di disegno e di stesura dei colori, che potrà anche dirsi fumettistica o cartellonistica, ma che di certo è di rara efficacia espressiva.

L’arte può anche essere ‘altra’, fatta e intesa per scopi e intendimenti diversi, resta innegabile la magia espressa da artisti come V. Amicone di saper mettere su tela il vissuto dell’uomo con colori e pennelli. Un saper creare per immagini ciò che è altro da sé (dall’artista e dal contemplatore), ma in cui ciascuno di noi ritrova quel che è o è stato, quel che potrebbe o vorrebbe essere.

Giuseppe Franco Pollutri

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