Gli italiani sono sempre stati
considerati degli imbecilli e, “non so perché”, particolarmente in questo
periodo storico. Quando il resto del mondo vuole fare un complimento
all’italiano lo chiama “mafioso”. Quando lo “invidiano” lo chiamano “maccarone”
o “mandolino”. Eppure l’Italia di tanto in tanto nascono i Michelangelo, i
Leonardo, i Verdi, i d’Annunzio, i Levi-Montalcini, i …. e chi più ne ha più ne
metta. Sarebbe impossibile fare un elenco dei “geni” di cui il popolo italiano
si può vantare.
Va bene! Ma dove voglio andare a
parare?
Mi è capitato di andare al
concerto di Neil Young a Capannelle (l’ippodromo di Roma). Volevo, a tutti i
costi essere sotto il palco e mi sono recato sul posto con molto anticipo. Lì
ho capito che esistono i genii.
Aspettare in piedi, con un caldo
infernale, l’inizio di un concerto è durissimo e se ti siedi (a quasi
sessant’anni) è complicato rialzarsi. Impossibile portare una sedia, uno
sgabello o un cuscino. Come attrezzarsi quindi?
Ecco il “genio”!
Una signora, vicina al posto che
io avevo occupato, si era equipaggiata con un cubo di polistirolo, formato da
tre fasce di questo materiale legate con uno spago. Seduta per tutto il tempo
di attesa su questo confortevole “sgabello”, mentre il marito si recava comodamente
a rifornirsi di birra ogniqualvolta ne sentiva il bisogno, mi faceva una rabbia
mortale.
Pensavo: Come mai uno come me non
ha avuto una idea così? Io seduto scomodissimo su giornali che mi servivano
anche da segnaposto - guai a muoversi poiché c’era sempre qualcuno che faceva
quel passettino atto a passarti davanti - mentre costei, tranquilla, rilassata,
come a teatro, leggeva, fumava, si dissetava, dialogava serenamente.
Mentre aspettavo pensavo: Il
polistirolo è leggero, resistente e passa tutti i controlli. Chi potrebbe
impedirti di portarlo, e con che scusa, forse perché alla fine del concerto si
sarebbe potuto riempire il luogo di “palline bianche”?
Aggiungo che una volta iniziato
il concerto, la signora lo ha usato anche per montarci su e vedere meglio, al
di sopra di chi la circondava, il concerto.
Perché nessuno ha pensato di
“brevettare” un oggetto come quello usato dalla signora e di venderlo, magari,
come si fa per le magliette, riportando su di esso l’effigie dell’artista che
si sarebbe esibito?
A quel punto mi è venuto in mente
il solito luogo comune: vicino a me c’erano un salentino e un romano trasferito
in Sicilia. Se ci fosse stato un “napoletano” credo che avrebbe provveduto
immediatamente a “rubare” l’idea e alla prossima occasione …...
Scommettiamo che adesso qualcuno
lo farà?
Nessun commento:
Posta un commento