lunedì 5 agosto 2013

Il genio italico.


Gli italiani sono sempre stati considerati degli imbecilli e, “non so perché”, particolarmente in questo periodo storico. Quando il resto del mondo vuole fare un complimento all’italiano lo chiama “mafioso”. Quando lo “invidiano” lo chiamano “maccarone” o “mandolino”. Eppure l’Italia di tanto in tanto nascono i Michelangelo, i Leonardo, i Verdi, i d’Annunzio, i Levi-Montalcini, i …. e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe impossibile fare un elenco dei “geni” di cui il popolo italiano si può vantare.

Va bene! Ma dove voglio andare a parare?

Mi è capitato di andare al concerto di Neil Young a Capannelle (l’ippodromo di Roma). Volevo, a tutti i costi essere sotto il palco e mi sono recato sul posto con molto anticipo. Lì ho capito che esistono i genii.
Aspettare in piedi, con un caldo infernale, l’inizio di un concerto è durissimo e se ti siedi (a quasi sessant’anni) è complicato rialzarsi. Impossibile portare una sedia, uno sgabello o un cuscino. Come attrezzarsi quindi?
Ecco il “genio”!
Una signora, vicina al posto che io avevo occupato, si era equipaggiata con un cubo di polistirolo, formato da tre fasce di questo materiale legate con uno spago. Seduta per tutto il tempo di attesa su questo confortevole “sgabello”, mentre il marito si recava comodamente a rifornirsi di birra ogniqualvolta ne sentiva il bisogno, mi faceva una rabbia mortale.
Pensavo: Come mai uno come me non ha avuto una idea così? Io seduto scomodissimo su giornali che mi servivano anche da segnaposto - guai a muoversi poiché c’era sempre qualcuno che faceva quel passettino atto a passarti davanti - mentre costei, tranquilla, rilassata, come a teatro, leggeva, fumava, si dissetava, dialogava serenamente.
Mentre aspettavo pensavo: Il polistirolo è leggero, resistente e passa tutti i controlli. Chi potrebbe impedirti di portarlo, e con che scusa, forse perché alla fine del concerto si sarebbe potuto riempire il luogo di “palline bianche”?
Aggiungo che una volta iniziato il concerto, la signora lo ha usato anche per montarci su e vedere meglio, al di sopra di chi la circondava, il concerto.
Perché nessuno ha pensato di “brevettare” un oggetto come quello usato dalla signora e di venderlo, magari, come si fa per le magliette, riportando su di esso l’effigie dell’artista che si sarebbe esibito?
A quel punto mi è venuto in mente il solito luogo comune: vicino a me c’erano un salentino e un romano trasferito in Sicilia. Se ci fosse stato un “napoletano” credo che avrebbe provveduto immediatamente a “rubare” l’idea e alla prossima occasione …...

Scommettiamo che adesso qualcuno lo farà?


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