mercoledì 23 aprile 2014

Il cammino di Santiago (ottava puntata)

Dopo (ma anche durante) la cena di ieri sera Gianni ancora pensa alla "eventualità" di aver perso tutto il materiale documentaristico sul viaggio.
Sono le otto passate, è ancora notte e, indovinate un po' .... piove.
Una ricca colazione ci aspetta e subito in cammino.
Ad Arzùa, mi diletto a fotografare le attività locali
Poi inizia il Cammino vero.
Qualcuno ci ricorda il significato di questo e la fatica di chi lo ha compiuto per intero.
Intanto tra antiche strutture ...
...  nuovi cantieri ...
... e piacevoli pause, la distanza da Santiago diminuisce.
Il paesaggio Galiziano mantiene il suo fascino tra antiche rovine e nuove strutture. C'è da dire che in Spagna il denaro pubblico si spende, e si spende bene. Abbiamo notato che anche qui lo scontrino è un miraggio, tuttavia da quello che si nota, al momento del "bisogno", tutti si rimboccano le maniche.
La paura di aver perso le foto e i video, ci fa fotografare ogni particolare.
Comunque il "massaggio" ai piedi è più forte del "pensiero".
Il monumento alle "scarpe" ce lo ricorda.
Finora, abbiamo trovato solo un'automobile Fiat in tutto il viaggio. Una Tipo parcheggiata in piena campagna.
Eccolo di nuovo! "Garibaldi" questa volta ci offre lui un buon te bollente.
Ancora eleganti strutture moderne ....
... in un contesto antico.
Colture tipiche e ....
... paesaggi fiabeschi ....
... difesi da custodi attenti.
Ogni tanto bisogna risolvere problematiche "particolari".
Ma con la nostra agilità di sempre... (mi viene da ridere!)
Tre donne tedesche camminavano dietro di noi recitando il Rosario. Devo dire che l'Ave Maria in tedesco mi ha colpito.
Qualcuno prima di noi ha provveduto ad indicare il percorso.
Una pausa con le signore tedesche ...
... e ci raggiungono le signore austriache.
Da qui raggiungiamo il nostro albergo.
Un posto, nemmeno a dirlo, magico.
Sembra che un altro Francescopaolo D'Adamo abbia operato in Galizia. A Vasto in Contrada Zimarino ...
A cena: cinghiale con "confettura" di peperoni. Un agrodolce fantastico
E per finire, un dolce fatto col pane avanzato. La cuoca mi ha detto che lo ha fatto col cuore. Anche se lo avesse fatto solo con le mani, non avrebbe fatto fatica a convincermi a mangiarlo.
Ma perché qui sono tutti alti? ... (sono i miei 172 cm che sono pochi)
In questo albergo abbiamo incontrato nuovamente una coppia di Brescia già conosciuta la sera precedente. Partiti da Bergamo in aereo e giunti a Santiago dopo circa tre ore, sono arrivati in taxi sul luogo di partenza del loro "mini" cammino (il tempo di un weekend). Anche questa è una possibilità. 

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