martedì 22 aprile 2014

Il cammino di Santiago (settima puntata)

Da Melide ad Arzùa è stata proprio una passeggiata, anche se la pioggia ci ha accompagnato sempre.
Abbiamo incontrato un chioschetto "self service" dove c'era della frutta, c'erano delle bevande, dei dolci e del pane. Il prezzo era riportato su appositi cartellini e chi aveva bisogno di qualcosa, poneva il denaro in una apposita cassettina. Mi sono chiesto e ancora mi chiedo: possibile che ci sia ancora gente che si fida del prossimo? Vi assicuro che non c'erano telecamere.
Mi colpiscono sempre certi cartelli, soprattutto se poi vedo che i lavori si realizzano veramente. Ci sarebbe molto da dire sull'attività edilizia spagnola ed anche sul modo di vedere la "politica" ma non mi voglio dilungare.
Cosa sono queste paratie?
Sono delle strutture in legno che servono a nascondere i cassonetti della nettezza urbana. Il paesaggio senza orpelli ne guadagna.
... e mentre io mi diverto a fotografare le cose e gli ambiti che mi incuriosiscono,
Gianni approfitta pre massaggiarsi i piedi.
Cavalli curiosi come in una vecchia pubblicità si avvicinano ma non gradiscono il tarallino che ho offerto loro.
Da piccolo, in geografia, mi dicevano che in Spagna non c'era acqua. Forse allora la Galizia non faceva parte della Spagna?
Ancora mucche. Di tori neanche l'ombra.
In un luogo di ristoro mi faccio fotografare con persone del luogo che parlano italiano. Fra queste un macellaio che mi ha descritto la lavorazione del Cioriso (salame locale)
Qui ho incontrato "Garibaldi". Questo "caminante" è un ex operaio della Mercedes di Barcellona. E' andato in pensione e da quel momento ha preso a camminare. Mi ha detto che non ha nessuna intenzione di tornare alla vita normale. Arriverà a Santiago poi andrà a vedere l'oceano, poi andrà verso Bilbao e poi, finché le gambe ce la faranno ... chissà.
Siamo arrivati ad Arzùa.
Qui ho trovato una sorpresa. La mia vecchia Opel Frontera che mi aspettava. .... No, non era la mia.
Abbiamo avuto difficoltà a trovare l'albergo ....
... ma anche trovato cose curiose.
Arrivati in albergo la "tremenda" notizia che mi ha buttato a terra. Proprio a terra no ma sul letto, senza voglia di rialzarmi si. Gianni si è accorto che tutte le foto scattate e tutti i video girati fino ad ora erano andati perduti perché si è rotta la sua memory card.
Ho maturato l'idea che "il camino" doveva rimanere una esperienza intima, magari da raccontare ma senza "supporti".
Per farsi perdonare Gianni ha cominciato a fotografare di tutto e mi ha fatto un servizio personale, manco fossi un "Top model".
Ho provato anche "l'esperienza" da "Grammofon J". 
Il luogo comunque era fantastico.
Ho pensato che dalle nostre parti avrebbero raso al suolo quelle "catapecchie" e avrebbero realizzato delle belle "palazzine" (voglio sia ben chiaro il concetto che, in merito alle "belle palazzine", la mia è ironia)
L'accoglienza è stata di una gentilezza unica.
Il servizio gradevolissimo.
La signora che mi descriveva il menù della cena parlava solo spagnolo e io facevo finta di capire ma non capivo assolutamente nulla. Così ha portato quello che lei ha pensato fosse quanto avevo ordinato.
Però era tutto buonissimo. Se lo dico io che sono molto "piccioso" ...
Il problema della Spagna è che fa notte tardi e così noi che dovevamo partire la mattina presto dovevamo andare a letto "prima delle galline", quando era ancora giorno. Comunque dopo quelle scarpinate la cosa non dispiaceva.

Nessun commento: