sabato 19 aprile 2014

Il Cammino di Santiago (sesta puntata)

Ho iniziato la sequenza fotografica di oggi con la foto della Madonna Addolorata posta nella chiesa di Sant'Antonio a Melide, poichè oggi a Vasto sarà portata in processione la più bella e commovente immagine della Madonna che io abbia mai visto anche se in Galizia ci sono rappresentazioni ed immagini sacre incredibili.
Certo questa tappa che ci porterà a Melide inizia all'insegna dell'abbondanza ... e dell'acqua.
Il solito percorso fangoso ma ....
... anche di più.
Un gatto ci saluta dall'uscio della sua casa. La "gattarola" non si vede più dalle nostre parti, nemmeno nelle vecchie case di campagna.
Una cosa che mi ha molto colpito nel Cammino è stato vedere i cimiteri posti al centro dei villaggi. (ne farò un video a parte)
Il paesaggio invernale mi piace.
Mi piacciono gli alberi alti.
Mentre siamo costantemente osservati,
noi osserviamo a nostra volta.
Una coppia che sembra a passeggio per il corso con in evidenza l'ombrello sempre a portata di mano.
Oggi il cammino sembra lungo ma non lo sarà.
Tuttavia oltre ad essere umido è anche freddo. Gli americani sembrano non risentirne. Chi con i pantaloni corti chi sbracciato.
Dopo una "tonificante" bevanda calda e dopo aver fatto cantare "Volare" ad americani ed austriache (vedi video) proseguiamo.
Ogni luogo provoca sensazioni particolari.
Anche l'agnellino che dorme amorevolmente appoggiato alla madre ci colpisce e ci fa riflettere.
Mancano solo 55 Km alla meta.
Ci colpisce un messaggio "subliminale".
Quasi in chiusura della tappa di oggi incontriamo Ionut Preda, il campione paraolimpico di giavellotto. Parla anche un po' di italiano e ci divertiamo con lui e la sua "moglia", una gamba artificiale che ha sostituito il suo arto, dopo un incidenta.
Dopo aver posto il suo timbro sulle nostre credenziali, scattata la foto nella posa che lo rappresenta, lo salutiamo e proseguiamo per Melide.
Ma la pioggia ci blocca e lui ci supera.
A Melide (vecchia) incontriamo una persona di 87 anni che parlava italiano. Era stato a vivere a Milano per qualche anno negli anni Sessanta. Ci ha detto che i Galiziani e gli italiani sono uguali. Io invece ho notato che loro sono molto più gentili e sorridenti. Sarà una impressione.
Oltre alle camelie mi ha molto colpito questa immagine delle anime del purgatorio
Siamo arrivati troppo presto. Avremmo potuto proseguire fino ad Arzùa, come hanno fatto in tanti dopo aver mangiato il "pulpo" in pulperia ma ormai avevamo già prenotato l'albergo, quindi ....
 Abbiamo dedicato il tempo a disposizione per girare e cercare curiosità nella "animata" cittadina.
 Ma di giovani non ne abbiamo incontrati ... tutti a lavorare.

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