martedì 15 aprile 2014

Il Cammino di Santiago (seconda puntata)

La mattina seguente sulla nave, "ricca" colazione. E subito "meditazione" in una zona del ponte dove nessuno passava ... per il vento gelido.
La notte precedente avevamo come coinquilino un artigiano spagnolo che aveva trasferito famiglia e attività in Italia. Ora, ci ha detto, "in Italia non se ne può più" e stava tornando in Spagna. Assieme a lui aveva un cane. Aveva sistemato questa bestiola nell'apposito reparto ma io e il mio amico Gianni, avremmo preferito dormire con questa. Lo spagnolo "fruciava" (russava) spaventosamente e a nulla sono serviti gli espedienti tipici per interrompere questa "musica".  Abbiamo provato anche a dormire sul ponte ma tra gli studenti che "si divertivano" e i forti "odori" .... 
Sulla nave abbiamo socializzato con il personale. Tra questi c'era Giuseppe con la sua storia: Appena sposato con un figlio e con il mutuo per la casa, era stato licenziato. E' stato costretto a imbarcarsi ma ringraziava il cielo per questo lavoro trovato che gli permetteva di portare avanti la famiglia. Ancora un mese e l'avrebbe raggiunta a Casa. 
 Gli extracomunitari in servizio, inutile sottolinearlo, non sanno fare il caffè ma sono simpatici e alla mano.
 Sul ponte i primi studenti ancora assonnati per la serata passata in discoteca e a .... bere.
Alcuni partecipavano a incontri didattici (molto interessanti) sul turismo.
 Gianni intanto fotografava tutto.
 Finalmente siamo vicini allo sbarco ma purtroppo in forte ritardo. Abbiamo perso il treno notturno per Lugo.
Un amico conosciuto durante il viaggio ci ha dato delle dritte su come "sopravvivere" una notte a Barcellona. Anche questo ragazzo ha una lunga storia e tante problematiche sul lavoro .
Ecco il porto di Barcellona e come sempre succede, proprio nei momenti dello sbarco si conoscono persone "speciali" come Remo, 65 anni. Un romano che sembrava la fotocopia di Luca Giurato. Stessa voce, stessa altezza, stessi comportamenti. Alla domanda posta scherzosamente alla moglie: "perché non lo lasci?", questa ha risposto: "Ci sono voluti 17 anni per conquistarlo e convincerlo a sposarmi, ora figurati se non me lo tengo".
Rassegnati per il treno perso, abbiamo chiesto informazioni al tassista e questo, attraverso un attrezzo posto sul cruscotto, si è collegato con l'ufficio turismo e ci ha indicato alcuni alberghi.
Noi abbiamo provato a cercare altri treni notturni ma non ce n'erano. Per fortuna all'ufficio informazioni della Renfe un signore in camicia a quadretti verdi su sfondo bianco (divisa ufficiale della compagnia criticata da Gianni) ci ha consigliato di recarci in biglietteria la mattina successiva alle 5,00, altrimenti avremmo rischiato di non trovare posto nemmeno sul treno successivo. Così è stato. Abbiamo trovato gli ultimi due posti disponibili. Che "fortuna"!
Dopo aver preso un gelato al "pistaccio" da un simpatico e "paterno" pachistano, unico locale aperto nella zona, siamo andati nel nostro "Hostal" ad aspettare il giorno seguente.

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