giovedì 11 settembre 2014

Innominati e innominabili



Non la chiamerò per nome.

Se voglio elevarmi al rango dell'orsa devo rispettare il suo diritto ad essere riconosciuta dall'odore e dal suono della sua voce.
Se voglio elevarmi al ruolo di Essere Naturale devo accettare il mostrarsi rabbioso dei denti, l'istinto per il miele, il combattere per difendere la prole, l'odore delle sue feci e le sue urine poste a confine della sua terra.
Se voglio essere all'altezza della sua perfetta adesione al mondo, devo smetterla di aver bisogno di umanizzarla per compatirla; se voglio rispettare l'orsa devo ammettere la paura e la rispettosa distanza con cui va trattata, come il mare in tempesta, il tornado, l'orrido, il fuoco ...

Un nome lo avete voialtri, ma non lo userò.

Così come non lo userà la morte quando verrà a prendervi e, voi innominati e innominabili, saprete che un nome non lo avete meritato, perché siete bestie, ed esserlo non vi competeva.

Questo pensiero e di Massimo Carrano. L'ho letto mentre ascoltavo "A stolen kiss" di Robert Plant.

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