martedì 30 settembre 2014

Don Peppe Bottari.

Abitavo in via Ancona, dove c'era la rivendita di ferro dei fratelli Bottari. Incontravo ogni giorno don Paolo e don Peppe, un po' più di rado don Carlo.
Da ragazzino don Peppe mi intimoriva col suo sguardo. Crescendo invece ...
Una delle rare "scotolate di mazzate" che ho ricevuto da mio padre è stata causata proprio da don Peppe.
Giocavo con la porta a vetro del palazzo di mio nonno (Laccetti) dove abitavo, quando la vetrata da me "sollecitata" si ruppe in milioni di pezzi. Scappai alla velocità della luce e, facendo finta di non sapere nulla dell'accaduto, mi ripresentai sul luogo mentre mio padre, mio nonno e i miei zii si chiedevano come fosse accaduto il "fatto". Salii a casa e dopo un po' si presentò mio padre. Già dallo sguardo capii. Mentre mi "abbottava" provavo a difendermi e lui, più parlavo e più continuava. "Ti ha visto don Peppe scappare come un fulmine dopo aver rotto il vetro. Smettila di dire le bugie!" diceva. 
"Quello spione! Non poteva farsi i fatti suoi? Era buio, che ci faceva in quel posto?"
Per anni mi sono guardato sempre intorno, prima di fare qualche "marachella". 
Ciao "don Pé". Grazie anche a quelli come te, ho imparato l'educazione.

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