venerdì 12 settembre 2014

Quando ero soldato ...



Quando ero soldato, non capivo la necessità di questo "servizio". Oggi per quanto riguarda l'uso delle armi ancora non lo capisco. Quelle, le armi, le devono (il meno possibile) usare solo i "professionisti". Tuttavia ora comprendo una possibile utilità del servizio di leva. Una grande risorsa.
Migliaia di giovani a disposizione dello stato per "lavori di pubblica utilità". Un anno durante il quale non si perde tempo a marciare e "marcire" nelle caserme ma si impara ad intervenire in caso di calamità naturali o eventi improvvisi, e magari anche per altre "necessità" come il controllo delle aree boschive, degli argini dei corsi d'acqua, eccetera. 
Per fare una battuta: "invece del fucile la zappa".
Certo il discorso sarebbe molto lungo e si potrebbe partire già dal "distacco" del ragazzo dal luogo d'origine e dalla famiglia.
I giovani oggi viaggiano. Non è più come ai tempi dei nonni quando l'unico viaggio per un giovane era quello per la caserma a Sacile, a Novara oppure a Palermo o Sassari, a Cividale del Friuli, ad Albenga e così via.
I giovani oggi viaggiano; ma vuoi mettere viaggiare "comodamente" come si vuole, a confronto col "doversi" recare, per forza in una determinata data, magari col treno, in un luogo sconosciuto, tra tanti sconosciuti, sapendo di dovere rispettare, per un intero anno, determinate regole, il più delle volte non condivise?
Eppure ....
Mi chiedo poi, se tutti questi giovani non sarebbero costati meno della struttura chiamata "Protezione Civile".
Basta! Era meglio che non rivedevo questa foto questa mattina. 

6 commenti:

Che strazio certi post... ha detto...

Ma cosa ci azzecca il servizio militare con la protezione civile?
Il servizio di leva era esclusivo per le armi e la difesa del territorio. Per tutto il resto, c'erano i vigili del fuoco ed i vigili urbani che appartenevano ai vigilum, purtroppo, demilitarizzati entrambi anni addietro, in ultimo i vigili del fuoco, proprio per far si che altri arrivassero senza passar per la leva.
La protezione civile, si consolidò e prese posto a livello nazionale, nello Stato per intenderci, dopo la catastrofe dell'Irpinia dove i soccorsi come ben si sa, arrivarono tardi, per certi versi, troppo tardi.
Che il servizio di leva non ci sia più, a mio avviso, è un bene, almeno per come si era ridotto: un obbligo di un solo anno che scompigliava e scombinava studi, amori e tanto altro ancora, senza lasciare nulla di buono se non il ricordo di qualche libera uscita e qualche donna, almeno laddove non si diveniva succubi di nonnismo da caserma con chissà quali umiliazioni.
Se ha da dir qualcosa sulla protezione civile la dica apertamente, tanto a lei, come dice o ama dire, l'ascoltano!
Per quel che mi riguarda ed ho notato, il titolo di volontariato è calpestato sotto i piedi. di volontariato c'è solo il nome, per il resto, è tutto un discorso di raccomandazioni per poter essere il volontario (con remunerazione fissa) di turno, senza che nemmeno si possa avere un reale saggio di cosa realmente egli o ella, a seconda di volontario o volontaria, sappia realmente fare!
E' una costola staccata di un servizio che dovrebbe offrire lo Stato, e lo offre, ma nelle piccole realtà, è una gara a chi riesce ad accaparrarsi il posto continuando a definirsi "volontario", come se, in questi termini, un ingegnere o impiegato comunale, non abbia scelto volontariamente di fare quel determinato mestiere e con quello viverci.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Quando certi "geni" commentano in tal modo mi tolgo il cappello. Mi tolgo il cappello e mi gratto la teta. Basterebbe la foto per capire, tuttavia vale solo l'arroganza e la presunzione di voler comprendere solo e unilateralmente quel poco che si intende (se lo si intende) offendendo chi "tenta" di animare discussioni e non ce l'ha con nessuno (tanto meno con la protezione Civile). Non aggiungo altro altrimenti faccio danni.

straziato dal destino per aver scelto un nome clandestino. ha detto...

Uhah!!!
Nella foto, vedo, noto solo un ricordo come tanti ne ha messi sul blog ovviamente, nessuna critica su questo, anzi, è bella la condivisione dei propri ricordi.
Mi spieghi, allora, la frase nel finale del suo post, prima del "Basta!"
Di presuntuoso nel mio commento, c'è solo il titolo che, dalla sua di presunzione, ha voluto coglierne unilateralmente ciò che poteva apparire. Se vuole animare la discussione, può farlo tranquillamente e pacificamente... se vuole.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Intanto io ho un nome scritto anche grande sul titolo di questo blog e ci metto anche la faccia. Invece un titolo alla Lina Wertmuller non è un nome e nemmeno una faccia. Il riferimento alla Protezione Civile sta nel fatto che con i "soldati" a disposizione non ci sarebbe stato bisogno di questa. Tuttavia è solo un esempio e solo per esempio ricordo che dopo il terremoto di Ancona (non c'era la Protezione Civile) i "soldati" con i mezzi dell'esercito hanno provveduto a quanto necessario. Aggiungo, solo per esempio che dopo l'alluvione di Firenze (non c'era la Protezione Civile) l'esercito ha lavorato sodo e non ha impedito ai "volontari" di fare il loro "dovere". Se il suo è un intervento atto a farmi apparire come uno che ce l'ha con la Protezione Civile, faccia pure. Non ci riuscirà.

nome e faccia ha detto...

Forse, Caro architetto (mi conceda il caro) non ha letto benissimo il mio primo commento.
So bene che il titolo, danneggia o aggiusta tutto, per questo che, in questa occasione, non uso la mia di faccia ed il mio di nome, che tanto, anche se lo facessi, poi...
Io, invece, direi molto sulla protezione civile nelle piccole realtà, e mi sarebbe piaciuto farlo anche attraverso il suo blog.

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Lo faccia, lo faccia!