venerdì 23 ottobre 2009

La penso ancora così ... ma per quanto ancora?

Quando ho deciso di candidarmi per le elezioni comunali, forse presuntuosamente, pensavo di poter proporre un nuovo modo di fare politica, per questo ho aderito a “Italia dei Valori” quello che allora (sono solo due anni e mezzo ma sembra passato tanto tempo) era un piccolo partito emergente. Nessuno pensava allora che quella lista potesse produrre un consigliere comunale ma il “fato” ha voluto che questo sia accaduto. Non solo, ma per accordi elettorali, ha espresso un assessore. Naturalmente, considerando il peso politico dell’IdV, la delega doveva essere marginale, soprattutto perché il destinatario di questa non rientrava nel novero dei nominativi per i quali si poteva prevedere l’elezione. Un eletto che all’epoca, addirittura in contrasto con la sua lista, non era d’accordo con la scelta del candidato Sindaco. Un eletto che, in campo politico, non conosceva nessuno. Francascopaolo D’Adamo, chi è ? Un ex DJ, uno che scrive canzoni dialettali, uno che ha ideato il Toson d’Oro, un architetto specializzato in restauro ed in recupero degli edifici, un allestitore di mostre, un progettista di locali … insomma uno che di politica … niente. Come dice Antonio Di Pietro però, siamo soldati, e come un soldato diligentemente ho eseguito il mio lavoro, rispettando le consegne ed ottenendo successi inaspettati dai più, inferiori alle aspettative secondo il mio modo di vedere le cose. Ho chiesto fiducia ma non mi è stata accordata. Un soldato in trincea aspetta i rinforzi, aspetta le munizioni, aspetta alleati, perché no, aspetta riconoscimenti. Io mi sento come Alberto Sordi, protagonista nel film “Tutti a casa” quando dice … “ I tedeschi si sono alleati con gli americani, ci sparano addosso”. Sono stato candidato al Parlamento, per spirito di servizio, ho lottato come un leone, mi è stato detto che i voti ottenuti erano del partito, senza alcun valore aggiunto da parte mia. Va bene! Ora succede che si vota per il consiglio regionale. Io sto facendo il mio lavoro con molta, forse con troppa dedizione, perché mi piace. Se lo sto facendo bene non sta a me dirlo ma mi piace. Da più parti si richiede la mia candidatura ma non dalla parte che dovrebbe farlo. Se mi candidassi lo farei esclusivamente per la mia Città e per quello che rappresenta insieme al suo territorio. Secondo me abbandonata a se stessa e non considerata nel modo giusto.

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