venerdì 16 ottobre 2009

Lettera a Nicola Del Prete

Gentile direttore,

ti chiamo così, per non creare equivoci. Ora cominci a comprendere il mio operato dentro la Giunta municipale. Chi più di te può capire ora i miei comportamenti, a volte troppo intransigenti, nell’ambito delle riunioni di giunta e fuori da queste. Molto spesso ero un peso, é vero, perché ascoltavo, mi informavo, parlavo, pensavo, proponevo. Ora ti sei accorto, devo dire finalmente, del perché del mio comportamento. Le mie non erano cervellotiche prese di posizione personali ma riflessioni su quanto espresso dalla “nostra” città.
La tua sottolineatura, apparsa sulla Voce di venerdì 11 settembre, di fianco al bel faccione di Alfredino, mi garantisce che, finalmente, ti sei convinto che il mio modo di operare era giusto. Quando scrivi: “L’ex assessore al commercio Francesco Paolo D’Adamo si era ripromesso di rivedere, nel dettaglio, quella che era una proposta che gira per le stanze del Comune da alcuni mesi. Pare che, tolto di mezzo D’Adamo, quella stessa proposta, non più modificata, possa andare bene anche a qualche esponente della minoranza.” mi dimostri e lo dimostri anche ai cittadini che non ero quello sprovveduto che tutti, anche tu, volevano farmi apparire. Dopo quella seduta di giunta, quando al Sindaco e a tutti gli Assessori, ho consegnato una copia della delibera, pronta per il Consiglio ma che non mi convinceva, nessuno mi ha risposto. In quella seduta ho espresso tutte le mie perplessità, rispetto a quanto previsto in merito alle nuove norme in materia di commercio, nonostante il parere favorevole delle associazioni di categoria. Ho chiesto il fattivo contributo degli Assessori e dei Consiglieri comunali, atto a correggere o almeno a puntualizzare quanto previsto in quella delibera. Solo silenzio. Chiedere una riunione di maggioranza, nemmeno a parlarne, “dove ti presenti tu dell’IdV”. Bene adesso i nodi vengono al pettine.
C’era bisogno di fare la figura degli imbecilli? Si poteva ragionare, si poteva capire, si poteva … si poteva … ma continuo a pensare che si debba amministrare con le idee non con i numeri. Altri non la pensano come me. Qualcuno che ha voluto la mia “uscita” dalla Giunta mi scrisse: “Massima priorità a priorità di programma, qualità della Giunta e autonomia di azione e di lavoro degli Assessori. In caso contrario se la possono suonare da soli”. Pensa un pochino!


Cordialità

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