venerdì 16 ottobre 2009

Sulla nascita del circolo M. Colantonio

A questo punto mi verrebbe da chiedere a mia volta: - Come mai non sono già sorti ancora tantissimi altri circoli? Così come previsto dagli statuti e auspicato dai vertici, il radicamento sul territorio è uno snodo obbligato per effettuare il passaggio da partito di opinione a partito di massa. Senza entrare nei contenuti, dai quali evidentemente dissentiamo, bisogna dire che queste cose la Lega le ha già capite e messe in pratica.
In più c’è un altro fattore da considerare. L’aderente all’ IdV ha delle caratteristiche un po’, come dire … speciali. Innanzitutto è uno che di fronte alla realtà che lo circonda dice: - … eh no! Così non va bene! E allora, studia, si informa, si organizza e lotta. Non si rassegna ad uno sfacelo purtroppo così evidente. Allora per indole, tende ad agire, ad esprimersi, prova con tutte le sue forze ad interagire con la realtà nella quale vive. E così si ritrova, quasi senza premeditazione, ad essere protagonista e promotore di cambiamenti.
Le ragioni per le quali a Vasto è avviato l’iter che conduce all’apertura di un nuovo circolo scaturiscono da queste motivazioni che ritroviamo fra i nostri aderenti. Gente che quando vede qualcosa che non gli piace, non sta tanto a pensarci su, ma agisce. Sicuramente in molti avranno saputo delle vicende che hanno riguardato l’attuale giunta Lapenna e, per quel che mi riguarda, la mia rimozione dall’assessorato. Beh! Volendo limitare le polemiche al massimo, possiamo dire che è ben strano un avvicendamento di una figura di vertice… senza neanche provare ad abbozzare una ragione! Questo per quanto riguarda l’organo deputato alla scelta e cioè il sindaco. Ma forse ancora più strano potrebbe risultare il silenzio del partito sulla vicenda. Non sto parlando della mancanza di “difesa” per così dire. Ma del fatto (che ha delle implicazioni clamorose) che un organo terzo qualsiasi, possa influire nella vita di un partito senza che la cosa abbia delle conseguenze, senza che il partito senta il bisogno di esprimere una posizione. E per quanto mi riguarda la chiudo qui. Però evidentemente il nostro partito è un po’ come l’esercito di Napoleone, quello nel quale ogni soldato portava nel suo zaino il bastone di maresciallo. In men che non si dica un gruppo attivo di aderenti ha costituito un pensatoio politico denominato “Laboratorio politico –IdV”. Evidentemente quella era un’occasione per fare una riflessione di carattere generale sulla situazione di Vasto, però rischiava in tutta buona fede di ingenerare confusione. Ecco perché quando alcuni amici mi hanno fatto presente l’idea di aprire sul territorio un circolo finalmente strutturato, attivo ed operativo sotto ogni punto di vista io ho prontamente aderito e il laboratorio politico non è stato da meno. In un baleno abbiamo messo su una sede, raccogliamo adesioni, e programmiamo attività politica. Per tutta una serie di contingenze, a Vasto eravamo senza sede, senza direttivo e senza una attività decisa e caratterizzante sul territorio. Adesso le cose stanno in maniera diversa.
Siamo certi che ogni iniziativa di carattere propositivo è guardata con favore sia dai vertici (i quali non ci hanno mancare il loro immediato plauso) sia dalla base (che si sente ancora più vicino sia al partito che alla politica).
Eh sì, perché la sfida adesso è di quelle impegnative. Si tratta di comunicare a tutti che la politica non è una cosa lontana, ma al contrario è qualcosa che incide direttamente sulle nostre vite. In più c’è un fatto che deve ancora essere percepito per bene. Combattere le politiche deleterie del governo Berlusconi, non è slegato dal buon governo e dalla sana gestione di un territorio. Le cose non sono distaccate, ma al contrario decisamente legate. Facciamo un esempio. Le politiche energetiche sono decise al livello di governo centrale, ma le piattaforme rospo 1, 2 e 3 sono nel mare di Vasto. Il petrolio è estratto qui e va, il diavolo solo sa dove, l’inquinamento sicuramente resta qui, nella nostra meravigliosa terra. Allora lasciamo stare il punto che un governo si dichiara federalista e favorevole alla devolution solo sui titoli dei giornali, ma nei fatti adotta dei comportamenti di stampo dirigista e Roma ladrona. Lasciamo stare. Ma come Città del Vasto, io la devo avere o no una posizione? Come IdV di Vasto ho il dovere morale oppure no di informarmi sulla situazione per proporre eventuali correttivi? O altrimenti su quello che è il mio territorio devo accettare supinamente decisioni prese da altri.
E la gestione dei rifiuti, vera emergenza sociale dei nostri giorni. Sembra quasi che sia una cosa che non ci riguardi, mentre buona parte della qualità del nostro futuro dipenderà da come saremo in grado di gestire un problema così grande.
Tralascio il problema dell’acqua, o quello dell’urbanistica. Ma qualcuno potrebbe forse notare che questi temi echeggiano quelli del nostro amico Beppe Grillo, con i comuni a 5 stelle. E meno male! E meno male che c’è qualcuno che pensa alle cose veramente importanti. E noi forse non vogliamo essere fra costoro? Io credo che se si potesse convogliare l’1% della passione che si riversa sulla champions league sui problemi di cui stiamo discutendo, ci troveremmo molto, molto meglio. Il calcio è una passione fantastica che coinvolge milioni di persone, ovunque. E l’acqua forse non è una necessità che coinvolge TUTTI, OVUNQUE?
Una città come Vasto ha il dovere di erogare quanti più servizi possibili, ha il dovere di preservare il proprio territorio con la più grande determinazione, ha il dovere di migliorare. Noi vogliamo parlare di queste cose, e siamo disposti a farlo con chiunque ce lo chiederà.
Vi aspettiamo nella nostra sede di via Alessandrini 4 a Vasto, ma se ce lo chiedete, verremo anche da voi.

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