sabato 27 marzo 2010

davanti all'estrema nemica ...

Non sapevo come riprendere a scrivere, dopo quanto mi è successo in questi giorni. Potevo iniziare con i ringraziamenti, potevo iniziare con i ricordi, potevo ... potevo ...

allora ho pensato di utilizzare, il modo più scontato (forse), proporre il testo di una canzone che più rappresenta il mio stato d'animo. Perchè il dolore è una cosa così intima che anche se descritto nei particolari, mai si può esprimere compiutamente.



La morte verrà all'improvviso
avrà le tue labbra e i tuoi occhi
ti coprirà di un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco
nell'ozio, nel sonno, in battaglia
verrà senza darti avvisaglia
la morte va a colpo sicuro
non suona il corno né il tamburo.

Madonna che in limpida fonte
ristori le membra stupende
la morte no ti vedrà in faccia
avrà il tuo seno e le tue braccia.

Prelati, notabili e conti
sull'uscio piangeste ben forte
chi ben condusse sua vita
male sopporterà sua morte.

Straccioni che senza vergogna
portaste il cilicio o la gogna
partirvene non fu fatica
perché la morte vi fu amica.

Guerrieri che in punto di lancia
dal suol d'Oriente alla Francia
di strage menaste gran vanto
e fra i nemici il lutto e il pianto

davanti all'estrema nemica
non serve coraggio o fatica
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore.

1 commento:

maria ha detto...

E' vero però che "il dolore è una cosa così intima che anche se descritto nei particolari, mai si può esprimere compiutamente".
Pur condividendo ed apprezzando la canzone, quel tipo di dolore è una cosa che ancora rifiuto nella mia mente e che mai vorrei provare, pur avendolo provato per diversi altri, ma quello in questione nella mia mente è lontano.
Rinnovandole il mio dispiacere per il suo dolore, le dico anche chè è stato un piacere vedere che ha ripreso a scrivere.