venerdì 23 aprile 2010

Il pensiero di una persona qualunque.





Il comportamento di Gianfranco Fini e i fatti accaduti in questi giorni all’interno del PdL, sono emblematici della situazione politica nazionale. Nessuno può negare, magari non condividendone le idee, che Fini sia una persona seria e preparata politicamente. Se ha usato un comportamento come quello che tutte le tv hanno mostrato, oserei dire e chiedo perdono per l’accostamento, alla Francescopaolo D’Adamo, i motivi che lo hanno portato a usare questa condotta devono essere, per forza di cose, gravi. Non è mia intenzione analizzare questi motivi, tuttavia mi “urge” sottolineare un personale punto di vista.
Tutti gli analisti valutano il 7% dei contrari all’interno del PdL, una esigua minoranza di cui il Presidente Berlusconi si potrà disfare al più presto ed in maniera indolore. Secondo me non è così. Non è come prendere un Assessore di un “medio” comune e buttarlo fuori, magari sostituendolo con persone non elette. Non è la stessa cosa.
La legge elettorale permette di formare le liste secondo un certo ordine, affinché siano elette non le persone scelte dal popolo ma quelle scelte dai partiti. Nell’ambito del PdL, sicuramente, ci sono molti “personaggi” eletti, non perché amati dal popolo ma perché “funzionali” alla linea di Berlusconi e del suo “gruppo” politico. ( Inutile precisare che questo avviene anche nelle altre formazioni politiche sia di centro destra che di centrosinistra, tuttavia …)
A questo punto, per spiegare il mio pensiero, devo necessariamente proporre un esempio.
Ho visto piangere, si! proprio piangere, un uomo anziano di Vasto, quando il Presidente Fini ha sciolto AN per fondare con Berlusconi & Co. la nuova compagine politica. Il Popolo della Libertà.
Se Fini esce dal PdL chi volete che voti questo signore?
Sarebbe troppo lungo e se vogliamo futile spiegare l’esempio sopra esposto. Mi limito a sostenere, invece, che quei “politici” i quali, in questa occasione, hanno avuto paura di schierarsi con Fini, avrebbero dovuto valutare secondo quest’ottica la loro scelta. Sono sicuri di avere nel proprio territorio un consenso “personale” tale da poter continuare a svolgere una azione politica al di fuori della originaria area ideologica? Sono sicuri che troveranno spazio adeguato nella formazione delle prossime liste elettorali? Hanno valutato con attenzione cosa succederà se il “Presidente della Camera” dovesse uscire dal PdL e formare (o riformare) un “serio” partito di destra?
Sono convinto che in molti hanno egoisticamente pensato: “per ora sono qui, in futuro vedremo”. Ma è solo una mia opinione.

1 commento:

giusfra.poll ha detto...

Vorrei segnalarti la mia di idea in proposito, cercando di restare a quel che appare (sui media, fin troppo), e tenendo presente che - come mi scrive proprio in questi giorni un vecchio prof, in tema di relativismo - quando un problema diventa (o lo si fa diventare) ...filosofico, diventa altresì insolubile. E, infatti, vedi la non-"soluzione" data alla questione, dopo i discorsi, i battibecchi, gli attacchi reciproci e, infine le disquisizioni in tv.
La mia opinione la trovi pubblicata su:
http://liberaopinione-lot.net/2010/04/22/fini-e-il-pdl/
oppure in Qui Quotidiano (a stampa oggi o on-line).

Permettimi ancora:...Come sarebbe a dire un "serio partito di destra"? Ancora, o vuoi offendere Storace? E, nel caso, a chi li toglierebbe i voti, all'IDV o ...al PD!!?
Ha ragione il mio prof: com'è tutto relativo, o ontologicamente relativistico...
Per quanto a me non piaccia (come s'è capito) dovremmo abituarci a guardare e a vivere la "scena" politica, con più leggerezza ...sapendo che è in fondo, se non una comica, sicuramente è una Commedia. Da parte nostra, ma lo dico piuttosto per me: ...fare una passeggiata in più (come fai tu) e una scrittura di meno, o solo quando ferma alla ns Stazione il treno!
Pino Pollutri