martedì 8 luglio 2014

Salvate questi ulivi ( ... e la faccia)


Li ho rivisti ieri notte, e ... francamente? A vederli così, al lume-ombra dei lampioni, ancor più esili, scarni, manifestatamente sempre più privi di interna linfa vitale, quasi rinsecchiti, in fondo inutili nella loro stessa essenza e funzione, naturale e vegetativa, ... francamente, mi hanno fatto pena. Un qualcosa di inaccettabile, se poco, poco, si considera queste pianticelle d’ulivo degli ‘esseri’, sia pur vegetali, che meritano di potere vivere, di svilupparsi, di fruttificare, tutt’altro che in questo snaturato modo.
Parlo delle piante di ulivo messe “a dimora”, da qualche anno, non dove sarebbe stato più giusto e meglio, secondo la specifica natura vegetativa, ma in vasacci di cemento stampato, imbiancati alla meno peggio, come gli evangelici sepolcri farisaici, nella Piazza Rossetti di Vasto. Messe lì come “a far da palo”, per la scena o per una sceneggiata politico-urbana di dubbio gusto e – come detto – di penoso sguardo. “Trattenute” in queste penose condizioni, come i nostri “marò” in India, senza che ci sia un vero motivo o una ben specificata loro ...colpa.

Occorrerà presto liberarli, salvarli! Vogliono ben altra, più larga e profonda terra che quella dei detti ciotoloni, in cui il cittadino, incrociandoli nel loro passeggiare, buttano distrattamente cicche di sigarette, carte ed altro, come in un secchio per i rifiuti.
Chi li deve salvare? Disperando in un ravvedimento dei pubblici amministratori, direi che sia di assoluta necessità o provvidenza un intervento di qualcuna delle associazioni ambientalistiche. Non dico da parte dei Greenpeace della nave Rainbow Warrior, occupata in bene altri contrasti e salvamenti, ma dei locali esponenti di Legambiente, un WWF, un Italia nostra... Magari, perchè non, la cittadina “Terra Nostra” di Ivo Menna!


Salvate quegli ulivi (e, per qualcuno, ...la faccia)! Finchè si è in tempo, perchè non si dissecchino del tutto.

Io ci spero. E’ che, nonostante tutto, amo pensare e credere che “la Bellezza” (della natura e della città) sia fatta anche del rispetto per un singolo essere vegetale e, parallelamente, di interventi urbanistici intelligenti, capaci, appropriati... Quantomeno di buon senso.

g. dinicola (1)  

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