sabato 24 gennaio 2015

Che sabato orrendo

Ho incontrato Nicola Del Prete che mi ha chiesto: "hai saputo? Scriverai qualcosa?". Quando si è colpiti da vicino, e per me il Palazzo è qualcosa che porto da sempre nel profondo del cuore, si rimane senza parole. Specialmente se da anni si chiede alle autorità competenti di intervenire in merito a quella che è una tragedia annunciata. Questa mattina quindi sono rimasto senza parole. Il mio amico Luigi Marchesani (il nome dice tutto) ha scritto che anche San Michele ci ha abbandonato. Certo che ci ha abbandonato se il posto degli Arcangeli è stato preso da un nugolo di "cherubini", tutti presenti sul luogo a dimostrare la loro attenzione, il loro interesse per l'accaduto. Mancava solo il "pontefice massimo". Quello arriverà per le interviste in TV. Mica può sprecare la sua immagine senza un ritorno eclatante! Tutto già visto, tutto come in ogni evento. Poi tutto passa si comincia con le litanie, poi con le filastrocche, poi ancora con "la storie". Quando poi arrivano i "tarallucci e vino" li spartiamo un po' per ognuno. I mal pensanti penseranno alle tangenti ma io non mi riferisco a quelle ma al modo di "dividere" le risorse. Il proprietario della casa adiacente il crollo - a lui San Michele ha pensato bene tanto che gli ha salvato anche il motorino - ha scritto migliaia di lettere ai vari sindaci e si è recato innumerevoli volte in Municipio per segnalare la pericolosità del luogo e affrettare interventi. Io ho scritto, pubblicato foto, parlato, urlato ma nulla anzi meno di nulla, tanto che quando, qualche tempo addietro, è caduto l'albero che ha portato giù il parapetto del giardino, si è intervenuti con un "lieve" intervento di maquillage, senza verificare assolutamente la staticità del luogo o almeno la causa della caduta dell'albero e del parapetto. 
Ma adesso che è crollato tutto fanno finta di preoccuparsi, i "cherubini". Aspetto interventi, aspetto proclami, aspetto chiacchiere, mentre urgono fatti. Diranno che ci sono altre priorità. Faranno leva sul "popolino" per giustificare la carenza di fondi. Ci sarà anche qualcuno che dirà che Palazzo d'Avalos può "andare al mare" perché abbiamo più bisogno di case popolari e servizi. Chi come negli anni Settanta ne chiedeva l'abbattimento per realizzare un "fantastico" terrazzo con vista sul golfo. 
Come dicevo all'inizio, non ci sono parole quando una "disgrazia" ti tocca da vicino. Nessuno dei "cherubini" ha avuto il coraggio di rivolgermi la parola, anzi, hanno abbassato gli occhi al mio passaggio (sicuramente hanno sparlato alle mie spalle). I Vigili e gli uomini della Protezione Civile mi hanno chiesto come avevo fatto a trovarmi nel luogo della frana. Che strada avevo percorso. Ho risposto che venivo fuori dai passaggi segreti che "frequentava" Don Cesare Michelangelo. Non ho detto che a sessant'anni sono ancora capace di saltare le staccionate e superare le transenne (anche quelle di plastica) ... non ci avrebbero creduto.


3 commenti:

Alessandro ha detto...

Non so se ci sono effettivamente delle colpe dell'Amministrazione perché non so quali erano i margini d'intervento. Non lo so e quindi non giudico. So solo che l'instabilità geologica di certe zone è accentuata da fenomeni climatici estremi, e i fenomeni climatici estremi sono la conseguenza di decenni di forsennato inquinamento ambientale. Stiamo pagando il conto dei nostri errori. Di questo ne sono certo.

Unknown ha detto...

Paolo da tecnico pensi che la struttura del palazzo in quel punto sia in concreto pericolo imminente?

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Aspetto che succeda qualcosa sullo spigolo nord-est