sabato 14 novembre 2009

Da un viaggio a Roma

Venerdì 13 novembre, data nefasta per gli … inglesi, sono stato a Roma, presso uno studio di registrazione dove stiamo realizzando il mio nuovo disco. Di questa operazione tuttavia, avremo modo di parlare in futuro.
Voglio parlare invece del mio viaggio, perché ho scelto di andare con la “Corriera”. Ho rispolverato questo termine, poiché non affrontavo un itinerario di questo tipo dal 1979 e devo dire che è stato comodo e “sociologicamente” interessante.
Sono lontani i tempi di: “Capestrano! 15 minuti di pausa!” un urlo notturno col quale il “fattorino” di Di Fonso svegliava i viaggiatori che nella notte tornavano in Abruzzo. Sono altresì lontani gli “strapuntini” tanto cari al consigliere comunale Nicolangelo D’Adamo. I fruitori del mezzo ora viaggiano comodamente e col posto riservato previa prenotazione. Gli orari ed i tempi di percorrenza sono ottimi per coloro che debbano svolgere mansioni nella capitale. Per questo ho notato una variegata utenza a bordo. Professionisti, studenti, genitori, operai, impiegati, commercianti, turisti ecc. insomma rappresentanti di ogni categoria e ceto.
Durante il viaggio d’andata, ho letto una notizia: “Il Sindaco di San Salvo, rappresenta anche Vasto nel Cram”. Ho avuto appena il tempo di capire quanto scritto che, all’autogrill sono stato preso da altre occupazioni e, tra l’altro, ho lasciato in quel posto, il giornale che stavo leggendo.
Durante il viaggio di ritorno però, ascoltando i dialoghi dei viaggiatori vicini, i quali tornavano anche in altri centri oltre che Vasto, la lamentela di un giovane, seduto al posto davanti al mio, mi ha fatto ripensare a quell’articolo.
Il giovane, che diceva di tornare in Abruzzo per raccogliere le olive, si lamentava ad alta voce, del fatto che per raggiungere Lanciano avrebbe dovuto trasbordare. “Roba da terzo mondo!” diceva.
In quel momento mi sono compiaciuto del fatto che non è vero che noi vastesi abbiamo perso tutto. Abbiamo (ancora) il privilegio di tornare da Roma senza trasbordare ... almeno con l’autobus che ho preso io.

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