giovedì 26 novembre 2009

Il tesoro di ...San Giuseppe


Possibile che la cultura a Vasto sia caduta così in basso, da definire alcuni oggetti depositati in un locale di sgombero: "il tesoro della Cattedrale”? Se permettete, mi ritengo una voce autorevole, quando si parla della Concattedrale San Giuseppe. La mia tesi di laurea (Materia: restauro dei monumenti. Relatore: Prof. Arch. Arnaldo Bruschi) presentava come argomento, l’isolato della chiesa di San Giuseppe a Vasto. Di questa tesi ho fatto dono alla parrocchia, con allora parroco Don Giovanni Pellicciotti, che l’ha utilizzata per il consolidamento e restauro della facciata e dei prospetti, per il restauro degli interni, per la nuova collocazione dell’organo e per altri interventi di impiantistica e varie. Inoltre ho progettato e diretto, in aggiunta alle opere di cui sopra, la riqualificazione del prospetto della ex Domus Pacis, rivolto su largo del Fanciullo. Non ho voluto prendere parte all’ultimo intervento eseguito all’interno della chiesa, poiché non la ritenevo ed ancora non la ritengo una buona operazione. Alla luce di quanto esposto, mi meraviglia che siano sfuggite alla mia attenzione opere d’arte tali da essere considerate il “tesoro” della chiesa.
Già alcuni anni fa, zelanti ricercatori pensavano di aver ritrovato nei locali di cui si parla in questi giorni, reperti di epoca “federiciana”, salvo poi rendersi conto che quegli oggetti altro non erano che le forme in cemento, utilizzate per la realizzazione dei capitelli ed altri elementi ornamentali della chiesa. Ora si “spacciano” comuni oggetti, riposti come in ogni chiesa, nei magazzini di queste, come scoperte di “incredibile” importanza. Così si svia l’attenzione da quanto ha realmente bisogno di intervento e di cura.
La città del Vasto, culturalmente parlando (ma non solo) è paragonabile ad un malato di cancro. Invece di proporre a questo malato una cura, gli si propone uno smalto per le unghie? Se l’amministrazione comunale ha voluto da questo episodio, far scaturire un sussulto nei cittadini e attirare l’attenzione sullo stato dell’arte a Vasto, pur ritenendo errati il soggetto evidenziato e la maniera, dico che ben venga l’operazione. Tuttavia non si può limitare ai grandi titoli sui giornali questo atto. Esiste un programma? Esiste un progetto? Esiste un piano? Allora mettiamoli in atto. Altrimenti perché creare aspettative?
Tutt’altro discorso merita lo studio e la ricerca sulle murature visibili nello “scantinato” posto sotto la cappella del Sacro Cuore, oggetto di ricognizione. Michele Massone sa benissimo che da decenni è stato chiesto alla soprintendenza, non solo dal sottoscritto, di effettuare nella chiesa, un intervento di indagine geognostica, non invasiva. Sono stati chiesti anche preventivi a ditte dotate delle necessarie apparecchiature. Tutto però è rimasto sospeso. Il vero tesoro della chiesa, infatti, come descritto dall’Ing. Filippo Laccetti nella sua opera “Memorie d’arte Vastese”, sarebbe nascosto proprio sotto la chiesa.

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