mercoledì 15 ottobre 2014

250.000 buoni motivi


Ricordiamo tutti le polemiche circa l’istituzione, nel comune di Vasto, dell’IMPOSTA DI SOGGIORNO. Abbiamo ben presente il braccio di ferro tra operatori dell’accoglienza turistica e l’Amministrazione comunale. "Poscia, più che 'l dolor, potè il digiuno"… e l’imposta fu applicata.

Il D.Lgs 23/2011, quello che da la possibilità ai Comuni di imporla, parla chiaro: è un’imposta di scopo e, quindi, i suoi proventi devono essere reinvestiti per potenziare i servizi turistici e tutelare i beni culturali, non per tentare di ripianare il deficit dei Comuni o pagare gli stipendi.
Cosa ne farà il Comune di Vasto? Non è dato saperlo. Una cosa però la si conosce: sul Bilancio di previsione, per l’anno 2014, alla voce Entrate – Imposta di soggiorno, c’è un importo, 250.000 Euro.
In quali interventi verrà impegnata tale somma, al fine di potenziare i servizi turistici e tutelare i beni culturali? Il Comune gestirà questi fondi in maniera autonoma o chiamerà la categoria degli Operatori turistici per farla partecipare alle decisioni? Inutile sottolineare che riteniamo quest’ultima essere la strada più corretta.
Nel caso non dovesse avvenire o si dovessero verificare o sospettare impegni di spesa non congrui con la finalità della legge che sancisce essere tale imposta “di scopo”, il modo per effettuare il controllo c’è:  è sufficiente garantire la certificabilità della spesa del Comune e la tracciabilità del flusso dei ricavi dalle strutture ricettive alla spesa dei fondi in finalità turistiche. Ed è ciò che faremo.

Massimo Desiati  - Andrea Bischia


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