martedì 14 ottobre 2014

La noia delle ore 18 e zerouno



Ophelia, Ophelia, apri quella porta
A Genova piove forte
ma qui ancora no.

Ophelia, Ophelia, per favore fammi entrare
Mi annoio da morire
e son stanco anche del mare

Ophelia, Ophelia, per favore fammi entrare
Il Rock&Roll mi stanca
ma non so star seduto su una panca

Ophelia, Ophelia, apri quella porta
L’Italia cade a pezzi
Ma tanto io non me ne andrò

Ophelia, Ophelia, ti prego fammi entrare
Prometto:
Non mi metterò a criticare
Né le tue mutande e nemmeno il tuo odore

Ophelia, Ophelia, vedi come son ridotto
A scrivere dei versi in pieno pomeriggio
A te che non mi pensi
A te che non esisti
A te che sto inventando
E che mai incontrerò

Ophelia, Ophelia, apri le tue gambe
E fammi immaginare
Riserve naturali
Spiagge dorate
Tramonti colorati
Trabocchi diroccati
……..

Ophelia, Ophelia, pensa ai capodogli
Ma non pensare a me
E se mi spiaggerò dovrà esserci un perché

Ophelia, Ophelia, cosa mi fai dire
Adesso i benpensanti che cosa penseranno

Tra espliciti pensieri e chiari doppi sensi
Ho fatto risalire la “puntina” del mio cuore

Ophelia, Ophelia, adesso posso uscire
Me ne vado in piazza e non penserò più a te
Amica cara di questo noioso pomeriggio
Durata dieci minuti della mia fantasia
Che non sei mai esistita e
che mai incontrerò

se non nel breve spazio di questo post su Internet.

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