venerdì 31 agosto 2012



Avete capito perchè in Italia le cose non si risolvono mai?

Quando ho proposto di utilizzare Palazzo d'Avalos per risolvere un problema concreto, ho effettuato prima una ricerca. Con qualche sforzo, ho potuto trovare che De Magistris ed il Sindaco di San Giorgio a Cremano avevano già individuato delle sistemazioni concrete, che al pari di quella da me indicata (successivamente alla loro) potevano essere valutate. Ma ho fatto una certa fatica ad informarmi su queste proposte. Se invece oggi aprite Repubblica su internet, troverete in bella mostra immancabile ed imperdibile: L'APPELLO. Da Saviano a Settis, da Vattimo a Zagrebelsky a Canfora. Poi Bodei, Masullo, Mattei. La mobilitazione del mondo della cultura per salvare i 300.000 volumi della prestigiosa fondazione napoletana. Che questi appelli servano solo ai primi firmatari per mettersi un pochino in mostra si è capito da tempo. Che non risolvano una beneamata cippa pure. E così, al posto di discutere di soluzioni concrete, per verificare se magari i propositori erano loro a caccia di visibilità oppure le soluzioni prospettate erano veramente adatte, al posto di scartare via via le soluzioni proposte fino ad isolare la migliore, verso cosa è indirizzata l'attenzione da parte dei grandi media? Verso il più facile ed inutile gesto della democrazia del web. Un bel “mi piace”, oppure un bel “+1”, oppure un bel "firma l'appello" così ci siamo lavati tutti la coscienza. Nel frattempo partirà il tormentone: SIAMO GIÀ DIECIMILA... SIAMO GIÀ MILA... SIAMO MILA che indicherà la commozione e la bontà del popolo del web che legge LA REPUBBLICA. 
Le tarme di Casoria ringraziano.

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