mercoledì 22 agosto 2012

E adesso vediamo se "baffino" gli risponde ancora.


Da Piazza Rossetti.



Se dopo vent'anni il Gasparismo è vivo, la colpa non è di Gaspari, ma di chi è venuto dopo


Ho letto le dichiarazioni sul ministro Remo GASPARI senza prestarvi eccessiva attenzione perché mi sono sembrate un pò superficiali e senza nessun desiderio sincero ed onesto di analizzare il fenomeno del gasparismo per coglierne una lezione utilissima, direi indispensabile per provare ad individuare politiche più adeguate alla complessità della fase che il mondo e l'Abruzzo attraversano. Il gasparismo è stato una delle versioni peggiori del sistema democristiano: basso profilo culturale, organizzazione e controllo paramilitare delle comunità locali, clientelismo esasperante. La occupazione delle istituzioni a tutti i livelli, l'esercizio assoluto del potere ed il discrezionale uso delle risorse pubbliche e dei posti di lavoro, hanno portato i cittadini a confondere il partito della DC con le istituzioni pubbliche con tutte le conseguenze che sono ancora sotto i nostri occhi. Gaspari ha realizzato un sistema politico piramidale. Naturalmente lui ne era il vertice e tutti quelli che hanno provato a metterlo in discussione hanno fatto una brutta fine. Una simile dinamica relazionale non poteva non basare la selezione della classe politica esclusivamente sulla affinità e sulla fedeltà. Un periodo di oltre trenta anni con un sistema così organizzato non poteva non portare ad inclinare la popolazione più verso la subordinazione e l'ubbidienza piuttosto che verso il protagonismo responsabile. Ma ogni avvenimento ed ogni responsabilità deve essere ricollocato nel posto giusto e nei tempi propri. Per il tempo di Gaspari è Gaspari ad essere chiamato alle proprie responsabilità, per i tempi successivi sono le nuove classi dirigenti a rispondere di ciò che hanno o non hanno fatto. Che poi dopo Gaspari sia stata attuata una politica largamente inconsistente ed inconcludente ancor più colpevole perché intervenuta in un periodo lungo il quale si sono verificati eventi di straordinaria importanza come la firma del Trattato di Maastricht, la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno, l'adozione della moneta unica europea e le politiche finanziarie di convergenza, la chiusura dell'Uruguay Round a Marrakech che ha dato il via libera alla globalizzazione, dà la misura del fallimento dell'attuale ceto politico e della intera classe dirigente regionale. Siamo stati e siamo, a dir poco, ridicoli e patetici, quando a partire dai sindaci e fino ad arrivare ai parlamentari si continua a consumare tempo ed energie nel ricevimento individuale di cittadini (clienti) che chiedono cose non consentite dalla legge o non meritate. Siamo imperdonabili perché le profonde trasformazioni degli ultimi venti anni dovevano spingerci verso un cambio radicale di sistema. Avremmo dovuto assumere come riferimento per l'esercizio della politica e per il governo delle istituzioni la legalità pervasiva e sistemica, la responsabilità, il protagonismo, le regole, il merito, la conoscenza, il talento, la creatività e la fiducia in se stessi e negli altri. Il nostro obiettivo doveva e dovrebbe ancora essere l'incremento del capitale umano e del capitale sociale della nostra comunità regionale, poiché questi rappresentano, in tutte le comunità avanzate, le infrastrutture strategiche che hanno consentito e consentono agli apparati produttivi di presentarsi competitivi sui mercati interni ed internazionali anche in questi anni di terribile crisi. Allora lasciamo in pace Remo Gaspari che non potrà essere la foglia di fico per coprire le attuali gravi insufficienze e proviamo invece a dismettere vizi e sporcizie che continuano ad interessare ancora troppa politica e troppa attività di governo. Chiodi e i suoi non si sono mostrati all'altezza del compito richiesto, non hanno dimostrato di possedere una visione adeguata ai tempi e di conseguenza l'attività di governo non ha fatto emergere nessuna proposta seria, coerente ed innovativa che la società abruzzese potesse cogliere e reagirvi di conseguenza, a partire dal mondo dell'impresa. Il problema che l'Abruzzo ha di fronte è che anche chi avrebbe dovuto predisporre una alternativa stenta a farsi percepire come portatore di una profonda innovazione nei contenuti e nei metodi. Quindi, il vero punto all'ordine del giorno è la predisposizione di un progetto di futuro per la comunità abruzzese, tutto il resto, compresi i miti e gli eroi improbabili di un passato che ci ha tramandato più problemi che opportunità, lasciamoli agli storici.

On. Giovanni Di Fonzo

7 commenti:

maria ha detto...

Qui dissento un pochino...
Certo, è inutile, ora, prendersela con Gaspari persona, ma è troppo comodo parlarne ora, ammettendo anche, ma ovviamente ora, che chiunque cercando di andargli contro, o semplicemente di non voler accettare il sistema... insomma, ci siamo capiti...
Ora, giustamente, la colpa è di chi c'è attualmente e non di chi ci è stato prima... ma so che ci sono atteggiamenti che si apprendono e si sono appresi, ed oltre quelli, non si sa e non si riesce ad andare oltre, quindi, ben venga una scarica di parole sul personaggio Gaspari, e ben venga una scarica di parole su chi c'è adesso.
Ma ora, parlarne così, mi sa un poco di comodo,,, è evidente che per quanto la cosa in passato era tangibile: se non passavi di la e dai suoi prodi, difficilmente ottenevi qualcosa, specie se lavoro, e la cosa sapeva anche di vanto per chi la otteneva, ma è altrettanto evidente, allora, che se ora se ne può parlare così, probabilmente, il suo potere sta scemando, c'è solo da chiedersi, viste le abitudini acquisite, quale sia il potere nuovo emergente...
Il Gasparismo, comunque, è stata e dovrebbe essere tra le vergogne più grandi in questo paese...
E non stiamo sempre a dire che almeno, gaspari ha fatto qualcosa... chiunque, con un po' di potere e con i mezzi economici che lo stato dava, avrebbe potuto farlo, ma almeno, si poteva evitare quel marcio e che quel marcio, e non parlo della persona, si propagasse così...
Ora, comunque, è tardi per tutti coloro che, come me, ad esempio, non si sono mai voluti abbassare per principio a tutto questo... E di certo, sarebbe inimmaginabile chiedere un risarcimento danni, giusto?
Ecco, io pensavo di farmi raccomandare per avere una pensione... vittime del gasparismo... ci saranno graduatorie riservate per noi? (ovviamente lo dico nel rispetto di tutti coloro che hanno realmente bisogno di una graduatoria riservata, non è contro di loro)
Il territorio vastese in particolare, è ancora pieno di gente che ha avuto ruoli grazie al semplice gasparismo, e la cosa si respira in taluni ambienti...

Davide Delle Donne ha detto...

Chiunque in quel momento poteva fare quello che ha fatto Zio Remo.E' vero! Ma ti sei chiesta quante fabbriche non sarebbero state costruite dalle nostre parti senza Zio Remo? La Sevel,la Marelli,la Siv ,la Golden Lady,ecc.ecc. Io non ho partecipato al banchetto,ma senza quelle industrie non penso che io sarei nato a Vasto,ma chissa' dove.Cara Maria davanti a Zio Remo anche i Comunisti si devono inchinare?Dove sarebbero andati a lavorare altrimenti in Russia?Dimenticavo li' c'era il famoso motto "Meno burro ...piu' cannoni" gia'...ma erano altri tempi.Ora non c'e' lavoro per nessuno.

maria ha detto...

Difatti Davide, io sono nata in piemonte, ed anche nella metà degli anni settanta, per mio padre, posto non c'era, ma in piemonte, in una ditta esterna della mirafiori si...
La voglia di riavvicinarsi alla famiglia, ed il pensare che c'è tanta gente brava, fanno fare grandi errori nella vita...
E le prese in giro che ricevette mio padre dai "capoccia" della marelli me le ricordo, che gli dissero di non rifare la domanda, tanto, bastava la lettera di presentazione con le mansioni che già aveva spedito dal piemonte... e che tanto, lui, sarebbe stato assunto a settembre, (non temere tu sarai il prossimo ad essere assunto) visto che a marzo non era stato possibile... Dopo che si è fatto il giro per lavoretti vari saltuari, dopo che ogni tanto si riaffacciava, dopo settembre che gli ridessero a Marzo, mentre altri venivano assunti, un vaffanculo, direi che ci sta bene e tutto!!! ed era la metà, fine degli anni settanta... ma si sa, il non leccare dei padri, a volte, viene imitato anche dai figli...
Purtroppo, succede anche il viceversa, e quindi, l'abitudine a leccare per dovere e non per passione, si acquisisce nello stile di vita...

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

Caro Davide permettimi la battuta: Da queste parti prima hanno usato il burro e poi il cannone ... lascio a te comprenderne l'uso.

Davide Delle Donne ha detto...

Cara Maria mi dispiace per tuo padre,ma a VASTO e limitrofi se non sei a combare con i vari politicanti non andavi da nessuna parte.Mio padre ha lavorato da sempre come autonomo nel bene e nel male ,quindi questi problemi non li ha avuti.Caro Architetto che sia burro o vaselina ...intanto ora il lavoro e' quasi totalmente nelle mani della meritocrazia ma della politica.Schifo!

Davide Delle Donne ha detto...

Intanto ora il lavoro e' quasi totalmente nelle mani della politica e non della meritocrazia.Che schifo!

maria ha detto...

Davide, non è cambiato nulla... solo che sono finite le briciole, ed anche se cambiano i vari colori, il metodo è sempre stato lo stesso...
Prima ai poveri illusi che pensavano di essere dei privilegiati, in realtà, toccavano solo le briciole... Mo, quelle briciole son finite, ma l'accomparamento è rimasto, nel modus, lo stesso identico... insomma, se prima era per cani e porci, ora, è solo o per cani o per porci, con rispetto per le specie animali ovviamente, ed inoltre, se prima era un vanto essere definiti accomparati, oggi, guai se glie lo dici: oggi, tutti santi, martiri, vittime e l'unica cosa che dovrebbero veramente sentirsi: coglioni, non ci si sentono mai!
Davide, anche per me il posto non c'è mai stato, e parlo di 20 anni fa... Ma la mia, a lungo andare, per quanto nel tempo, ho avuto qualche ripensamento, posso dire che è stata una scelta di principio, etica e morale civile: qualcuno conosce ancora queste virtù?