Le pagine della memoria
QUANDO IL CARRO DI TESPI ARRIVAVA A VASTO
“Il teatro itinerante che in tre ore si appronta e in men di due si smonta”
<<I Carri di Tespi girano l'Italia, da nord a sud; traversano paesi e città, si aprono nelle piazze: per una sera o due cantano, recitano. Sedie, cieli come veri, veri mobili, salotti, quadri, fiori, merlature di castelli, pareti di giardino, costumi; portano tutto. Dalle loro quinte escono gli attori, al principio dello spettacolo, come l'ultima meraviglia d'un giocoliere. Carri di Tespi: fascino e sorpresa della provincia italiana, laddove essa diventa non diciamo mandamento, ma comune frazione: remote, ultime derivazioni capillari delle strade che ramificano per valli e campagne. I Carri di Tespi sono eleganti: enormi scatole a motore che corrono su strade asfaltate e che, quando si fermano, si trasformano rapide, lucide, in un vero teatro […]>>. Così raccontava, tra l'altro, il noto giornalista Ferdinando Chiarelli nel pregevole articolo dal titolo “Carri di Tespi”, pubblicato nel 1935 sul settimanale Gente Nostra(1).
<<Chi descriverà quel pubblico a sedere, - continuava ancora il Chiarelli - dalle facce cotte non da villeggiatura ma da sole faticato, da vento e intemperie, colletti d'un bianco domenicale, mani corte e gonfie posate sui ginocchi con leggerezza di foglie, occhi vibranti per il riflesso, l'incredulità e l'attenzione; e quel silenzio che dà il senso dell'avvenimento; e quella solennità di atteggiamenti non da spettacolo ma da assemblea; e quello starci tutti, perfino l'uomo dell'elemosina, venti file dietro il Podestà, e il sagrestano, le donne, i vecchi, i ragazzi. Umanità di tali serate in mezzo ad una cornice di case; il tono è di una suprema, guizzante, inconscia e ricettiva intelligenza: serate italiane>>.
Di istituzione fascista, il Carro di Tespi era stato fortemente voluto dal Ministero della Cultura Popolare e dall'Ufficio artistico dell'O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) per l'educazione delle masse popolari e con lo scopo di riportare il teatro a contatto delle più umili classi dei lavoratori e per far sorgere il teatro ove non esisteva. Dedicato a Tespi, il più antico poeta tragico (vissuto nel sec. VI a.C.) che la tradizione ricordi, autore della prima separazione di un attore dal coro nella composizione e nella recita delle tragedie, nell'uso della maschera e nel trasporto degli attori su carri (da cui l'espressione “Carro di Tespi”).
Il debutto, riservato ad alte personalità e a gerarchie del partito fascista con l'intervento del Capo del Governo Benito Mussolini, avvenne con successo a piazza del Pincio a Roma il 4 luglio 1929 con l'Oreste di Vittorio Alfieri.
Dopo il positivo esordio nella Capitale, “Il Carro” iniziò una lunga peregrinazione rotabile, di paese in paese, per la Campania, la Calabria, la Puglia e la Sicilia, riscuotendo ovunque grande successo con i suoi spettacoli di prosa. Tra gli interpreti vi erano Emila Varini, Italia Almirante Manzini, Giovanna Scotto, Ettore Berti, Aldo Sivani, Achille Vitti, <<attori di cappa e spada, gente dall'ugola salda e dai polmoni anche>>(2).
Nel 1930 vennero creati altri due Carri di Tespi e un Carro di Tespi Lirico che arrivava ad ospitare quasi 10.000 spettatori e che venne inaugurato, <<in un fantastico scenario da mille e una notte>>(3), a Torre del Lago la sera del 24 agosto con la Bohème di Puccini, diretta da Pietro Mascagni. Il Carro Lirico per le rappresentazioni operistiche fu anche protagonista, negli anni successivi, di una serie di tournée all'estero in Belgio, Albania, Dalmazia, Olanda e Sudamerica. Tra i numerosi attori lirici vi erano: Armando Falconi, Antonio Gandusio, Dina Galli, Paola Borboni, Camillo Pilotto e Giovanni Grasso, considerato il più grande attore tragico siciliano. Direttore artistico dei “Carri” venne nominato Giovacchino Forzano, giornalista, drammaturgo e regista.
A progettare e seguire la costruzione dei Carri di prosa e poi anche del grande Carro Lirico e spingere altri progettisti, tra cui Carlo Giorgetti, alla realizzazione di un terzo teatro viaggiante, la “Nave di Tespi”, mai realizzata, era stato il giovane architetto e scenografo Antonio Valente.
Le prime rappresentazioni del “Carro” a Vasto vennero programmate per il 1931, anno IX dell'era fascista, e precisamente per i giorni 29 e 30 agosto al campo sportivo Aragona, ma furono annullate, <<con grandissimo dispiacere della cittadinanza intera>>(4), per l'impossibilità della compagnia teatrale di raggiungere la città da San Severo a causa delle strade impraticabili per le abbondanti piogge dei giorni precedenti. Erano in programma, per sabato 29, il dramma patriottico Romanticismodi Gerolamo Rovetta; e per domenica 30 Il trionfo d'amore del drammaturgo Giuseppe Giacosa e La medicina di una ragazza malata, commedia in un atto di Paolo Ferrari.
Nei primi giorni di giugno del 1932 un grande manifesto cittadino, firmato dal Podestà del Vasto Pietro Suriani, annunciava pomposamente l'imminente arrivo del Carro di Tespi Lirico con queste parole: <<I Carri di Tespi, che hanno fatto loro il motto mussoliniano “Andare verso il popolo”, sono senza alcun dubbio, una delle più tipiche e perfette istituzioni ideate dal Governo nel campo culturale ed artistico […]. Avere la possibilità e la facilità d'assistere a questi spettacoli di primissimo ordine è una circostanza che non bisogna lasciarsi ad ogni conto sfuggire.
>>(5).
A riguardo dell'esordio del “Carro” a Vasto, così scriveva il corrispondente vastese prof. Antonio Tartaglia sul quotidiano romano La Tribuna: <<Viva attesa si nota nella nostra città per il prossimo arrivo del Carro di Tespi Lirico, che darà due grandiosi spettacoli serali con le opere: il 12 luglio la Cavalleria rusticana e i Pagliacci, il 13 laBohème, nel vasto campo sportivo all'Aragona - sito pieno di bellezze naturali. Il Carro di Tespi occuperà uno spazio di 100 metri di lunghezza e di 50 di larghezza. Davanti al grandioso palcoscenico, comodamente, potranno assistere alle rappresentazioni oltre 3.000 persone. Fanno parte del teatro ben 245 persone suddivise nelle varie mansioni artistiche, tecniche, manuali: 30 artisti, di cui 18 uomini e 12 donne, 70 professori d'orchestra, 56 coristi, 9 ballerine, 9 attrezzisti, 16 dirigenti, 40 macchinisti, 15 aiutanti. Vi sono tutti gli elementi per definire monumentale il complesso artistico logistico del Carro. Sulle ferrovie dello stato sarà concesso il ribasso del 50% - riferisce ancora La Tribuna - e le Società automobilistiche Gissana, Maiella e Palmolese hanno disposto anch'esse una congrua riduzione. I biglietti per il viaggio saranno rilasciati dal personale delle stazioni ferroviarie l'11 luglio e dureranno sino al 14 (il giorno precedente la prima rappresentazione al giorno dopo la seconda rappresentazione). I biglietti di ritorno, per essere validi, dovranno portare impresso il timbro della locale sezione del Dopolavoro.
La vendita dei biglietti per i due spettacoli si è iniziata dal 23 giugno e viene effettuata tutte le sere dalle ore 19 alle 21 presso la sede del Fascio nel palazzo Marchesani e la sezione del Dopolavoro in piazza Lucio Valerio Pudente e presso la rivendita dei giornali del sig. Vincenzo Di Lanciano in piazza Diomede. I relativi prezzi sono: posti di orchestra £. 15, posti di platea £. 10, tribune £. 5. Si prevede grande concorso di pubblico, che troverà ogni comodità sia nel vitto sia per l'alloggio, cui da tempo hanno provveduto le autorità anche presso le famiglie.>>(6).
Per la calda estate del 1932 l'avvenimento è eccezionale. Le cronache scrivono addirittura che le due serate <<elevano a dignità di fasti l'attività del Dopolavoro vastese e che segnano con gioia un progresso della nostra città>>(7).
Ampi resoconti si leggono anche sui giornali nei giorni seguenti: <<Favorito dalla mite temperatura e da una gran calma serale, l'inizio delle rappresentazioni del Carro di Tespi Lirico nell'incantevole campo sportivo Aragona è avvenuto iersera lietemente con la Cavalleria Rusticana di Mascagni e i Pagliacci di Leoncavallo. - Scriveva il quotidiano La Tribuna il 15 luglio 1932 - Il teatro all'aperto era letteralmente gremito dal pubblico della nostra città e dall'affluenza dei forestieri che numerosi sono accorsi dai paesi vicini, e cioè da Agnone, Castiglione Messer Marino, Carunchio, San Giovanni Lipioni, Guilmi, Fresa, Lentella, Tufillo, Scerni, Casalbordino, Pollutri, Termoli, Montenero di Bisaccia, Palata, Cupello, Monteodorisio, San Salvo e da molti altri.
Sotto decine e decine di lampadine e potenti riflettori irradianti fasci di luce all'intorno, alle 21 si è dato principio allo spettacolo con la ricchezza dello splendido scenario cui davano risalto gli indovinati effetti di luce, la vivacità dei costumi sfarzosi, la felice interpretazione e la padronanza della scena e la mirabile esecuzione da parte di tutti gli artisti, l'intonazione dei cori, la perfezione dei balli e l'organizzazione (musicale) dell'orchestra diretta dal valoroso maestro Edoardo Vitale. Il successo artistico è stato brillante, dei più vivi, superiore ad ogni aspettativa. Un vero trionfo!>>(8)
Il 1° agosto 1934 il Carro di Tespi Lirico, proveniente dalla vicina Lanciano, fece nuovamente tappa a Vasto, <<accolto dalla fanfara cittadina e con sempre più crescente entusiasmo
>>(9) per la recita del melodramma in tre atti il Rigoletto di Giuseppe Verdi e nel 1939, alle soglie della seconda guerra mondiale, con la rappresentazione dell'Andrea Chénier di Umberto Giordano.
Nel 1940, l'entrata in guerra dell'Italia comportò anche la scomparsa dei Carri di Tespi. Successivamente con il ritorno alla normalità un'iniziativa simile, anche se in tono minore, venne ripresa nei primi anni '50 dall'Ente nazionale per l'assistenza ai lavoratori (in acronimo ENAL, nato in sostituzione dell'Opera Nazionale Dopolavoro). Il Nuovo Carro di Tespi fece il suo esordio a Vasto con un concerto vocale-sinfonico al Politeama Ruzzi il 3 agosto 1955: <<L'attesa manifestazione artistica del Carro di Tespi Lirico che avrebbe dovuto aver luogo all'aperto, per cause atmosferiche ha trovato una degna cornice nel nostro Cine-Teatro. Il sempre valido ed ammirevole baritono Carlo Galeffi ha dato un saggio delle sue alte qualità liriche interpretando vari brani di uno sceltissimo repertorio. Accanto a lui il soprano Franca Ottaviani, dalla voce vibrante ed armoniosa, il tenore Antonio Pirino, il mezzo soprano Grazia Ciferri e il basso Leo Pudis hanno contribuito colla loro arte, a costruire un senso di magia musicale eseguendo varie romanze e duetti.
L'orchestra, diretta dal maestro Antonio Ruisi, si è fatta apprezzare per alcuni intermezzi, assai sottolineati dal pubblico>>.(10) (b.f.)
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“Gente Nostra” (organo ufficiale dell'Opera Nazionale Dopolavoro), 4 agosto 1935.
“La Stampa”, 21 giugno 1929.
“La Stampa”, 24 agosto 1930.
“La Tribuna”, 28 agosto 1931.
Manifesto affisso dal Comune di Vasto il 2 giugno 1932.
“La Tribuna”, 1° luglio 1932.
“Il Popolo di Roma”, 10 luglio 1932.
Sulla cronaca della manifestazione si vedano anche “Il Popolo di Roma”, 14 luglio 1932 e
“Il Giornale d'Abruzzo e Molise”, 15 luglio 1932.
“La Tribuna”, 2 agosto 1934.
“Histonium” (giornale d'informazione), 16 agosto 1955.
foto:
foto 1) Arch. Antonio Valente, “Carro di Tespi” veduta assonometrica, 1928 (Sistema Archivistico Nazionale)
foto 2) Carro di Tespi Lirico, 1934
foto 3) Il Carro di Tespi Lirico a Vasto, 1° agosto 1934