domenica 11 marzo 2012

Si legge dappertutto:


LETTERA APERTA AL
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
E AL SINDACO DI VASTO


In data 29 febbraio ho protocollato una richiesta di un Forum sulla sicurezza e la legalità di cui ampio risalto ne è stata data dalla stampa. Ad oggi rilevo che nessuna risposta il Sindaco ha dato alla mia proposta. Chi ha raccolto la proposta sono, allo stato attuale, i 5 consiglieri del partito PDL i quali hanno richiesto una convocazione di consiglio comunale su questo argomento. Ho appreso che nella giornata di sabato 10 febbraio il partito della Rifondazione comunista terrà una conferenza pubblica per motivare le ragioni della loro posizione contraria all’installazione di telecamere in città. Mi aspettavo da parte dei suoi rappresentanti un impegno a trattare questi argomenti nel prossimo consiglio comunale. Dalla richiesta del forum intendevo far emergere la complessità dei fenomeni sociali che attraversano negativamente la nostra città, non escludendo aprioristicamente l’impiego di telecamere eventuali da posizionarsi. Studi recenti fatti nel centro storico da esperti del settore sono emerse proposte che con l’utilizzo di telecamere si riesce a esercitare un controllo con costi economici non eccessivi. Ritengo che in attesa del forum richiesto, si potrebbe iniziare con un intervento di telecamere ubicate in :
Piazza Rossetti, Via Santa Maria, Piazza Caprioli, Piazza LucioValerio Pudente, Via Buonconsiglio, Via Barbarotta, Piazza del Popolo, Via Adriatica, Loggia Ambling, Piazza Barbacani, Piazza Santa Chiara, Corso Nuova Italia.

Vasto 9 marzo 2012 Ivo Menna ambientalista storico

Per una maggiore comprensione di questa lettera aperta allego il comunicato della richiesta del Forum


LETTERA APERTA AL SINDACO LUCIANO LAPENNA

RICHIESTA DI UN FORUM

Da mesi assistiamo inquieti e confusi ai numerosi episodi che turbano la collettività vastese. Furti, rapine, violenze, sabotaggi, atti vandalici contro la proprietà pubblica comunale (non ultimo il furto all’interno dell’economato di 400 carte di identità). Tutti fatti che lasciano sgomenti e che sono alla ricerca di una risposta da parte delle Istituzioni pubbliche, con le forze dell’ordine in prima linea e con le forze sociali. La cittadinanza è scossa e preoccupata e spera che tutto questo non sia il frutto di organizzazioni complesse, ma che il fenomeno riguarda solo una microcriminalità risultato di un forte disagio sociale. I dati allarmanti che vedono quotidianamente la occupazione in forte calo, aziende che serrano le saracinesche, una edilizia al collasso, il commercio in seria difficoltà come ci raccontano moltissimi operatori del centro e della periferia, i giovani totalmente esclusi dal processo lavorativo, non possono lasciare indifferente la città. Due altri dati allarmanti sono relativi alle vendite di immobili presso il Tribunale di Vasto, segno codesto di situazioni debitorie di nuclei familiari, e il fenomeno crescente che vede la presenza di molte sale di scommesse, e locali che acquistano oro e preziosi. Per ricercare le cause di questo crescente fenomeno deviante sarebbe opportuno che il capo della Città, il Sindaco, si attivi urgentemente per la convocazione di un incontro Forum al quale dovranno partecipare tutti gli amministratori locali, provinciali, regionali (i rappresentanti vastesi), tutte le forze dell’ordine, le Chiese locali, le associazioni di volontariato, la dirigenza scolastica di ogni ordine, i sindacati, i rappresentanti della stampa, il responsabile del SERT, il Procuratore capo, il Prefetto di Chieti.
Molti in questi giorni hanno esposto opinioni cercando nella risposta delle telecamere la soluzione del problema. Noi riteniamo che le telecamere possano rappresentare un eventuale deterrente, ma ( se fosse questa la soluzione, dovremmo installare una telecamera in ogni appartamento e in ogni attività commerciale); la cosa sarebbe possibile, ma i costi raggiungerebbero milioni di euro, senza per questo essere certi del risultato positivo, (vedi l’ultimo furto di domenica notte in Corso Europa con una telecamera attiva). Ci permettiamo di suggerire al nostro Sindaco la proposta che abbiamo enunciato sopra dell’incontro collettivo del Forum che altrove ha trovato consenso ottenendo risultati concreti con un forte decremento dei fenomeni devianti sociali.

Menna Ivo Ambientalista storico


Non come Del Turco, per piacere.
Mi stupisce che qualcuno tra i colleghi della maggioranza che sostiene Chiodi, abbia potuto pensare ( e dire) che le mie recenti prese di posizione e soprattutto la richiesta d’una verifica e d’un rimpasto di giunta, siano dettate dal desiderio di ricavarmi un posticino nella stanza dei bottoni. Chi l’ha pensato ( e detto) evidentemente non mi conosce, ignora la mia storia politica e non riesce quindi nemmeno ad immaginare che l’unico desiderio che mi anima in questo frangente è di dare la sveglia alla politica regionale ed al centrodestra in particolare nel tentativo di non disperdere e di consegnare ai giovani un patrimonio di valori, di progetti e di ambizioni nutrite in tutta una vita d’impegno sin dagli anni dell’università. A questi stupidi ed ignoranti (nel senso di persone che stupiscono e che ignorano) vorrei segnalare che se Del Turco avesse avuto intorno a sé persone animate dagli stessi sentimenti, le quali lo avessero richiamato in tempo per i suoi atteggiamenti solipsisti, saccenti ed arroganti, che lo avevano isolato dalla sua maggioranza e dalla realtà effettuale, probabilmente non avrebbe fatto la fine che ha fatto, evitando a se stesso, alla sinistra ed all’Abruzzo una serie infinita di guai. Su queste premesse voglio quindi aggiungere qualche altra provocazione anche all’esito di quella ch’è stata definita una riunione di maggioranza e che invece è stata in pratica un incontro di un paio d’ore al quale hanno fatto difetto location, analisi e conclusioni. Soprattutto la conclusione più ovvia, direi logica, di avviare una discussione ed un confronto a 360 gradi sullo stato dell’arte dell’azione di governo in Abruzzo. Cosa abbia indotto a scegliere di non sciogliere i nodi sul tappeto (alcuni lucidamente esposti anche dal capogruppo Venturoni e dal coordinatore Piccone) non saprei, anche se immagino che abbiano pesato sul rinvio sospetti ed ancor più comprensibili timori di fibrillazioni in vista delle amministrative di maggio, ma sono convinto che si sia commesso un errore, perché un clima diverso da quello che si respira invece aiuta in occasioni elettorali come queste sulle quali influiscono fatalmente le iniziative ( o peggio l’assenza d’iniziativa) della Regione. Si può pensare che non abbiano influenza sul voto ( o sul non voto) decisioni sulla sanità, sull’urbanistica, sul turismo, sugli organismi locali (consorzi, ater , ambiti) sul personale, sui rifiuti? Si può mai ritenere che non condizionino il giudizio degli elettori la mancanza di strategie (o la verifica di quelle ipotizzate) discusse, partecipate e condivise riguardo ad argomenti importanti come le discariche dei rifiuti, sui quali le opposizioni incalzano? Si può continuare a rinviare decisioni (quando mancano non due anni, come si dice incautamente, ma un anno pieno, si e no, alla fine della legislatura) riguardo alla organizzazione ed alla gestione del personale mentre si appalesa, alla luce delle cronache giudiziarie, che non c’è un raccordo virtuoso (di effetti) con la struttura burocratica? La lista delle doléances è lunga, come l’attesa di un riscontro che tarda ad arrivare ma nel quale voglio continuare a credere.

Giuseppe Tagliente


IL FUTURO DI PUNTA PENNA A UNA STRETTA DECISIVA.

1. Un danno certo. La crisi dei mercati internazionali sta producendo i suoi effetti anche sul nostro angolo di mondo. Il futuro di Punta Penna è a una stretta decisiva. Un intero ciclo industriale, iniziato da oltre cinquant’anni, sembra essersi concluso. E il nuovo, per come si profila dinanzi a noi, non promette niente di buono.
È evidente a tutti che gli impianti in procinto di arrivare a Punta Penna –un cementificio, un impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi, tre centrali a biomasse (quelle di Puccioni sono due)- non solo alla città non darebbero nulla, ma anzi toglierebbero molto. È evidente la loro incompatibilità con l’agricoltura, con il turismo, con gli impianti di trasformazione alimentare di qualità presenti nella zona. Per non dire del peggioramento complessivo della qualtà ambientale –a cominciare da quella dell’aria- che di certo ne verrebbe.
Se poi si considera il luogo dove questi impianti dovrebbero sorgere, a ridosso di una riserva naturale così bella e così amata dai vastesi, allora il quadro che si delinea è completo. Ed è un quadro di totale insensatezza: la città dovrebbe barattare quanto ha di meglio in cambio di un danno certo.

2. La difesa di un bene comune. Non stupisce dunque che questi progetti, uno per uno e nell’insieme, abbiano incontrato l’opposizione compatta di tutta la popolazione, a cominciare dagli imprenditori locali. Stupirebbe semmai il contrario. La contrapposizione tra ambientalismo e sviluppo, un logoro modello giornalistico, se mai ha avuto corso in questo caso è del tutto fuori posto. Non si tratta qui di accettare o rifiutare uno sviluppo per quanto ipotetico: si tratta della difesa di un bene comune, il territorio, da investimenti speculativi che a beneficio di pochissimi arrecherebbero un danno economico e ambientale certo a tutta la popolazione.

3. Una Delibera per il prossimo Consiglio comunale. Di fronte a un rischio così grave la classe politica locale nel suo insieme, spiace dirlo, non si sta di certo dimostrando all’altezza. Condizionata dall’esigenza prioritaria di preservare i suoi equilibri interni, da conflitti di interesse (talvolta clamorosi), da personalismi di varia natura, la risposta della classe politica locale è stata sino ad ora debole e confusa. Il Consiglio comunale dello scorso 10 gennaio, che ha votato su quattro diverse mozioni (tra cui due, della stessa maggioranza, tra loro contraddittorie) ne è stato un esempio palese. Questo, nell’interesse comuna della città, non deve più ripetersi.
Il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio, consapevole di farsi portatore di una istanza condivisa dalla grande maggioranza dei vastesi, chiama il Sindaco, le forze politiche presenti in Consiglio comunale, i singoli Consiglieri, a pronunziarsi su una sola Delibera, quella che presentiamo oggi: una Delibera efficace, perfettamente attuabile, che semplicemente porterebbe il Comune di Vasto ad esercitare le sue giuste prerogative nelle sedi competenti.
Chiediamo ai Consiglieri comunali di farsene firmatari (sarà depositata all’ARCI dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 fino a martedì) e di portarla in votazione al prossimo Consiglio comunale. Chiediamo anche che, come imporrebbero sia lo Statuto comunale che una elementare considerazione di opportunità, il Consiglio si tenga prima del prossimo 22, giorno in cui verrà discusso il ricorso presentato al TAR.
I politici locali devono sapere che su questo tema il loro operato è sotto gli occhi di tutta la città.

Il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio

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